Capitolo 9

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Blackjack siede sul porticato e resta lì a fissare il vuoto per un tempo indefinito, fino a quando non gli squilla il telefono.
-Emm, pronto- viene destato dai suoi pensieri.
-Salve Signore, sono Lesly Farren, la chiamo da Londra. Mi scusi per l'orario..- la voce della donna è molto sottile.
-Non si preoccupi, mi dica. Il mio volo è fra pochi giorni, è successo qualcosa?-.
-A dire il vero si signore. Avremmo bisogno di anticipare l'incontro a... diciamo... domattina. Mi scuso per il poco preavviso ma non ho potuto fare altrimenti-.
-Non è possibile! beh, in tal caso penso che dovrò partire al più presto. Bene, mi faccia preparare i bagagli, domattina sarò lì- chiude la telefonata.
-Diamine!- getta il telefono sul tavolino ed entra in casa.
-Meredith!- grida.
La donna in quel momento sta preparando la colazione , e accorre immediatamente.
-Per favore smetti di fare quel che stai facendo e prepara i miei bagagli, parto fra poco per Londra-.
Lei tutta trafelata corre di sopra.
Blackjack sale verso la camera degli ospiti, prende un grosso respiro e apre la porta.
Dalle finestre entra abbastanza luce per vedere Drake riverso sul letto e tutti i suoi vestiti gettati in giro per la stanza.
Blackjack fa un piccolo sorriso, e si prende qualche secondo per osservarlo, ancora dormiente. Le labbra rosse, i capelli scombinati, e il respiro profondo e lento.
-Intendi parlare o resterai lì a fissarmi ancora per molto?- Drake improvvisamente sussurra.
-Oh, io beh non.. non ti sto fissando. Solo avevo paura di svegliarti- l'uomo è imbarazzato.
-Adesso sono sveglio. Dimmi quel che devi e poi esci- si solleva appoggiandosi allo schienale.
-Il viaggio per Londra è stato anticipato ad oggi. So che mi odi, ma qui si tratta di lavoro, quindi mi auguro che farai la giusta scelta e verrai con me- incrocia le braccia assumendo la solita espressione da duro.
-Oggi? Mmm.. interessante. Dovrai aspettare-.
-Non posso aspettare, ho bisogno che tu adesso venga con me- avanza.
Drake sposta le coperte e si alza, mostrando il suo corpo completamente nudo -Intendevo che devi aspettare che io mi vesta. O forse mi preferisci così?-.
Questa frecciatina lo colpisce direttamente al cuore. Al contempo la vista di quella meraviglia lo lascia intontito.
-Fra dieci minuti sarò pronto, adesso esci da qui- il ragazzo mette le mani ai fianchi.
L'uomo non dice una parola, esce chiudendo piano la porta.
Il sui cuore batte in modo indicibile, non aveva mai provato nulla del genere con nessun altro. Con lui succede sempre, indipendentemente dal fatto che Drake sia o meno vestito.

Mezz'ora dopo sono all'aeroporto.
-Vincent di alla signora MariEstel Palmer di non contattarmi, mi farò sentire io a breve- scende dall'auto e prende le valigie diretto al suo get privato.
Salgono entrambi, accompagnati da due un'hostes e dal pilota.
-Drake accomodati dove preferisci, non preoccuparti saremo solo noi due- siede davanti ad un tavolinetto pieno di bottigliette di liquore.
-È proprio questo che mi preoccupa- il ragazzo siede sul sedile opposto al suo, così che siano schienale contro schienale.
Pochi minuti dopo sono in volo verso il lontano aeroporto di Londra.
-Vuoi restare arrabbiato con me in eterno?- Blackjack si gira cercando di guardare oltre lo schienale.
Nessuna risposta.
Poggia la mano sul petto del giovane, sentendo il suo cuore accelerare.
-Che diavolo fai?- Drake scatta in piedi.
-Il tuo cuore, sta battendo all'impazzata- si alza anche lui.
-Perché sono furioso. Perché ti odio e non voglio le tue mani addosso- risponde con rabbia.
-Eppure ti piaceva tanto sentire le mie mani sul petto. Poi sul collo, sul viso e in fine fra i capelli. Non puoi negarlo- avanza.
-Tu sei un lurido figlio di puttana. Devi lasciarmi in pace- la sua voce arrabbiata adesso ha un non so che di malinconico.
-Non ti ho chiesto scusa per quel che ti ho fatto. Mi dispiace, mi dispiace tanto Drake. Sono fatto così, non riesco a non ferire chi mi sta intorno. Non volevo farlo, non a te- si ferma.
Drake lo guarda senza dire nulla, i suoi pensieri sono confusi.
-Signori va tutto bene?- l'hostes con la divisa azzurra esce dalla cabina.
-Tutto apposto grazie. Scusatemi ma sono davvero molto stanco e vorrei riposare- il ragazzo guarda prima la donna e poi Blackjack, andando a sedere in fondo al corridoio.
-Può andare miss Roger, grazie- anche l'uomo si siede, però in prima fila.

