Capitolo 23

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Appena entro nel mio appartamento mi investe un ondata di profumo di cibo e voltandomi nella direzione della cucina, vedo mio fratello intento a trafficare tra i piccoli fornelli. E' buffissimo, ha il viso concentrato sulla pentola mentre rimesta il suo interno con un mestolo di legno e noto che dall'ultima volta che l'ho visto è diventato il doppio di com'era prima, ci sta a stento nella mia piccola cucina che è adatta alle mie dimensioni. Mi avvicino di soppiatto, approfittando del fatto che non si è ancora accorto della mia presenza e arrivo alle sue spalle. <Ciao Nick!> gli urlo nell'orecchio, facendolo trasalire per la sorpresa e mandando quantità di ragù in ogni dove, sporcando tutta la cucina. <Maledizione Cloe! Mi hai fatto prendere un colpo!> esclama voltandosi nella mia direzione e guardandomi minaccioso, mentre gli scoppio a ridere in faccia non riuscendomi più a trattenere. <Scusa, ma era troppo ghiotta come situazione!> gli dico quando riesco a calmare le risate, Nick mi rivolge un occhiataccia e ritorna a cucinare, anche se prima non mi faccio sfuggire il grembiule cha ha indossato per l'occasione. E' il grembiule che mi aveva regalato lui stesso qualche anno fa, prima che partisse, c'è ritratta una donna mezza nuda e con la scritta in grassetto "MIO FRATELLO E' UN CUOCO MIGLIORE DI ME, e io posso solo sfoggiare la mia dote di indossare questo grembiule che mi fa sembrare, quasi, carina" , stona talmente tanto con la sua aria seria, da militare bacchettone che scoppio a ridere ancora una volta. <Adesso cosa c'è da ridere tanto?> sbotta mio fratello inviperito mentre io gli indico il grembiule compromettente. Per fortuna, lui ha il coraggio di arrossire per l'imbarazzo<Bhe era l'unico che ho trovato> balbetta impacciato mentre io scuoto la testa, ma tutto d'un tratto mi piomba addosso la pessima giornata di oggi e prendendo un bel respiro, racconto a mio fratello tutto quello che è successo. All'inizio il suo viso è completamente scioccato ma più vado avanti ne raccontargli la mia giornata, più si rabbuia mentre gli occhi lanciano fiamme che incenerirebbero chiunque. Esce di casa come una furia, non provo neanche a fermarlo tanto sarebbe inutile, è un fascio di nervi e temo che se lo toccassi esploderebbe come uno tsunami, distruggendo tutto quello che trova sotto tiro. Rassegnata finisco di cucinare le lasagne anche se dopo averle messe nel forno, si sono rovinosamente bruciate per colpa della mia distrazione nel farmi una doccia troppo lunga. In mia difesa posso solo dire che ne avevo veramente bisogno, cercando solo di scacciare la pessima giornata che ho avuto. Mi preparo in fretta e furia per il turno allo Stone, senza neanche toccare il cibo carbonizzato, tanto il mio stomaco è chiuso da stamattina. Esco dal mio appartamento sbattendo la porta e velocemente raggiungo il mio nuovo posto di lavoro. Appena entro mi accoglie una delle canzoni più famose degli AC/DC Thunderstruck e subito il corpo segue il ritmo fantastico della canzone. <Ehi ragazzina!> mi saluta subito Jimmy da dietro al bancone, con la sua vociona. <Ciao vecchietto!> ricambio il saluto quando lo raggiungo, mi metto velocemente il grembiule e poso la mia borsa nello sgabuzzino del locale. Mi metto subito al lavoro, prendendo le ordinazione dai tavoli e spillando pinte di birre a tutta velocità, anche se è lunedì la gente non manca e il locale è affollato, soprattutto dai ragazzi del college che si prendono una pausa momentanea. Entrano un gruppo consistente di ragazzi con la giacca della squadra di football del college di San Diego, mi affretto a preparare un tavolone per loro mentre i ragazzi mi rivolgono delle occhiata maliziose, ma io non ci bado neanche troppo presa dal mio lavoro. Prendo le ordinazioni della squadra con non poca fatica, visto che sono già sull'allegro andante. Quando porto il vassoio stracolmo di birre e lo lascio sul tavolo, un ragazzo seduto a capo tavola, con il fisico più robusto di tutti e una zazzera di capelli neri che incorniciano gli occhi color caffè, mi trattine per un braccio con un sorriso a trentadue denti mentre io mi irrigidisco al contatto della sua mano. <Ciao bellezza, sono Aaron perché non ti siedi un minuti qui con noi e ti riposi un attimo, facendoci compagnia?> mi guarda con aspettativa, mentre io sono bloccata ancora troppo confusa per metabolizzare la sua domanda, ma mi sento strattonare via dalla sua presa e avvolgere da delle braccia tatuate che riconosco subito essere quelle di Gavin. <Mi dispiace Aaron, ma è già impegnata, quindi gradirei che le lasci fare il suo lavoro> esclama minaccioso Gavin da sopra la mia testa, aumentando la stretta sulla mia vita mentre il suo profumo alla menta mi fa rilassare immediatamente. Diamine, non dovrei essere come gelatina quando mi tocca quella sottospecie di bestione, dovrei solo tirarli un calcio nelle palle e tornarmene al mio lavoro. <Scusa amico, ma non mi sembra che sia la tua ragazza,dalla faccia che ha fatto.