La cena si consumò velocemente mentre alcuni servitori senza voce facevano avanti e indietro dalle cucine portando vassoi carichi di pietanze, ritirando i loro piatti quando avevano finito di mangiare e facendo in modo che i calici e i bicchieri restassero sempre pieni. Quella sera Rue non aveva molto appetito: rigirava con aria distaccata la forchetta nel piatto, sbocconcellando qualcosa di tanto in tanto, senza sforzarsi di prendere parte alla conversazione che stava avendo luogo davanti a lei; semplicemente stava lì, appollaiata sulla sedia guardando con aria assorta il vuoto davanti a lei e cercando di fare appello a tutte le sue forze per non crollare e finire con la testa nel piatto. " Sappiamo qualcosa su come sarà strutturata l'arena quest'anno? Insomma, ad ogni edizione varia il paesaggio....gli strateghi non hanno fatto sapere nulla?" la domanda di Thresh riportò momentaneamente Rue al presente, interrompendo il filo dei suoi pensieri, " Certo che no"rispose stizzita Cassie " Sono informazioni assolutamente riservate...potete stare certi che gli strateghi hanno in mente qualcosa di magnifico per voi, ci sarà da divertirsi. Ovviamente la vostra arena sarà dotata di ogni tipo di risorsa necessaria alla vostra sopravvivenza , vogliono assicurarsi che viviate almeno finchè non comincerete a scontrarvi , sarebbe alquanto disdicevole se moriste tutti per il freddo o la fame,senza nemmeno uno spargimento di sangue" commentò con un risolino, poco prima di reimmergersi nel suo stufato. Lentamente Rue alzò lo sguardo verso la donna, completamente disgustata, improvvisamente tutta la sonnolenza era scomparsa ,si sporse in avanti ,mettendosi in bilico sulla sedia, tesa come una corda di violino. Se fosse stata a casa sua sarebbe andata a sfogarsi fuori, nella pineta, avrebbe cercato l'albero più alto e frondoso e ci si sarebbe arrampicata quasi come a voler lasciare tutti i problemi a terra, che ora più che mai la stavano soffocando portandola alla deriva. Ma non poteva fare nulla, quella era la realtà, Cassie aveva espresso ad alta voce quello che tutti sapevano, con una crudeltà tipica di Capitol City a cui avrebbe dovuto farci l'abitudine.La mente le tornò immediatamente a quello che aveva visto e scoperto insieme a Max quel pomeriggio. Infatti dopo che era rientrata dalle sessioni private Rue era stata presa d'assalto dai suoi mentori che l'avevano incalzata per sapere come fossero andate le prove, e anche se lei aveva giustificato il suo ritardo dicendo che si era attardata a parlare con qualche tributo, cosa non del tutto falsa, aveva raccontato per filo e per segno come erano andate le sessioni private. Se chiudeva le palpebre nella sua mente si formava ben chiara e nitida l'immagine dell'ibrido lupo che aveva visto nel laboratorio poche ore prima, con gli artigli affilati come rasoi, le enormi fauci , e gli occhi che emanavano un odio e una brama di sangue quasi umana. Si era più volte chiesta che ruolo giocasse in tutto ciò il distretto tredici, i cui abitanti erano costretti a vivere in segreto sottoterra, senza nemmeno poter uscire fuori e vedere la luce del sole. Ancora una volta Snow era riuscito a celare loro la realtà dei fatti , a distorcerla , e a farli credere ciò che voleva lui, tenendoli nell'ignoranza. Li controllava tutti, ognuno di loro. Poteva mettere fine alle loro vite in qualsiasi momento, poteva ucciderli. E invece no, invece aveva deciso di istituire gli Hunger Games per portarli via la cosa più importante: la speranza. Aveva reso tutti gli abitanti dei distretti incapaci di reagire, disposti a subire ogni giorno violenze e soprusi per mano sua, li aveva distrutti dentro. Aveva tolto a tutti loro un'opportunità per cui lottare. Forse qualcosa stava realmente cambiando, forse qualcuno avrebbe risvegliato il desiderio di riscattarsi nelle persone, ma qualunque cosa fosse successa lei non avrebbe preso parte a quella rivolta. Non ci sarebbe stato un futuro per lei, solo sangue e morte. La sua vita si sarebbe conclusa con lei come vittima o assassina . In ogni caso sarebbe morta, certo, ma non aveva idea di che futuro stesse lasciando alla sua famiglia, e non poteva fare niente per aiutarli.
Quando Rue riemerse dal suo stato catatonico, si accorse che Seedeer la stava guardando con apprensione, per poi chiederle se andava tutto bene e se per caso le andasse un pò di dolce, ma la bambina corvina rispose che si sentiva solo un pò stanca e che aveva bisogno di andare a dormire, " Capisco la tua stanchezza Rue, ma tra poco trasmetteranno in diretta i punteggi che vi hanno assegnato gli strateghi, non se curiosa di sapere che voto ti hanno dato?". Rue soffocó uno sbaglio e annuì silenziosamente, tutti gli avvenimenti di quel giorno l'avevano turbata e scossa molto, facendole dimenticare che al punto in cui si trovava non poteva permettersi distrazioni. Si portò una mano alla collana che le aveva dato sua sorella , ripensando alla promessa che le aveva fatto, doveva provare a vincere, ne dubitava certo, ma se fosse tornata a casa avrebbe potuto avvertire la sua famiglia dei pericoli imminenti. Un motivo in più per provarci. Nel frattempo gli altri si erano spostati in una salone attiguo alla sala da pranzo, dove al centro troneggiava un gigantesco televisore , con davanti un divano in velluto rosso posto a semicerchio, Rue si appollaiò comodamente su una poltrona in disparte rispetto agli altri , e si portò le ginocchia al petto.

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Rue
FanfictionRue era solo una bambina del distretto 11,amava le ghiandaie imitatrici e stare con la sua famiglia, ma tutto questo è destinato a finire. Ho voluto dedicare questa storia ad una piccola eroina che farà di tutto per non perdere se stessa durante gli...