THRESH

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All'età di nove anni Rue vittima dell'incoscienza tipica dei bambini si era arrampicata su un vecchio salice frondoso che affondava le sue radici nelle sponde del fiume, i suoi rami  sporgevano fin sopra  l'acqua. Rue si era agilmente arrampicata su per il tronco nodoso, fino ad arrivare ad un ramo secco ed instabile, per nulla idoneo come sostegno, dato che  sporgeva direttamente sopra il fiume. Ad un certo punto la crepa del ramo , sopraffatta dal suo peso, si era incrinata fino a rompersi del tutto con un colpo secco, provocando così l'inevitabile caduta di  Rue nell' acqua gelida di una mattinata di febbraio. L'impatto con l'acqua fredda le aveva svuotato completamente i polmoni d'ossigeno,  si era ritrovata a tremare scossa dai geloni che le si diffondevano come scariche elettriche per il corpo, e ad annaspare in cerca di un appiglio, fino a che non era riuscita ad afferrare un ramo sporgente che l'aveva tratta in salvo  dalla corrente dell'acqua.
In quel momento Rue si sentiva esattamente così, le girava la testa come se qualcuno le avesse compresso la gabbia toracica e tutta l'aria intorno a lei fosse stata risucchiata.
Sentì che Cassie Roseshade la chiamava nuovamente con una leggera nota di insistenza"Rue avanti vieni fuori, coraggio", diceva con tono mellifluo, come usa fare un cacciatore ad un animale spaventato per indurlo ad uscire allo scoperto poco prima di assestargli il colpo finale. Allora lei in uno stato di paralisi simile alla trance ,indotto dalla shock, raccolse ogni grammo di coraggio e forza di volontà di cui disponeva al momento e cominciò a muoversi verso il palco "Prima un piede, poi l'altro davanti"si ripeteva mentalmente Rue come un mantra, cercando di dare un comando agli arti inferiori per nulla intenzionati a muoversi e che parevano pesare come il piombo. Era consapevole di star imboccando un strada da cui non sarebbe più uscita, quella era un'andata senza ritorno. Al suo passaggio la folla si apriva come il mar Rosso per farla passare, Rue guardò di sfuggita alcuni volti, alcuni la guardavano con pietà mista a compassione, altri senza riuscire a mascherare il sollievo per non essere stati estratti, anche se alla fine il senso di colpa per ciò che pensavano prevaleva, inducendoli a chinare la testa per la vergogna, altri ancora avevano un ghigno in faccia:" Meglio tu che io" sembravano voler dire. Con la coda dell'occhio Rue scorse il maxi schermo  che in quel momento proiettava la sua immagine attonita e completamente scioccata in diretta a Capitol City. Salì lentamente sui gradini del palco impiegando tutte le sue energie per non inciampare e rovinare a terra. Subito Cassie le rivolse un sorriso affettato e falsamente amichevole , poi le passò una mano dietro le spalle e la spinse leggermente verso il centro della piattaforma davanti al microfono, a quel punto annunciò giuliva e noncurante della sciagura imminente che si stava consumando davanti ai suoi occhi:"Ecco il nostro tributo femminile , ci sono volontari?" Rue ancora paralizzata da un terrore cieco che si insinuava in lei come veleno guardò verso gli astanti, pur sapendo che nessuno si sarebbe offerto al posto suo : i suoi genitori erano troppo grandi e i fratelli troppo piccoli per farlo, e a parte loro non aveva nessuno disposto a sacrificare la propria vita per lei, perché si , Rue sapeva che la sua vita stava scandendo gli ultimi rintocchi, facendo il suo ineluttabile e incontrovertibile conto alla rovescia del tempo che la separava alla sua morte.
Affondò le unghie nei palmi delle mani, usando il dolore come via d'uscita da quel tunnel d'oblio,  cercando di restare lucida e sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime. Subito la consapevolezza di ciò che stava succedendo la colpì bruscamente riportandola alla realtà, e il lieve strato di nebbia che sembrava essersi depositato ovunque ricoprendo tutto come brina si dissipò . Fu in quel momento che  realizzò che quello non era né il momento né il luogo di mostrarsi debole e impaurita, o sarebbe sembrata un bersaglio facile, quindi soffocó momentaneamente la simultaneità di emozioni che la dilaniavano da dentro e cercò di concentrarsi su ciò che stava avvenendo. "Dato che non c'è altro da aggiungere passiamo pure all'estrazione del tributo maschile" , esclamò intanto Cassie, la quale dopo alcuni secondi di pausa aveva ripreso a parlare con tono spumeggiante; immerse nuovamente la mano nella boccia e pescò un biglietto. Silenzio.Nessuno si muoveva in attesa del verdetto finale. Della sentenza di morte. "Thresh Evans".
Il cuore di Rue fece un galoppo, un ragazzo muscoloso e corpulento, con spalle larghe si fece strada  tra le persone dirigendosi verso il palco senza esitazioni. Non sembrava dovesse fare grandi sforzi per mascherare le sue emozioni , dato che aveva un'aria distaccata, la fronte corrucciata  e un cipiglio torvo.
Purtroppo Rue lo conosceva, egli era orfano di padre fin da piccolo, ma le loro madri erano state molto amiche, e quando  erano piccoli si vedevano spesso, poi quando sua madre era morta per una malattia a Thresh  erano piovute addosso tutte le responsabilità, tra cui il compito di badare alla nonna troppo anziana per lavorare e alla sorella cagionevole per natura e poco tagliata per l'attività all'aperto, per via di alcuni problemi alle vie respiratorie. Per questo Thresh  fu costretto ad andare a lavorare nei campi alla tenera età di 7anni, e da quel momento Rue aveva cominciato a vederlo molto di rado, fino a che il ragazzo spiritoso, cordiale e affabile aveva lasciato il posto a questo nuovo Thresh, imperscrutabile, impossibile da avvicinare e scontroso con tutti. Il dolore l'aveva temprato inducendolo ad innalzare una barriera tra lui e il modo esterno, ma Rue sapeva bene che dietro quella solida corazza si nascondeva un ragazzo leale e buono, infatti ricordava ancora che quando era piccola lui la spingeva sull'altalena per farla giocare, oppure quando una volta cascando da un ramo si era storta la caviglia lui l'aveva riportata in collo fino a casa . Ma ormai erano anni che non parlava più con lui,a parte qualche cenno scambiato frettolosamente quando si incontravano in piazza o al mercato.
Intanto Thresh l'aveva raggiunta accanto al parco e guardava verso il pubblico con aria truce, anche se Rue sapeva bene che quello sguardo era riservato a Capitol. Ovviamente neanche per lui ci furono volontari pronti a morire al suo posto. "Bene, bene" cinguettò Cassie Roseshade, sollevata di essere riuscita a portare a termine quell' ardua impresa e impaziente di tornarsene alla sua amata città piena di agi e vizi, "Ora i nostri tributi si stringano la mano".Rue guardò Thresh, teneva gli occhi fissi su un punto in lontananza, le tese la mano e lei gliela strinse, era calda, vigorosa e piena di calli. Dopo di che furono scortati frettolosamente da alcuni Pacificatori all'interno del municipio, poiché ai loro familiari era concesso di salutarli un'ultima volta .

NOTA AUTRICE
Ciao a tutti,
Spero che la storia vi stia piacendo, scrivetemi nei commenti cosa ne pensate😉
A presto😂😂😂

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