Capitolo 9

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Cloe

Parlando con Duke ho scoperto che ha 20 anni e con un suo amico sono ritornati in America per aprire uno studio di tatuaggi, è molto simpatico e mi sento a mio agio con lui. Ad un certo punto, però, sento dietro di me una presenza imponente. Mi giro e vedo Gavin. <Cosa diamine ci fai qui? Mi stai per caso pedinando!> gli dico incazzata nera mentre penso a tutti i modi con cui potrei ucciderlo. <Ciao Duke, scusa amico ma, ti rubo Cloe> gli dice Gavin digrignando i denti, mentre serra i pugni, senza neanche guardarmi. Rimango sconvolta, come fanno a conoscersi? <Certo amico, nessun problema> risponde Duke un po' perplesso e cercando di capire perchè il suo amico è così incazzato. <Te lo puoi scordare che vengo con te bestione dei miei stivali!> gli dico imbronciata mentre incrocio le braccia al petto e lo guardo torva. In un secondo, mi ritrovo a testa in giù, sulle spalle di Gavin <Mollami razza di deficiente!!> urlo dimenandomi selvaggiamente per cercare di liberarmi ,ma lui rafforza la presa. <Ci vediamo amico>gli dice Gavin, e Duke che se la ride di gusto, guardando lo spettacolino che ha messo su quella testa bacata di un bestione. Non posso crederci, ancora una volta mi ritrovo ad essere trasportata come un sacco di patate.<Lasciami maledizione!> gli dico infuriata, mentre mentalmente lo insulto <Non ci penso minimamente a lasciarti bambolina, ora sei mia> mi dice dandomi una pacca sul culo. <Brutto idiota, riprovaci e sei morto> gli dico minacciosa, tirandoli pugni sulla schiena. Intanto, Mr.testa bacata, ride di gusto come se i miei pugni non lo scalfissero minimamente. <Dove mi stai portando?> Gli chiedo ormai rassegnata a rimanere sulla sua spalla come un sacco, mentre mi accorgo che tutti i passanti ci guardano straniti e divento rossa per l'imbarazzo. <Andiamo nel mio appartamento, visto che è qua vicino, piccola> mi risponde blocandosi davanti ad un portone e aprendolo con un calcio. Sale le scale senza fatica con me in spalla, accidenti è davvero in forma per non mostrare minimante di essere stanco. Apre la porta del suo appartamento e va verso camera sua, presumo, buttandomi sul letto. <Adesso parliamo> mi dice guardandomi fisso negli occhi e incrociando le sue braccia muscolose piene di tatuaggi.<Non abbiamo niente da dirci> gli dico distogliendo lo sgaurdo da quegli occhi argento, ma sopratutto dal suo corpo che mi fa provare strane sensazioni. <Ohh si piccola, dobbiamo parlare di quello che è successo ieri sera e anche di due anni fa> mi dice mentre si avvicina e mi alza il viso per guardarmi negli occhi. <No! Ormai è acqua passata, non voglio neanche pensarci> gli dico tremando e ricacciando indietro le lacrime solo al pensiero di quella sera, con l'amaro in bocca per come si sono comportati i suoi amici due anni fa. <Non credo proprio piccola, visto che stai male anche adesso, ti conosco troppo bene> mi dice guardandomi con affetto. E' vero io e lui ci siamo sempre capiti al volo, anche se litighiamo il più delle volte. <Non è vero, io sto benissimo e se vuoi parlare, ti ascolto> gli dico fingendomi forte anche se dentro ho paura di quello che mi dirà, ma sopratutto sperando che non mi chieda del perchè ieri sera mi sia irrigidita al suo tocco. <Va bene...> prende un respiro profondo e inizia a raccontarmi <Due anni fa quando la mattina dopo mi sono svegliato non mi ricordavo niente di quello che era successo, è stato Gus a mostrarmi le foto,e mi sono sentito una merda per averti baciato, è stato un errore imperdonabile, ma soprattutto avevo paura che poteva rovinare la nostra amicizia. Ho detto a Gus di cancellare tutte le foto. Non avevo il coraggio di rivederti allora sono fuggito via, anche perchè avevo litigato con i miei genitori e sono andato a Londra anche se avevo solo 17 anni, sai che i miei sono sempre via e non gliene frega niente di me quando arrivano qua in città, l'importante per loro era che mi comportavo da figlio modello, e mi hanno lasciato andare senza storie, sperando che mi aiutasse a mettere la testa a posto, a patto di andare ogni settimana da un terapista.> mi dice con il viso ricoperto da un velo di tristezza e rimorso. Si, so che non ha un buon rapporto con i suoi genitori da quando era piccolo. Loro pensano solo ad arricchirsi sempre di più, senza dare nessun tipo di affetto a Gavin. Purtroppo è andato anche in un istituto psichiatrico perchè aveva molti comportamenti violenti con tutti e scatti d'ira sopratutto con i nostri vecchi compagni, ma stranamente, mai con me. Gli faccio cenno di continuare, anche perchè sono rimasta senza parole <A Londra, ho conosciuto Duke, abbiamo condiviso l'appartamento e siamo diventati subito ottimi amici, anche perchè avevamo la stessa ambizione di diventare tatuatori e siamo stati apprendisti finchè abbiamo avuto l'attestato di poterlo praticare liberamente, decidemmo di ritornare in America e di aprire uno studio qui a San Diego, ma per aprirlo mi serve un diploma e quindi eccomi qui che ritorno a scuola mentre Duke sta cercando un posto per lo studio.>mi guarda intensamente, <Va bene, ora capisco, o almeno credo> gli dico poco convinta<Per quanto riguarda il bacio di ieri ti chiedo scusa, non volevo comportarmi in quel modo, cancella tutto è stato un errore> mi dice. <Hai ragione, è la cosa migliore> gli dico, anche se sento un tuffo al cuore e non volgio neanche pensare al motivo per cui mi sento così a pezzi<Scusa ma adesso devo andare> gli dico mentre scappo via dal suo appartamento, lui non prova neanche a fermarmi e per questo li sono grata. Appena entro a casa mia inizio a piangere per tutto quello che è successo, perchè anche se non voglio ammeterlo quelle parole mi hanno spezzato il cuore un'altra volta. Ma da adesso basta, è l'ultima volta che piango per qualcuno che non gli interessa niente di me. Questa è una promessa che faccio a me stessa, si ritorna ad essere fredda e distaccata.

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