TOM
Angelika stava bene, questo è ciò che mi importava realmente. La bambina che sarebbe stata mia figlia era in ottima salute e continuava a crescere. Ariel mi mandò durante i sette mesi di Tour tutte le foto del pancione più le ecografie. Ero molto agitato quando vidi la prima ecografia di mia figlia, era in 3D e riuscivo a vedere bene i suoi lineamenti, sembrava già uguale a me.
Io e i ragazzi eravamo in America per la terza parte del Tour e mancava un mese prima del ritorno a casa. Dovevamo fare ancora la tappa russa.
Intanto un sacco di esperienze avevo vissuto fino ad allora. Persone nuove, posti nuovi, fans nuove. Ero al settimo cielo e l'unica cosa che mi mancava era Ariel, non vedevo l'ora di tenerla di nuovo fra le mie braccia e riscaldarla.
La cosa che mi faceva essere ancora più eccitato era il fatto che sarebbe nata mia figlia e io non sarei mai più stato il classico ragazzo di ventidue anni, ma un padre, uomo.
ARIEL
Riuscii piano piano a colmare il vuoto, ma non del tutto, per la mancanza di Tom, e con l'aiuto di Kristel riuscii a dare retta al mio lavoro e a godermi anche la gravidanza con la giusta privacy.
Decisi di cambiare look e affrontare qualcosa di più moderno: mi feci i capelli a caschetto ma tagliati a righello biondi e scalati. Erano perfetti e si intonavano bene al mio pancione.
Tom non sapeva nulla del mio cambio di look, qualche piccola stravaganza doveva pur rimanere una sorpresa in fin dei conti, ma ci pensarono i fan a farmi foto a sgamo da lontano ad informarlo. Venni criticata da alcune riviste come la "Raffaella Carrà" tedesca.
La mia pancia ormai era un pallone gonfio e mia figlia Angelika sarebbe nata il mese prossimo, quando Tom sarebbe tornato a casa. Gli mandai ogni tipo di foto e di aggiornamento ma nulla equivaleva all'incontro dal vivo e non stavo nella pelle per quel giorno, speravo che la scadenza non arrivasse quando lui ancora era in Tour, non ce l'avrei fatta ad affrontare il travaglio ed il parto senza di lui.
Già avevo passato la fase nausee e vomito, ora arrivava il peggio.Mi aveva proposto di sposarlo e subito dopo la nascita della bambina avremmo dovuto organizzare la cerimonia, che casino.
A questo decisi di pensarci in un secondo momento, intanto presi un pacco di patatine e uscii di casa per fare una passeggiata, iniziavo ad avere anche problemi di schiena.
Era un pomeriggio grigio di novembre, erano passati sette mesi e io ero al nono mese di attesa. La bambina pesava due kili e mezzo dall'ultima visita con la ginecologa. Ero riuscita abbastanza a tenermi sul mangiare ma psicologicamente stavo male, specialmente quando dovetti sopportare che il primo settembre, Bill e Tom avevano compiuto ventidue anni senza la mia presenza come mai era successo prima.
Ero distrutta a quel tempo, ma come regalo, siccome ero appena entrata nel sesto mese, dissi a Tom che era in arrivo una bella femminuccia che si sarebbe chiamata "Angelika", adoravo quel nome e lui non esitò nell'accettarlo. Fu un regalo di compleanno strano ma penso il più bello che potesse aspettarsi. A volte le cose materiali non bastano.
Quella sera si trovava in Spagna, Barcellona. E fece ufficialmente l'annuncio al microfono Bill dicendo che sarebbe diventato zio di una bellissima bambina.
Le fans andarono in delirio e il video che alcuni avevano girato diventò in pochi minuti virale. Tutto il mondo sapeva che a momenti avrei dovuto partorire.
Il telefono iniziò a suonare quando lo estrassi dalla tasca per rispondere e scoprii che era Gordon a chiamarmi, il patrigno di Tom e Bill:
<< Pronto? >>
<< L'appartamento è pronto, i riscaldamenti sono già attivi, quando vuoi venire io ti do le chiavi >>
<< Oh Dio che bella notizia! Faccio le valige e arrivo subito! >>
Staccai il telefono euforica perchè finalmente avevo una casa mia che avrei condiviso con Tom e la bambina, finalmente avevo una famiglia tutta per me.
Tornai indietro lanciando il pacchetto di patatine nella spazzatura per poi arrivare a casa dove nelle successive tre ore mi dedicai nel caricare le valige in macchina ed essere scortata da mio padre e mia madre.
I miei genitori non erano d'accordo sul fatto che Gordon l'aveva pagata tutta e decisero di contribuire andando subito a casa Kaulitz, lasciandomi il momento per aggiustarmi le mie cose.
Era un appartamento comodo, accogliente e non troppo esagerato. Era arredato in stile abbastanza moderno con qualche richiamo al classico che a me non dispiaceva affatto.
Il salotto si trovava appena entrati dalla porta, e c'era subito un divano a "L" con un televisore di fronte e varie mensole. Dietro il divano c'era un piccolo corridoio per attraversare e andare in cucina dove c'era un isola come tavolo. Tornando indietro si poteva osservare una lavanderia sulla sinistra e il terrazzo che partiva dall'inizio del salotto fino alla fine.
Una scala vicino al divano portava al piano di sopra dove con un altro corridoio si arrivava: sulla sinistra, salendo alcuni gradini, alla grande camera da letto di me e Tom dove vi era situato anche un enorme armadio che prendeva tutta la parete e vari comodini dall'altra parte, poi tornando indietro si accedeva alla mansarda frontale che sarebbe stata la camera della piccola, e in fondo come ultimo, c'era un bagno che a prima vista sembrava piccolo, ma poi lo trovai molto accogliente a pensarci meglio. Era bianco con una vasca angolare ed il tetto formava ancora un pezzo di mansarda.
Era tutto così stupendo, dopo aver guardato ogni dettaglio a fondo incaricai Kristel di andare a farmi la spesa mandandole la lista per messaggio, i soldi glie li avrei dati dopo.
Decisi di accendere la tv e fare un bel pisolino quando stranamente avvertii una scossa al ventre che mi fece sobbalzare dal divano. Dopo tornai a dormire pensando ad un possibile calcio da parte di Angelika.