Varcata la soglia MariEstel getta le valigie in salotto -Meredith! Le valige prego!- grida con voce stridula.
La donna si affretta a raggiungerla, prendendo i bagagli e portandoli di sopra.
-Per favore Meredith, di al signor Drake di raggiungerci in sala da pranzo immediatamente- Blackjack appende la giacca all'attaccapanni.
-Signore, Drake è uscito, non so quando tornerà. Mi ha detto di dirle che non deve cercarlo, ha staccato il telefono-.
L'uomo serra la mandibola e stringe i pugni -Molto bene, quando tornerà andrò personalmente da lui a parlargli-.
-Non è il ragazzo che ho incontrato prima? Mi sa che non gli vai molto a genio. Cosa gli hai fatto?- civetta MariEstel.
-Assolutamente nulla che ti riguardi. Ci vediamo a cena- Blackjack sale in camera senza voltarsi indietro.Drake POV
Il ragazzo percorre alcuni isolati in autobus, guardando le luci della città che scorrono davanti ai suoi occhi. Pensa che tutto quello che sta vivendo non abbia senso, che sia solamente frutto di un desiderio contorto di Blackjack. Lui e la sua volontà di possedere tutto e avere ogni persona nelle sue mani. Drake non lascerà che quell'uomo gli faccia ancora del male.
Fra il fiume dei suoi pensieri passa rapidamente un'idea folle.
"Devo vivere".Così scende rapidamente dal mezzo e comincia a camminare senza meta.
Ormai è quasi buio, e le strade della città si riempiono di gente pronta a fare festa fino all'alba.
Entra in un locale, il "Moonlight Cafè".
L'ambiente è molto semplice ma moderno, con pareti coperte da luci a led bianche e poltroncine nere in pelle.
-Posso aiutarti?- una cameriera biondina e bassa gli sorride.
-Sì grazie, vorrei un tavolo per uno-.
La donna gli fa cenno di seguirla.
-Eccoci. Cosa ti porto?- lo fa accomodare ad un tavolino vicino alla vetrina.
-Un aperitivo analcolico grazie- sorride e lei si congeda.Per un attimo si sente stupido. È come se per farla pagare a Blackjack stesse cercando di fare qualcosa di trasgressivo. Che poi non c'è proprio nulla di trasgressivo in quello che sta facendo.
Si guarda intorno.
Alla sua destra ci sono due ragazze intente a sorseggiare le loro bibite, dal lato opposto una coppi che chiacchiera. Si sente ancora più stupido. E solo.Ad un tratto la porta si apre. Un ragazzo entra, guarda in giro e si avvicina alla cameriera biondina che mostra un'aria mortificata e diventa rossa.
Parlano per qualche minuto e poi si avviano verso Drake.
-mi scusi, questo tavolo era prenotato, solo che il signore ritardava e quindi... adesso però è qui. Posso farla spostare se vuole- guarda il ragazzo con profondo imbarazzo.
-Non si preoccupi, posso spostarmi- Drake si alza e getta un'occhiata sul giovane davanti a lui. Ha i capelli scuri perfettamente ordinati, gli occhi a mandorla hanno un colore profondo e luminoso ed è vestito in modo davvero elegante.
Anche lui lo guarda attentamente, poi asserisce -Non si preoccupi, se vuole può rimanere, a patto che io possa accomodarmi con lei- sorride con sguardo provocante.
-Ma certo, prego- i due si siedono uno di fronte all'altro.
-Cosa le porto?- chiede la ragazza.
-Lo stesso che ha preso lui- le fa l'occhiolino e lei sorridendo si allontana.-Non mi sono presentato, Ramon Valdez. Tu sei?- ha una voce davvero calda.
-Drake, Drake Warner. Mi dispiace di essere di troppo, sicuramente aspettavi qualcuno-.
-A dire il vero non aspettavo nessuno. Vengo qui per rilassarmi e bere qualcosa ogni tanto, prendo sempre questo tavolo. Ogni tanto ci vuole un pò di compagnia. Non credi?-.
Drake capisce che quel ragazzo ci sta spudoratamente provando con lui.
Che sia forse un segno del cielo?-Cosa fai nella vita, Ramon?- prende un sorso del suo aperitivo.
-Sono un ballerino. Se intendi, cosa faccio per sbarcare il lunario, ti informo che sono un ottimo insegnante di latino americano in uno di quei club esclusivi pieni di vecchie ereditiere- ride -Tu invece?-.
-Studio economia di mercato. O meglio, dovrei studiare. Per ora faccio apprendistato in un'azienda..- deglutisce.
