Capitolo 18

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<Nick fermati!> urlo disperata al ragazzo che sta aggredendo Gavin, nonché mio fratello. Cerco di tirarlo per un braccio, ma mi butta a terra, mentre colpisce Gavin in pieno viso facendoli sanguinare il naso. Guardo in giro in cerca di qualcuno che mi aiuto e vedo i miei amici che si stanno facendo spazio tra la fallo di curiosi che si è riunita a guardare la rissa. <Cloe, tutto bene?> mi chiede Cindy avvicinandosi a me e aiutandomi a rialzarmi, mentre il mio respiro si fa sempre più affannoso per l'agitazione. <Si, ma qualcuno deve fermarli> le dico disperata mentre Gavin adesso ha la meglio su mio fratello. Sono ancora scioccata per la sua presenza, non mi aspettavo di vederlo qui a San Diego, visto che si è arruolato più di tre anni fa nei Marines. L'ho visto sempre pochissimo volte, se andava bene due volte l'anno, quando chiedeva un congedo temporaneo. Michel e Simon con i loro corpi robusti, la pelle ricoperta di inchiostro e i capelli neri e lunghi, avanzano dalla folla a suon di spallate fino a raggiungerci. Sembrano fratelli, talmente sono simili, ma sono solo amici e quando riconoscono mio fratello irrigidiscono entrambi la mascella e serrano i pugni. <Dobbiamo intervenire Cloe?> mi chiede il mio migliore amico Michel che si è ripreso il suo posto, da quando ci siamo scambiati un occhiata di complicità, quando stavamo ballando, e mi ha fatto capire di avermi perdonata e che mi rivoleva nella sua vita come amica. <Si ti prego dividili> lo supplico e lui con un cenno del capo si dirige verso i due che continuano a fare a botte, senza che nessuno vinca. Diamine, ma in questa discoteca i buttafuori non esistono? Penso incazzata nera verso tutti, ma soprattutto con mio fratello, non capendo il motivo che lo ha spinto a picchiare Gavin. Michel prende Gavin per le spalle alzandolo da terra e lo allontana. Simon fa la stessa cosa con mio fratello, ma tutti e due continuano ad agitarsi per cercare di liberarsi e potrebbero riuscirci, visto che sono molto più alti e robusti di Michel e Simon. Decisa a non far scatenare un'altra rissa, vado a passo spedito da mio fratello che guarda Gavin con odio. <Lascialo> ordino a Simon per poi prendere Nick per un orecchio, come faceva mia madre quando eravamo piccoli, per poi trascinarlo fuori da questo maledetto casino. <Cloe lasciami!> sbraita mio fratello rosso in volto per la figura da idiota che gli sto facendo fare. <Taci> gli dico guardandolo negli occhi azzurri, incazzata nera. Smette di lagnarsi e si lascia trasportare fuori dal locale e lascio la presa sul suo orecchio. <Ora mi spieghi che diavolo ti è preso li dentro?> gli urlo addosso mentre incrocio le braccia al petto e lo guardo seria in volto. Lui si massaggia l'orecchio e distoglie lo sguardo. Coniglio! Penso infuriata e digrigno i denti. <Non doveva toccarti> borbotta risentito e mettendo il broncio. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo esasperata, è sempre il solito iperprotettivo con me, ed è così da quando ero piccola. Soprattutto, con Gavin e i miei amici che poi erano anche i suoi, visto che hanno la stessa età. <Nick, non stavamo facendo niente di male> gli dico avvicinandomi a lui e sorridendoli mentre gli scompiglio i capelli biondi. Non riesco mai a rimanere arrabbiata con lui, soprattutto quando so che mi voleva solo proteggere. Non oso immaginare se sapesse di quello che mi ha fatto quel mostro, penso che lo avrebbe ucciso a mani nude e lo avrebbero aiutato anche le mie guardie del corpo, cioè Michel, Gavin, Simon, Alex e Luke. Conoscendoli bene e da come mi proteggevano qualche anno fa da qualsiasi persona che mi si avvicinava, sbarrandoli il passaggio e guardandolo con sguardo truce, scappavano a gambe levate per quelle montagne viventi ricoperte d'inchiostro e piercing. Certe volte penso che se non mi fossi allontanata da loro, non avrei neanche conosciuto Jacob e la mia vita sarebbe stata migliore. Scuoto la testa, ormai è successo e non posso continuare a pensare di cambiare il passato. Nick notando che l'ho già perdonato ricambia il mio sorriso e mi abbraccia mentre mi solleva e gira su se stesso. Scoppio a ridere, felice di rivederlo sano e salvo, ma soprattutto senza nessuna ferita o amputazione. <Mi sei mancata, scricciolo> mi dice mentre finalmente mi fa poggiare i piedi a terra. <Anche tu mi sei mancato tantissimo> gli dico per poi gettarmi tra le sue braccia. <Ora però tu vai dentro e chiedi scusa a Gavin> gli dico staccandomi da lui e guardandolo seria. <Ma io non...