ARIEL
Il viaggio di ritorno fu rilassante, io e Tom non ci parlavamo dalla sera precedente e un elicottero privato venne a prelevarci in una pista vicino la baita.
Eravamo famosi, potevamo avere ció che volevamo e grazie ai nostri talenti godevamo del benessere più assoluto anche se feci sempre tanta beneficenza, sin dai primi giorni della mia carriera. Non mi era mai piaciuto vivere di ingordigia, soprattutto perchè io venivo da una famiglia alla buona dove i vizi erano inesistenti e si sentiva la soddisfazione di mangiare un buon piatto di pasta come se fosse caviale con champagne.
Entrai a casa mia e lanciai il borsone nel corridoio di parquet, mi ordinai una pizza e una birra, ero stravolta per cucinare. Anche le celebrità avevano bisogno di spazi e di solitudine ogni tanto.
Eravamo sotto torchio tutti i giorni, stressati e con poco tempo per vivere una vita normale; ragion' per cui ogni momento con Tom e i miei amici era prezioso ogni giorno di più, mi permetteva di dissociarmi dai media e da ogni tipo di cattiveria, loro mi davano la vita di una vera diciannovenne, non potevo essere sempre "Ariel, la cantante di Berlino", avevo bisogno di uscire fuori da quel personaggio che mi ero costruita e volevo starmene sola in casa mia e ordinarmi una pizza.
Mi levai le scarpe e mi sdraiai sul divano, aprii Facebook e vidi che una marea di fans mi aveva mandato foto, video e saluti in questi due giorni. Erano fantastici, facevano anche fanfiction su me e i Tokio Hotel, peccato che non sapevano che la fanfiction tra me e Tom era appena cominciata.
Decisi di inviare un sms a lui per cercare di distogliere l'attenzione da ciò che era avvenuto poche ore prima, non volevo perderlo, avevo paura di un distacco da parte sua:
" Non so da dove cominciare, mi dispiace per l'accaduto, ti voglio bene e non vorrei mai rovinare ciò che c'è tra di noi, Tom, se mi vuoi bene dimmi che non è nulla di grave, mi sento male"
TOM: " Tranquilla piccola. Siamo fratello e sorella da tanti anni ormai. Ti voglio bene, buona notte e sogni d'oro."
Rabbrividii a leggere ció che mi scrisse non curandomi nè della buonanotte e dei sogni d'oro e nè della tenerissima affermazione "siamo fratello e sorella". Non mi aveva mai chiamato "piccola" come aveva fatto a venirgli l'idea in quell'istante? Ma soprattutto com' era possibile che ogni piccolo dettaglio di lui mi emozionasse sempre di più?
Da quella sera in macchina, nella quale lo vidi nella semplicità più nuda che ci potesse essere, Tom Kaulitz iniziò a martellare la mia mente, e sapevo che da lì in poi sarebbe stato soltanto l'inizio di un lungo sentiero tortuoso.
Qualche settimana dopo...
<< Buongiorno ragazzi, siete pronti per il meet&greet? >> Chiese la Sig.ra Von Dehr, responsabile di interviste e pacchetti VIP.
Io rimasi fuori, non potevo entrare, l'ingresso era previsto solo per la band e io dovevo attendere dietro le quinte ad aspettare ma Bill aveva preso un cane, Pumba. Giocai tutto il tempo con lui, adoravo quel cucciolo sin dal primo giorno. Un bulldog inglese e ciccione!
I ragazzi uscirono dalla sala del Meet ridendo e dicendo cose sconce su qualche tettona scollata, mi parve di sentire.
Tom ed io avevamo chiarito e da quella sera in cui mi scrisse "piccola" smettemmo di parlare dell'accaduto facendo finta di non aver mai sfiorato un bacio, una carezza. Eravamo "amici come prima". A dir la veritá non smisi mai di pensare a quella notte e per di più lo sognai; dopo tutte queste settimane era iniziato l'anno nuovo e avevo ancora un casino in testa.
