Avvenne tutto a rallentatore, come se stesse guardando le immagini di un film che si svolgeva davanti a lei.
Katniss aveva appena fatto in tempo a liberarla dalla rete che la intrappolava, che il ragazzo del distretto uno le aveva già raggiunte. Il ghigno che solitamente aveva stampato in faccia ora aveva lasciato il posto ad un'espressione arrabbiata, con i lineamenti della faccia distorti da una furia cieca che lo attraversava impetuosamente.
"Chissà cosa gli ho fatto per farmi odiare così. Chissà se si è reso conto che non è questa la battaglia per cui deve lottare, che non sono io il vero nemico" si ritrovò a pensare Rue negli ultimi istanti di vita che le rimanevano.
Ma non era colpa sua.
Lo perdonava per quello che stava per farle.
Non fece in tempo a reagire, a dire niente, che lui aveva già afferrato la lancia pronto ad usarla. La punta di metallo in cima all'asta scintillava imperterrita al sole. Senza esitare, con massima flemma, flettè il braccio all'indietro contraendo i bicipiti e con un unico movimento fluido dei muscoli scagliò l'arma nella sua direzione.
La lancia fendette l'aria intorno a lei.
Rue chiuse gli occhi attendendo l'impatto.
Per un secondo non sentì niente.
Poi il tiro andò a segno.
Una miriade di dolore esplose dal torace fino ad irradiarsi per tutto il corpo. Stranamente non un solo urlo uscì dalla sua bocca. Rimase ferma, impietrita ad osservare la lancia che le attraversava prepotentemente lo stomaco, conficcata fino all'asta, mentre gocce di sangue scuro sporcavano l'erba intorno a lei.
"Rue.." disse Katniss dietro di lei. Aggiunse anche qualcosa che però la bambina non riuscì a cogliere, come una sorta di ronzio indistinto di sottofondo. Tutto le arrivava ovattato alle orecchie come se si trovasse sott'acqua e stesse affogando.
Rue si voltò lentamente verso Katniss estraendo la lancia dal suo corpo.
Poi le forze l'abbandonarono, le gambe non ce la fecero più a reggerla e si accasciò a terra, come un uccello a cui erano state recise le ali, consapevole che non avrebbe mai più spiccato il volo e che non avrebbe mai più assaporato l'ebbrezza del vento sulla pelle.
Katniss gridò il suo nome e corse verso di lei.
La sollevò delicatamente e le appoggiò la testa sulle sue ginocchia. Le scostò poi i capelli ricci e scuri dal volto mettendoglieli dietro all'orecchio e accarezzandola dolcemente, e così facendo a Rue tornò in mente quando era sua madre a farlo per lei e per un attimo le parve di sentirla accanto.
Una lacrima rigò le guance di Katniss.
Rue voleva dirle di non piangere. Di essere forte. Ce l'avrebbe fatta, lo sapeva. Era l'unica in grado di riaccendere una fiammella di speranza nel cuore delle persone. E Rue non era la sola ad averlo capito, già altri erano arrivati a questa conclusione, per questo rappresentava una minaccia. E da quello che aveva potuto vedere nella stanza degli strateghi a Capitol City, Snow non aveva finito nè con lei nè con nessun altro.
La bambina sospirò forte e alzò gli occhi in direzione del cielo. Era sereno e senza nuvole, lo stesso cielo che ricopriva il suo distretto e che ogni giorno la vegliava dall'alto. E ora mentre stava morendo le sembrava la cosa più bella che avesse mai visto. Per lo meno se ne sarebbe andata con il riflesso della volta celeste negli occhi.
Intanto l'erba fresca le solleticava le mani in modo quasi confortevole. Tutto sommato le sembrava di essere tornata a casa sua, le pareva di sentire le voci dei suoi fratellini che giocavano e l'odore delle frittelle al miele che tanto amava.

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Rue
Fiksi PenggemarRue era solo una bambina del distretto 11,amava le ghiandaie imitatrici e stare con la sua famiglia, ma tutto questo è destinato a finire. Ho voluto dedicare questa storia ad una piccola eroina che farà di tutto per non perdere se stessa durante gli...