> inizia a dire ma lo blocco subito. <Niente ma, ora tu vai a scusarti> lo sgrido mentre lui abbassa il capo e mette il broncio, per poi voltarsi ed entrare a passo pesante nella discoteca. Lo seguo all'interno e sembra che non sia mai successa una rissa, tutti ballano e bevono senza accorgersi della nostra presenza. Andiamo nel tavolino dove ci sono gli altri, seduti che bevono una birra. Gavin è il primo a vederci, è messo abbastanza male, con un labbro spaccato e il naso gonfio mentre mio fratello non si è fatto niente. Fisso quegli occhi argentati che mi incantano ogni volta che li incrocio, sembrano argento fuso talmente sono infuocati. Gavin mi fissa con un sorrisetto impertinente, che fa sciogliere ogni ragazza nel raggio di dieci metri. Mi riscuoto dai miei pensieri depravati e tiro una sberla sul collo a Nick che era rimasto impalato a guardare il pavimento. Mi guarda male e si massaggia il collo. <Scusa amico, sai che quando c'è di mezzo Cloe non ragiono> si scusa con Gavin che distoglie finalmente lo sguardo da me, visto che mi stavo agitando. <Tranquillo, ti capisco benissimo> gli dice per poi fulminarmi con lo sguardo. Adesso che ho fatto di male? Penso esasperata, per poi andarmi a sedere vicino a Cindy, sbuffando peggio di una pentola a pressione. Nick si siede tra Alex e Luke, iniziano a parlare delle sue missioni mentre mi viene in mente che non gli ho chiesto cosa ci fa qui, mi sono completamente dimenticata visto che ero troppo occupata, prima a sedare una rissa e poi a fare la ramanzina a mio fratello. <Terra chiama Cloe!> mi richiama Cindy, sventolandomi una mano davanti al viso. Scuoto la testa, sbattendo le palpebre e ritornando sulla terra ferma. <Scusa, mi dicevi?> le chiedo con un sorriso angelico. <Sei rimasta tale e quale a due anni fa, sempre in mezzo alle nuvole> mi dice alzando gli occhi al cielo e sbuffando. <Comunque ti chiedevo se domani volevi venire con noi allo Stones a salutare Jimmy, visto che è da un bel po' che non lo vediamo> mi chiede e io annuisco raggiante, felice di andare a trovare quell'arzillo vecchietto rockettaro. Jimmy è stato un secondo padre per tutti noi, abbiamo scoperto il suo bar nascosto tra due palazzi, quando siamo fuggiti da due signore che ci inseguivano con i loro bastoni alzati. Jimmy ci ha difesi, non sapendo neanche chi eravamo per poi offrirci un succo alla frutta a testa. Avevo solo dieci anni e da quella volta siamo andati li ogni giorno, grazie a lui ci siamo appassionati alla musica rock e metal, ma soprattutto ci siamo affezionati a Jimmy. Da quando mi ero allontanata da loro, passavo ogni tanto allo Stones a vedere come se la passava quella vecchia canaglia e ogni volta lui mi accoglieva a braccia aperte, sorridendomi con il suo dente d'oro. Dopo quello che mi è successo, sono andata subito da Jimmy e gli ho confessato tutto, lui è l'unico che sa cosa mi è capitato. Ho dovuto fermarlo innumerevoli volte, perché ogni volta che gli raccontavo un particolare in più lui prendeva il fucile che nasconde dietro al bancone e continuava a ripetere con voce burbera<Adesso vado e lo ammazzo!> ma io lo bloccavo ogni volta troppo spaventata all'idea che lui rivada in prigione. Se adesso ci penso mi spunta un sorriso a trentadue denti e non vedo l'ora che sia domani per andare dal mio vecchietto preferito.

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