-Ho intuito che questa cosa non ti entusiasma. Tranquillo, neanche io faccio i salti di gioia guardando le mie clienti ancheggiare sulle loro sedie a rotelle. Ma sta sera, intendo divertirmi. So che è una cosa pazza, ma se vuoi puoi venire con me. Andiamo in un posto in cui si ci diverte parecchio- fa un sorrisetto malizioso.
-Tu adeschi sempre così le tue conquiste?- Drake si avvicina.
-Quasi sempre- Ramon sussurra.I due escono dal locale e si dirigono a piedi verso una strada vicina.
-Cosa sarebbe questo posto?-.
-Una discoteca aperta ventiquattro ore su ventiquattro. Li dentro non capisci più nulla. Ci divertiremo-.
Per un attimo Drake ha un tentennamento.
"Ma che diavolo sto facendo? Sto andando in una discoteca con un ragazzo che non conosco. È una cosa pazza".
Ma poi ripensa a Blackjack, e al fatto che tutto sia meglio di tornare a casa da lui e dalla sua fidanzata.Entrano in un edificio e più scendono i piani più la musica diventa forte.
Arrivano ad una sorta di magazzino abbandonato al sottolivello 2, dove la musica è assordante. Quella enorme stanza è semi buia, e già stracolma di gente nonostante sia "presto".
Ramon si allontana e ritorna pochi minuti dopo con due bicchieri trabboccanti di liquido chiaro.
-Prendi- grida per farsi sentire.
Drake odora "Vodka e succo di limone".
Prende un sorso e tossisce. Non è abituato a queste cose.
Ramon sorride e gli tende la mano.
Lui la stringe e viene subito condotto sulla pista da ballo.
I due ondeggiano fra le gente, mentre sorseggiano i loro cocktail in quel buio frastornante.
Ramon balla divinamente, se pur con poco spazio a disposizione. Ha un corpo scolpito e atletico, e due occhi davvero penetranti.
Dopo circa un cocktail e mezzo Drake non capisce più niente. Si muove barcollando e poggiandosi su di lui, per non cadere.
La gente intorno a loro è scatenata, non si cura di niente se non del proprio ballo sfrenato, accompagnato da una musica psichedelica.-Vieni con me- Ramon prende la mano di Drake e lo conduce fuori.
Il ragazzo è ancora frastornato e parecchio ubriaco.
-Lì dentro è un pandemonio. Ti piace?- si avvicina a lui.
-Sono ubriaco come mai nella mia vita, però devo ammettere che è un posto interessante- barcolla.
-Vieni qui, hai bisogno di aiuto- Ramon lo stringe a sé e lo fa sedere su un muretto.
-Hai dei bei capelli sai? Mi piacciono molto- Drake ride.
-Tesoro, spero sia tutto vero quello che dici da ubriaco- lo accarezza.
Drake si alza e gli finisce addosso.
-Posso baciarti?- Ramon sussurra nel suo orecchio.
Drake annuisce.
Il ragazzo poggia le labbra sulle sue, che hanno un gusto dolce a causa del liquore.
Le assapora lentamente e poi insinua la lingua.
Le sue mani gli accarezzano la nuca e la schiena.
Poi si ferma.
-La prossima volta spero tu possa essere lucido, in modo da ricordare un bacio come questo- gli fa l'occhiolino.
Drake sorride -Adesso portami a casa per favore- gli mostra l'indirizzo sul suo cellulare.
Il ragazzo lo fa salire sulla sua auto e lo porta alla villa.
Ormai è quasi l'alba.Arrivati a casa lo fa scendere e gli da un biglietto -C'è il mio numero. Chiamami quando sarai più lucido- sorride.
Drake ricambia il sorriso. Sta ancora un pò male, ma non così tanto da non accorgersi di Blackjack. L'uomo esce dalla grande porta e scende la scalinata verso i due.
-Drake che cosa hai fatto tutta la notte?- è furioso.
-Ho capito, tolgo il disturbo. ciao dolcezza- Ramon mette in moto e sgomma via.
Drake lo guarda negli occhi -Non sei nella posizione di chiedermi cosa faccio e dove vado. Ricordati che io ho una vita al di fuori di te-.
Cerca di superarlo per entrare in casa ma l'uomo lo trattiene per un braccio -Dimmi chi era quello.. dimmi che non hai fatto quello che penso..- sussurra.
-Sono fatti miei. Ho il diritto di frequentare i ragazzi che mi piacciono. E adesso tu, prova ad impedirmelo- con un tono che sa tanto di sfida toglie il braccio dalla sua presa ed entra in casa, lasciandolo lì, inerme.
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BLACKJACK
FanfictionIl Blackjack non è solo un gioco di carte in cui i sette giocatori sfidano il Banco. Significa "fante nero", ed è il soprannome del più grande imprenditore finanziario di New York. Lui gioca in borsa, o meglio, vince in borsa. Vince sempre. È l'...