Dopo tutto il resto della giornata e parte della notte in viaggio, finalmente raggiungono l'aeroporto.
Neanche una parola per tutto il tragitto, neanche quello fra l'aeroporto e l'hotel.
L'auto si ferma davanti l'ingresso del palazzo e i due scendono.
La struttura è formata da circa cinque piani, ed è decorata in stile vittoriano. La grande insegna vanta ben sei stelle, che denotano il lusso sfrenato di chi frequenta l'ambiente.
Entrano mentre dei facchini portano dentro le loro valigie, conducendoli nella hall.
-Buona sera Signor Blackjack, sono Alfred Jefferson, per servirla- il maggiordomo vestito di nero gli porge una chiave elettronica, per la sua stanza.
-La ringrazio, ma dove alloggerà il mio assistente?-.
-Non mi avevano comunicato tale informazione. Sono desolato, provvederò immediatamente- prende il telefono e digita un numero a tre cifre.
Parla con l'addetto alla distribuzione delle camere e poi riattacca.
-Le chiedo immensamente perdono signore, non abbiamo altre camere a disposizione. Purtroppo la federazione Russa in viaggio a Londra ha occupato un ampio numero di camere. Potremo far alloggiare il suo assistente nella camera collegata alla sua, che normalmente si utilizza come soggiorno privato di riserva. È un problema?- l'uomo è mortificato.
-Assolutamente, non si preoccupi. Se non le dispiace, andremmo a sistemare le nostre cose- Blackjack saluta e si dirige verso l'ascensore.
Drake non riesce a dire una parola. Per tutto il tempo è rimasto dietro il suo capo aspettando l'inevitabile soluzione con terrore.
Salgono in ascensore e premono il tasto con il numero tre.
-Avevi organizzato tutto vero?- Drake lo guarda con sospetto.
-Non lo farei mai- Blackjack lo guarda e poi fa un sorrisetto malizioso.
-Ti odio- incrocia le braccia.
-Sai che non è così- ancora quel sorrisetto.
Le potre si spalancano e loro si dirigono verso la camera 379.
La prima cosa che si nota sono le meravigliose vetrate e le luci provenienti dalla città. C'è un enorme salotto collegato ad un altro più piccolo da una porta in legno scuro. Accanto ad essa si apre l'immensa camera da letto, in cui si erge un maestoso letto a baldacchino.
-Sono così pacchiani questi inglesi. Vieni, qui c'è la tua stanza- Blackjack lo conduce verso il piccolo salottino, dentro al quale è già stato preparato un altro letto matrimoniale.
-Era già pronto... sei proprio un bastardo- Drake lo rimprovera.
-Non crederò mai che ciò ti dispiaccia. In tal caso, ti farò ricredere. Adesso sbrigati, hai cinque minuti per cambiarti, ti aspetto giù per il pranzo- esce dalla stanza.
Drake si lascia cadere sul letto e sospira.
Sarà davvero un lungo, lunghissimo viaggio.

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