TOM
Non smisi di pensare ad Ariel neanche un minuto dopo la festa e la notte in macchina, ma non dissi niente e continuai ad ingoiare dentro tutto fino a comprimermi lo stomaco, avrei dovuto continuare a farlo ma nella sala del Meet vidi che improvvisamente una guardia del corpo, uomo muscoloso sui trenta, ci provava spudoratamente con lei davanti a me, con la scusa di pumba lei si piegava e lui le guardava bene il di dietro.
Una scossa di gelosia mi trafisse il cuore e iniziai a tirarmi il piercing con i denti in segno che mi stavo incazzando sul serio.
Ariel si raccolse i capelli in una coda e sembrò dare confidenza al tipo muscoloso.
Questa volta non ce l'avrei fatta a tenere tutto dentro, presi Ariel da un braccio e la costrinsi a seguirmi nel primo sgabuzzino che trovai, daltronde chi non vorrebbe stare in uno sgabuzzino con Tom Kaulitz?<< Tom, che stai facendo? >> borbottò Ariel nonostante le stessi tappando la bocca.
<< Ti proteggo >> le dissi deciso bloccandola al muro dai polsi.
ARIEL
Mi stava stringendo i polsi ed eravamo talmente vicini che il mio respiro iniziava a scarseggiare; continuava a leccarsi il piercing e non riuscivo a smettere di guardarlo, i polsi si stringevano sempre di più e gemitai non saprei se dal dolore o dalla voglia di essere stretta in quel modo da lui.
Mi disse che mi proteggeva, mi fece capire che quell'uomo gli diede fastidio, stessa reazione un pò più contenuta che avrei adottato io con una sua fan.Ero appiccicata al muro e sentivo il suo fiato sul collo. Volevo morire.
Tom scoppiò e mi sollevò al muro premendo con forza la sua intimità su di me, avvinghiandomi le gambe dientro la sua schiena, iniziò poi a darmi dolci baci sul collo e venni a contatto immediatamente con il cerchietto di ferro che portava sul labbro. Di scatto lo tirai ancora verso di me e appoggiai mie labbra sulle sue che umide si schiusero subito per lasciarmi passare e con passione ci baciammo, ci baciammo fino a consumarci.Tom ormai era sull'orlo di svenire dalla forte erezione che aveva contenuto nei pantaloni, ma decisi che quello non era nè il momento e nè il luogo, era una dolce pazzia che sarebbe dovuta terminare in un bacio, forse l'ultimo oltre ad essere il primo.
TOM
Uscimmo dallo sgabuzzino e raggiungemmo gli altri che increduli ci guardavano tutti come dei cretini chiedendosi nella mente dove c'eravamo cacciati per mezz'ora.
Bill aveva un'espressione strana e con le mani poggiate sui fianchi mi fissava senza osar chiedermi nulla. Lo guardai di sfuggita e senza dargli spiegazioni presi il mio giubotto nero di pelle ed entrai nella mia Cadillac, ormai messa a nuovo.
Non pensai neanche di chiedere ad Ariel se volesse essere accompagnata, ero troppo imbarazzato ed euforico, avevo ancora il fiatone e i testicoli mi stavano decisamente scoppiando. La desideravo, desideravo sudare sopra di lei, stringerle i polsi ancora di più.
Quello sgabuzzino avrei voluto si trasformasse in una camera, magari del migliore Hotel in assoluto, con le luci soffuse e un letto matrimoniale pronto ad accogliere il corpo di Ariel premuto contro il mio.Fantasticai fin troppo durante il viaggio di ritorno, ma io ero così, istintivo sul sesso, quando avevo una bella ragazza sotto le mani dovevo farla sentire donna e fiera di me. Ariel con quel bacio fu capace di stimolarmi da capo a piedi, mi dimenticai della nostra amicizia non appena la schiacciai contro il muro. Era mia e volevo riempirla di me. Un uomo passionale ed erotico al cento per cento.
Molti erano invidiosi della mia capacità sovrannaturale di eccitare le donne. Ariel stringendosi alla mia schiena acconsentì al fatto che se ci fossimo spinti avrebbe goduto tanto, e io diventai pazzo solo al pensiero.
Arrivai a casa e mi misi nella Jacuzzi per rilassarmi dopo quella scena da film. Non volevo sapere neanche quando era il prossimo Meet, avevo bisogno di stare da solo.