Capitolo 13

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-Blackjack tutto okay?- Mari lo guarda con le braccia incrociate al petto.
L'uomo non risponde, si volta per cercare gli occhi del ragazzo che però sono fissi sul pavimento.
-Dobbiamo anticipare le nozze Black, non voglio creare uno scandalo. Cosa dirà papà quando saprà...- inizia a far scorrere un fiume interminabile di parole, al quale però l'uomo non da ascolto.
Si muove verso Drake, ma il giovane prontamente si allontana e scompare in corridoio.
-Ma mi stai a sentire??- sbraita la bionda mentre Blackjack cerca di raggiungere il suo ragazzo.

Bussa con insistenza alla porta della sua camera.
Nessuna risposta.
La porta è bloccata, non c'è modo di entrare.
-Drake, ti prego apri.... ho bisogno di parlarti. Aspetterò, quando vorrai mi troverai seduto qui- si accascia davanti alla porta, con le mani sul viso. Dopo neanche cinque minuti sente la serratura scattare. Si alza immediatamente e si ricompone -Drake finalmente... io- si blocca quando vede gli occhi del ragazzo gonfi di lacrime.
-Signore ho trovato un alloggio presso un amico, vado a stare lì. Ci vediamo domani in ufficio alle 9 puntuale- prende il suo borsone e si incammina verso la porta.
-Che cazzo stai dicendo Drake? Non puoi lasciarmi così... fammi spiegare!- il suo cuore batte all'impazzata per la rabbia e la paura.
-Non credo ci sia nulla da spiegare, signore. Felicitazioni per il nascituro. Mi permetta di andare- le lacrime scendono silenziose lungo le sue guance.
-Non ti permetto un bel niente. Io non ti posso perdere. Ascolta, sono andato a letto con lei solo un paio di volte da quando stiamo insieme, ed ero sempre ubriaco. Non mi spiegavo perché non riuscisse ad interessarmi in alcun modo, ma poi sei arrivato tu. E ho subito capito.
Se anche fosse mio figlio, non potrei mai accettare di stare con lei. Sarei un buon padre ma...- si ferma e sospira.
-Ma cosa- sussurra Drake cercando di darsi un tono e smettere di piangere.
-Ma io vorrei averlo con te un bambino.. adottarlo e crescerlo insieme..- cerca di accarezzarlo.
-Non mi tocchi mister Blackjack. Devo andare- quelle parole gli frantumano definitivamente il cuore.
Come può pretendere che Jordan lasci un figlio e la sua "compagna" per lui? È da egoisti. Neanche doveva balenargli per la testa un'idea del genere. Si sente ferito, vuoto.
-Non permetterò che questa situazione ci allontani. Col cazzo che te ne vai- gli toglie il borsone spingendolo verso il muro per baciarlo con foga. Ma il ragazzo lo allontana -"la situazione" è un piccolo bambino che ha bisogno di un padre, Jordan. Ormai è qui, e merita di essere amato. Ti prego, adesso lasciami in pace- si stacca da lui, riprende il borsone ed esce di casa diretto alla stazione degli autobus.

Sta volta Blackjack non lo ha fermato. Resta immobile a ripensare a quelle parole, poi scaglia un pugno al muro con tutta la forza e la rabbia che ha in corpo, facendosi sanguinare le nocche.

DRAKE POV

*toc toc*
-Chi è?- il moro guarda dallo spioncino.
-Ramon, sono Drake- dice con imbarazzo.
Come aveva detto a Jordan, aveva parlato con un amico per farsi ospitare; anche se non era andata effettivamente così. Aveva chiesto a Ramon se poteva andare da lui per una birra e una chiacchierata, sperando che il ragazzo non lo odiasse dopo che era scomparso per giorni, e lo invitasse a restare per la notte.

-Chi non muore si rivede. A cosa devo l'onore?- apre la porta e gli lancia una piccante frecciatina, che però Drake ritiene più che meritata.
-Sono venuto in cerca del favore di un "amico speciale", di una birra, e magari un piccolo posticino nel tuo letto- azzarda temendo un rifiuto.
Si sente un approfittatore, ed effettivamente lo è. Ma in un certo senso dentro di sé voleva riscattarsi dopo il terribile colpo che aveva dovuto incassare, e stupidamente "vendicarsi" di Jordan. E poi non aveva alto luogo in cui andare.

-Su entra- Ramon sembra essere contento, al contrario di ogni aspettativa. Guarda con sospetto il borsone -Sapevi già che non avrei resistito ai tuoi occhioni da cucciolo, vero?- gli fa cenno di accomodarsi in cucina.
Drake ride arrossendo -Cosa posso fare per sdebitarmi?-.
Il moro lo guarda con malizia. Il ragazzo pensa che magari una notte con lui avrebbe aiutato a dimenticare, in fondo Ramon è un ragazzo stupendo. Ad un tratto però fra i suoi pensieri entra con prepotenza Jordan. Nessuno, è meglio di lui.

Ramon interrompe il suo flusso di pensiero -Al momento mi accontento di sapere perché hai improvvisamente bisogno di un posto in cui stare, e poi valuterò se da te voglio altro. Cosa è successo alla mega villa in cui stavi?- siede a gambe incrociate sul divano. Drake lascia il borsone per terra e si accomoda accanto a lui. Non ha affatto voglia di parlare di Blackjack e di tutto il resto -Ho litigato con il proprietario, e mi ha buttato fuori di casa. Domani troverò un altro posto in cui stare, tranquillo. E scusa se ti sto creando problemi- è ancora più in imbarazzo.
-Povero piccolo... mi dispiace. So io cosa ti ci vuole- gli lascia un lieve bacio sulle labbra e poi si alza trascinandolo verso il piccolo bagno della casa. Riempie la vasca di acqua bollente e gli  porge un grande asciugamani -Fai un bel bagno caldo, io vado a cucinare qualcosa. Ti aspetto di là- gli lascia un altro bacio ed esce.
Drake si sente in colpa con lui, (che nonostante tutto è stato molto dolce e disponibile), perché non riesce a smettere di pensare a Jordan, nonostante adesso stiano quasi per andare a letto insieme.

Dopo la cena i due si spostano in camera, dove iniziano a parlare del più e del meno. Nonostante numerose volte Ramon si avvicini in modo provocante, sembra non essere intenzionato ad andare oltre.
-Appena ti ho visto quella sera, ho pensato subito che fossi il più bel ragazzo che avessi mai visto. E ne ho visti parecchi..- accarezza il viso di Drake, che però non dice nulla.
Non vuole mentire, ma dopo un'affermazione come quella e la cura con cui si occupa di lui, pensa che Ramon si meriti almeno un pò di "affetto".
Lo attira a sé e inizia a baciarlo con calma, assaporando le sue labbra carnose ma delicate. Cerca di scacciare il pensiero di Jordan, che continua a tormentarlo, concentrandosi su quel bacio. Ma ad un tratto il moro lo ferma.
-Farlo con me non ti farà smettere di amare lui. Dormi tranquillo- gli sorride e scende dal letto, andando a dormire sul divano.
Lo ha letteralmente spiazzato, condannandolo ad una notte insonne e a rimuginare su quella estenuante giornata, fino all'alba.

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