> gli dice Aaron non demordendo, con un sorrisetto malizioso puntato nella mia direzione. La stretta del bestione delle caverne sulla mia vita aumenta, riportandomi alla realtà e senza pensarci troppo, agendo d'istinto faccio una grande cazzata. <Amore, mi sei mancato tanto!> gli dico al bestione mentre mi volto nella sua direzione e, prendendoli la maglietta lo costringo ad abbassarsi alla mia altezza per baciarlo su quelle labbra illegali. All'inizio sembra sorpreso, ma dopo un momentaneo shock, ricambia con passione e le sue mani curiose finiscono sul mio didietro, strizzandolo per benino. Partono dei fischi sommessi, peggio di uno stadio, soprattutto dalle parti del bancone e quella voce sommessa che ci incita a proseguire è di sicuro del vecchio Jimmy. Mi stacco dal bestione con il cervello ancora intorpidito, lo guardo con la bocca e gli occhi socchiusi come imbambolata. E' più forte di me, non riesco ad essere razionale con lui, dovrei stargli alla larga per salvaguardarmi da un cuore frantumato che di sicuro avrò solo se mi lascio andare con lui. Perché i sentimenti che ho sempre provato per lui, sono dentro al mio cuore e non sono mai cambiati col passare degli anni. Anche se ho ancora l'amaro in bocca per il tiro mancino che mi ha tirato due anni fa andandosene, ma non posso farci niente io amo ancora questo bruto bestione che mi fa impazzire, nel senso più letterale del termine. Anche quando il mio mondo è andato in pezzi, dopo quello che mi ha fatto Jacob, ho sempre pensato a lui che mi proteggeva da quel mostro proprio come un eroe dei fumetti. Non mi facevo molti film mentali, perché sapevo che lo avrebbe fatto, spaccandoli anche la faccia appena lo avrebbe saputo come ha sempre fatto da quando ero piccola. <Caspita rottweiler, non me lo aspettavo proprio, ma se vuoi continuiamo anche dopo, nel tuo appartamento> mi sussurra Gavin all'orecchio, per poi farmi un sorriso malizioso mentre mi tiene ancora saldamente per la vita. Gli faccio gli occhi più dolci e diabetici che conosco, per poi avvicinarmi a lui in modo sensuale, o almeno lo spero visto che sono un bel po' arrugginita per quando riguarda la seduzione. <Solo nei tuoi sogni più depravati può succedere una cosa così assurda> gli dico con voce melensa, per poi spingerlo via e ritornare al mio lavoro, visto che ho già sprecato tempo a sufficienza per queste stronzate. <Ragazzina perché non mi hai detto che stavate assieme!?> mi chiede Jimmy appena ritorno dietro al bancone, con una voce finta offesa che mi fa sorridere. <Non stiamo veramente assieme vecchio, era solo una messa in scena per allontanare alcuni ragazzi che mi davano il tormento> gli dico un po' scocciata e, cercando di non costruire castelli per aria su me e Gavin assieme, tenendomi occupata a spillare birra per i clienti. <Strano non si direbbe da come vi siete sbaciucchiati prima> mi dice Jimmy ghignando e facendo vedere il suo dente d'oro. <Concordo, sembrava un bacio molto vero> mi raggiunge la voce di Cindy che mi fa sobbalzare dallo spavento, mi volto verso la mia amica dai capelli viola che mi rivolge un ghigno divertito. <E tu da dove spunti fuori?> le chiedo guardandola in cagnesco. <Sono arrivata con Gavin e i ragazzi e per tua informazione hanno assistito tutti vostro scopa-bacio!> mi dice rivolgendomi un sorriso da angelo, anzi più da piccolo e malvagio diavolette se devo essere sincera, le butto lo straccio con cui stavo pulendo il bancone. <Ahh che casino che ho combinato, non riuscirò più a guardare in faccia nessuno dei ragazzi> le dico lagnandomi per poi infossare la testa rossa come un pomodoro sulle spalle, sperando di diventare una tartaruga che si nasconde nel suo guscio. <Smettila, si sono fatti solo quattro risate> mi dice muovendo la mano avanti e indietro, facendo sembrare la cosa meno importante mentre la guardo con un sopracciglio alzato <Davvero?> le chiedo scettica, soprattutto perché conosco i ragazzi. <Va bene, hanno fatto più di quattro risate e poi sai com'è Luke con la sua ironia poco velata.> mi dice rabbuiandosi mentre sorseggia la sua birra. <Vero> le rispondo mogia mentre cerco di tenere le mani e la mente occupata. <Però guarda il lato positivo> mi dice riprendendo la sua aria raggiante. <Ci sarebbe anche un lato positivo in questo casini che ho fatto con le mie stesse mani?> le dico troppo scettica mentre pulisco il bancone che ormai sembra uno specchio da quante volte l'ho pulito. <Certo che c'è, adesso Gavin è sotto torchio dei ragazzi che gli faranno passare anche le pene dell'inferno pur di essere a conoscenza dei più piccanti particolari> mi dice ghignando malignamente e io la seguo poco dopo, immaginando il bestione sotto interrogatorio, conoscendo i ragazzi che se ci si mettono di impegno sono peggio dell'inquisizione. <Hai proprio ragione> le dico ritrovando una nuova energia e ritorno a lavorare con un sorriso stampato in volto.

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Salve bella gente😘

Spero che vi piaccia questo capitolo e vorrei sapere cosa ne pensate della storia in generale, vanno bene anche critiche purché siano costruttive, grazie mille❤

Baci😘😘😘

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