Capitolo 21

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Gavin

Mi sveglio da un colpo di cuscino sulla mia testa.<Porca di quella vacca! Duke> sbraito mentre alzo la testa e incrocio gli occhi del mio coinquilino, nonché migliore amico. <Non ti svegliavi, ho dovuto passare alle maniere forti> mi dice alzando le spalle mentre ghigna divertito. Giuro, vorrei ucciderlo in questo momento e me ne frego se è un mio amico. Borbotto qualcosa di incomprensibile anche alle mie orecchie e mi alzo dal mio comodo letto. Lo guardo triste, lui è il mio unico e vero amore, ogni giorno è sempre più dura lasciarlo, soprattutto, con la consapevolezza di abbandonarlo per andare a scuola. Mi vesto velocemente e guardo fuori, sembra bel tempo,perfetto, oggi andrò a scuola con lo skateboard. Prendo lo zaino e una ciambella dalle mani di Duke che la stava per addentare mentre lui mi guarda truce. <Grazie per la ciambella amico!> gli urlo dietro mentre prendo la tavola e corro fuori dall'edificio. Una ventata gelida mi fa rabbrividire appena esco e mi maledico per la mia genialità di andare con lo skate. Ormai rassegnato mi avvio verso scuola, canticchiando la canzone Scars dei Prevail. Intanto penso alla giornata di ieri, è stato strano e l'unica cosa positiva è stato ritrovare la mia vecchia compagnia al completa e con l'aggiunta di Duke che si è integrato subito nel gruppo. Non so cosa mi sia preso, ma quando Jimmy ha chiesto a Cloe di aiutarlo sono rimasto sbalordito a guardarla lavorare con tanta agilità, ma la gelosia ha avuto il sopravvento quando tutti i clienti maschi hanno iniziato a lanciarle occhiate languide, anche se sono stato io il primo. Non sono riuscito ad andare via con gli altri e con la convinzione di stare facendo la cosa giusta, mi sono ripromesso di farle da guardie del corpo e tenerla d'occhio. Quando il vecchio ha accennato alla mia vecchia cotta di sei anni fa, per inciso durata un giorno visto che dopo abbiamo litigato come al solito, lo avrei strozzato volentieri con la sua lunga barba. Mi ha fatto talmente incavolare che, quando ho accompagnato Cloe a casa non sono riuscito a spiccicare parola. Mi sono dato dell'idiota fino alla mia camera, dovevo almeno provare a parlarle anche se, non sarebbe stato saggio visto la mia promessa di allontanarmi da lei. Non c'è l'ho fatta in discoteca, quando hanno messo la nostra canzone e figuriamoci adesso che ci siamo riuniti con la nostra compagnia di amici pazzoidi, ritornati da poco in città. Sono talmente assorto nei miei pensieri che non vedo la persona davanti a me e ci vado addosso, cadendo tutti e due rovinosamente per terra. La persona sotto di me, minuscola per la precisione, cerca di liberarsi, agitandosi ossessivamente mentre il cappuccio le scende, rivelando la chioma biondo-rame riconoscibile a mille miglia di Cloe. Rimango impalato sopra di lei a guardarla sbalordito, non penavo che fosse una ragazza con quella felpa gigante mentre lei gira il viso nella mia direzione e i nostri occhi si scontrano, smeraldo contro argento in una tempesta continua. <Bestione, alza il tuo culo flaccido che mi stai schiacciando!> sbraita, dimenandosi ferocemente mentre il suo culo struscia proprio nelle mie parti bassi che si risvegliano proprio nel momento meno opportuno. Diamine, non posso e non voglio spostarmi da questa posizione, anche se i passanti ci guardano male. Cloe si ferma sentendo la prepotente erezione nei miei pantaloni. <Gavin> urla con voce stridula, diventando di tutte le sfumature del rosso. Immergo il mio viso nell'incavo del suo collo e respiro il profumo di rosa selvatica, facendomi andare ancora più su di giri. <Scusa, ma non posso farci niente è un istinto naturale> rispondo gemendo piano nel suo orecchio mentre lei cerca ancora di spostarsi da me. Con un sospiro mi metto in piedi, trascinando anche lei con me, senza sforzo, è talmente leggere che anche una piuma pesa più di lei. La tengo stretta a me, abbracciandola in vita e restando così per un infinità di tempo ma che a me sempre pochissimo. <Sei riuscito a calmare i bollenti spiriti?