Capitolo 11

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<Un bacio?> gli chiedo, sicura di aver capito male.

<Si un bacio> mi dice annuendo serio.

Lo guardo con la bocca spalancata. Ma è serio? Prima mi dice di dimenticare tutto, e adesso mi chiede un bacio? E' bipolare il ragazzo, non ci sono altre spiegazioni. <Sei impazzito!?> gli chiedo sbalordita. <Per niente piccola mia> mi dice con un ghigno. <Te lo puoi scordare> lo scanso con tutta la forza che ho in corpo, mi lascia passare senza provare a fermarmi.<Ricordati piccola, che verrò a prendere ciò che mi spetta> mi urla dietro, mi sale un brivido al solo pensiero di un altro bacio. Scappo via più veloce che posso, e ritorno in classe prendendo il mio zaino come una furia e vado spedita a casa. Devo allontanarmi da lui, mi fa un effetto strano starli vicina, e non saprei dire se sia positiva o negativa questa sensazione.

Arrivata a casa vedo i miei genitori seduti al tavolo della cucina, con il viso triste e le fronti aggrottate dalla preoccupazione mentre stanno in silenzio, strano di solito a quest'ora dovevano già essere in ospedale.<Ciao>gli saluto avvicinandomi cautamente a loro.<Dobbiamo parlarti Cloe, siediti> mi dice mia madre con tono apprensivo. Mi siedo di fronte a loro, con una strana sensazione che mi attanaglia lo stomaco. <Cos'è successo?> chiedo in un sussurro, mentre la preoccupazione che sia successo qualcosa di brutto aumenta sempre di più. <Io e tuo padre abbiamo deciso di divorziare, la situazione è insostenibile e abbiamo capito di non amarci più, vogliamo andare via ognuno per strade diverse, visto che tu sei maggiorenne e ti manca un solo anno prima di finire la scuola e andare al college, abbiamo pensato che potresti rimanere qui. Magari in un piccolo appartamene, che ne dici?> mi dice mia madre sul punto di piangere. Rimango paralizzata, non me lo aspettavo. Si, in questo periodo non facevano che litigare e urlarsi contro ma non pensavo che fosse così brutta la situazione. Il mondo mi crolla addosso, eravamo una famiglia felice, certo con casini famigliari grandi, ma c'è la siamo sempre cavata. I miei si amavano e mi davano tutto quello che volevo, pensavo che con loro sarei sempre stata al sicuro e avrei sempre trovato appoggio su di loro, sulla mia famiglia. Ma mi sbagliavo, mi sento sola con non mai. Mi alzo da tavolo senza dire niente, ancora scioccata, e con passo malfermo raggiungo la mia camera. Qualcuno bussa alla porta, ma non ci faccio caso, sono troppo scossa anche solo per pensare, ed entra mia mamma <Tesoro, lo so che è difficile da accettare. Ma devi capirci, noi non ci amiamo più e non riusciamo più a fingere che vada tutto bene. > mi dice mentre mi abbraccia, la capisco e se loro sono più felici separandosi, non mi resta altra scelta che accettarlo da persona matura. Mi lascio cullare da lei, rimaniamo così per moltissimo tempo. <Va bene mamma, se siete più felici così, non ci sono problemi> gli dico con un filo di voce staccandomi dal sua abbraccio. Pensandoci bene, le loro continue litigate facevano stare male anche me, e appesantivano sempre di più il macigno che mi porto dietro. Ho sempre agognato di andarmene via e stare da sola, per non sentire i loro litigi, che poi mio padre me ne dava la colpa e questo non sono mai riuscita ad accettarlo, e ogni anno che passava l'odio verso di lui aumentava mentre l'affetto che provo per mia madre rimane assoluto e non si può sgretolare. Penso che sentirò solo la mancanza di mia madre, anche perchè mio padre non ha mai dimostrato affetto nei miei confronti e dopo quello che mi è successo, provo un odio profondo verso tutti gli uomini. Mi sorride <Ora guardiamo un bel appartamento, cucciola mia> mi dice tirando fuori dalla custodia il mio computer.<Va bene> le dico cercando di sorridere.

E' passata una settimana e ora mi ritrovo nel mio nuovo appartamento. Mia madre mi ha aiutato con il trasloco, mentre mio padre se l'è filata. E' un posto piccolo, con un soggiorno open spice con annessa la cucina e una camera da letto con un bagno ma, è adatto a me. I miei genitori hanno firmato le carte del divorzio, mia madre è ritornata nella sua città natale, Los Angeles, mentre mio padre è andato a vivere a Las Vegas. Sono lontani, ma sono felice per mia madre che finalmente la vedo meno stressata e con un sorriso sincero in volto. Adesso mi sento più indipendente anche se, mi pagano l'oro l'affitto dell'appartamento, con mie grandi obbiezioni. Volevo trovare un lavoro part-time e pagarmi da sola l'affitto, ma loro si sono rifiutati categoricamente perchè hanno detto che mi devo concentrare solo sullo studio. Alla fine ho ceduto ma, non gliela d'ho vinta appena andrò al college voglio trovare un lavoro che mi renda veramente indipendente. Mi ritrovo nella mia nuova camera, ha anche un balcone che si affaccia su un parco e sono immersa nei miei pensieri mentre sto fumando una sigaretta. Sento che qualcuno sta bussando alla mia porta, butto la sigaretta e vado ad aprire e mi ritrovo davanti due occhi argentei...

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