> mi chiede con voce roca. Sorrido divertito, solo lei al contempo può arrossire timida e chiedere una cosa così sfacciata, senza peli sulla lingua. <Purtroppo per me si, piccola> le dico, facendomi forza per staccarmi da lei. Appena la lascio lei prende lo zaino, caduto nello scontro, e si volta a guardarmi con quei occhi che mandano scintille luminose. <Forza andiamo, se no facciamo tardi a scuola> mi dice e si volta, incamminandosi senza aspettare una risposta. Prendo zaino, skate e la raggiungo, stando al suo fianco. Raggiungiamo la scuola in fretta, cantando le stesse canzoni che abbiamo sul telefono e scoprendo che i nostri gusti musicali non sono cambiati per niente. Entriamo in classe ridendo insieme e i nostri compagni ci guardano con la bocca spalancata, non riuscendo a capire il nostro ricongiungimento e sinceramente non riesco a capirlo nemmeno io. Però, penso, che mi vada bene così per il momento, almeno spero. Ci sediamo nel nostro banco, infondo alla classe, ridendo sotto i baffi come quando eravamo piccoli. La professoressa entra in classe con la sua solita faccia arcigna e inizia subito a spiegare. Fisso rassegnato la lavagna, non riuscendo a capire un accidenti di quello che c'è scritto e sbuffando rassegnato, mi metto il cuore in pace e cerco di trovare una posizione comoda per dormire. Sbircio con la coda dell'occhio Cloe, ha la mia stessa faccia rassegnata e anche lei ci rinuncia, mettendosi comoda sul banco pronta per dormire. Mi stavo quasi appisolando, quando la preside entra con un nuovo studente, è un ragazzo abbastanza alto, occhi marroni e capelli abbastanza lunghi. Ha un sorriso che non mi convince, soprattutto quando fissa lo sguardo su Cloe. E' pallida come un cencio come se avesse visto il suo peggior incubo, lo sta fissando con i pugni serrati e gli occhi fuori dalle orbite mentre il suo corpo è scosso da tremori incontrollati. <Ragazzi, il signor Jacob Trainer si è riscritto alla nostra scuola ed io sono stata felice di riammetterlo e metterlo nei suoi vecchi corsi.> ci dice la preside mentre io scruto il nuovo arrivato, cercando di capire se l'ho già incrociato da qualche parte, ma soprattutto cos'ha a che fare con Cloe. <Porca merda> esclama sottovoce la piccoletta al mio fianco e continuando ad imprecare come uno scaricatore di porto per tutta l'ora. Jacob non le ha tolto gli occhi di dosso ed io ho iniziato ad innervosirmi parecchio, per il suo sguardo lascivo. Appena suona la campanella , tutti scattano in piedi tranne io, Cloe e Jacob che sta parlando amichevolmente con quel viscido di Matt. Afferro Cloe per un braccio e la trascino fuori da quella classe, lei si lascia portare, senza protestare neanche una volta e questo è un allarme bello grosso sul suo attuale stato. La porto nel giardino sul retro e quando ci fermiamo lei fissa un punto lontano, continuando a tremare. La prendo per le spalle e scuoto piano il suo corpo che si irrigidisce peggio di una lastra di cemento. <Cloe! Parlami! Dimmi cosa ti sta succedendo!> la imploro, cercando di portarla alla realtà. <Lui è qui, è qui. Lui è qui.> dice in un sussurro, in una litania sofferente prima che le lacrime le sgorgano da quegli occhi meravigliosi. Sicuramente c'entra quello nuovo e la mia voglia di pestarlo a sangue aumenta. <Chi Cloe?> la sprono a parlare, non sapendo cos'altro fare. <Il mostro è qui.> ripete guardando ancora nel vuoto e vorrei mettermi a picchiare la testa contro il muro pur di capire cosa sta succedendo dentro la sua testa. <Cristo dimmi cosa ti ha fatto!?> le urlo addosso per poi abbracciarla di getto. <M-mi ha violentata> mi dice staccandosi da me e guardandomi con i suoi smeraldi ritornati, per così dire, in vita. Mi irrigidisco mentre la stringo ancora di più tra le mie braccia, giurando di uccidere quel bastardo e di proteggerla per il resto della vita. <Io lo ammazzo> le dico staccandomi da lei e camminando di corsa, alla ricerca di quel figlio di puttana che ha osato toccare la mia piccoletta. <Gavin! Fermatii!> mi urla supplichevole Cloe mentre mi insegue, tentando di fermarmi. Non le d'ho ascolto, sono accecato da una furia cieca e l'unico obbiettivo è ucciderlo. <Noo!> urla disperata per poi smettere, bene, si è decisa a rinunciare. Mi volto per guardare se è andata via, ma la trovo riversa a terra. Maledizione! Corro da lei, con il panico che mi attanaglia le viscere. Respira ancora, ma è svenuta, la prendo in braccio e la porto in infermeria, rimandando la mia vendetta per quel bastardo. L'infermiera la visita subito e costata che ha avuto una crisi di nervi, supponendo che ha vissuto troppe emozioni insieme e il suo corpo non è riuscito a stare al passo, facendola svenire. Resto al suo capezzale e la guardo dormire, sembra un angelo. Ora capisco la sua reticenza nell'avere un contatto fisico con un ragazzo e la sua sfiducia in tutto il genere umano. Cloe si muove nel sonno mentre aggrotta le sopracciglia e sussurra parola incomprensibili. Le prendo la mano, cercando di essere il più delicato possibile e facendo il possibile per calmarla. <Shh, ci sono io con te piccola e prometto di proteggerti sempre> le dico sussurrandole nell'orecchio altre parole dolci finchè non vedo il viso rilassarsi. Quando si sveglierà dovrà spiegarmi un bel po' di cose e farò in modo che non abbia via di scampo.


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