Capitolo 18

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La sveglia che avevo impostato per vedere l'alba con Harry suona,salvandomi dall'incubo.

Mi dirigo verso il tetto con la consapevolezza che lui non verrà,dato che è da Taylor.
Ma non mi importa: ho bisogno di stare un po' sola.

Mi avvolgo nella coperta che ho portato e rabbrividisco per il freddo.

Ripenso a quando,sette mesi fa,fossi così entusiasta di venire a Londra e rincontrare mio fratello dopo molto tempo. A come lo abbia cacciato quando mi voleva con lui e a quanto velocemente il nostro rapporto si sia sgretolato.

Bhe,in effetti,il nostro rapporto era una grande menzogna: io non ho mai avuto il coraggio di raccontargli tutta la mia vita a New York perché avevo paura che sarebbe tornato,e,se lo avesse fatto,avrebbe alzato un gran casino.

Ma comunque era un suo diritto conoscere la vita di sua sorella. O forse no.

Probabilmente ho sbagliato.

Come sempre.

Ciò che gli ho nascosto non è roba come "Ho fumato a 14 anni" o "Sono andata di nascosto al concerto di Justin Bieber".

È qualcosa di molto più grave.

Cazzo,sì,che ho sbagliato.

Ho sbagliato tutto,da sempre.

Il mio passato non mi ha mai abbandonata,e mi perseguita tuttora come un pulcino segue la mamma chioccia.
È terribile: mi sento come sbagliata.

I miei pensieri vengono interrotti dalla suoneria del mio cellulare.

Guardo lo schermo: è Harry.

"Rispetti il rituale?" Mi chiede appena faccio cominciare la chiamata.
"Ciao anche a te" rispondo sarcastica.
"Come te la passi? Sei sul tetto a rivivere per l'ennesima volta l'alba? Scommetto che senza me non è la stessa cosa"
"Modesto il ragazzo mi dicono" sorrido dicendo queste parole. "Comunque è vero: non è la stessa cosa senza te. I pensieri mi stanno divorando" continuo.
"Allora vengo su" annuncia prima di attaccare.

Quindi è in casa?

"Eccomi" dice sedendosi accanto a me avvolto nella sua coperta.
"Come mai non sei da Taylor?" Chiedo incuriosita.
"Abbiamo litigato" risponde indifferente.
"Solo tu puoi litigare con una donna alle 5 del mattino"
Rido alle parole appena pronunciare.

"E perché avete litigato?"
"Perché...per...ecco.."
Ce la puoi fare Harry.

"Scusami,non ho voglia di parlarne" chiude il discorso lui.

Annuisco e mi godo gli ultimi momenti dell'alba.

La luce delicata che emana il sole è così piacevole che mi fa dimenticare per un attimo tutti i casini che ho combinato nella vita.

È con questa frase che torno a ripensare a Josh e a cosa abbiamo passato.
A Lena,che credevo fosse mia amica.

Alla brutta gente che di lì a poco ho cominciato a frequentare,insieme a giri di droghe.

Rifletto su quanto all'inizio mi sentissi grande e tosta,e a quanto invece ero piccola e inesperta.

Ed ora dentro me restano la rabbia di non essere riuscita a fermare quella macchina in tempo e la delusione di me stessa.

Perché sì,mi sono delusa.

Ho sempre cercato di rendermi felice,ma ho sempre posizionato prima il bene degli altri.

Ho messo da parte,negli anni,la mia felicità per vedere gli altri voltarmi le spalle una volta fatto ciò che desideravano.

Sono stata stupida.

Ma oggi la stupida Sam non c'è più.

Adesso c'è una Sam forte come una roccia. Una roccia non prova sentimenti ed è fredda. Una roccia non piange.

Ma Harry mi fa piangere,mi fa esprimere. Cerca di tirare fuori le mie emozioni,cosa che non faccio da molto tempo.

E anche se una roccia non piange,bhe ho pianto molte volte da quando vivo a Londra.

E anche se una roccia non prova sentimenti credo di poterne provare di nuovo.

Intendo sentimenti veri.

So che Louis non è il ragazzo della mia vita,però con lui sono tranquilla,la mia vita è tranquilla.

"C'è qualcosa che non va?"
La voce di Harry interrompe i miei pensieri.
"Sì,ma...posso farcela da sola" rispondo.
Non so perché l'ho detto.

Lui comincia a ridere mentre io comincio a innervosirmi.
Che bella squadra.

Decido di restare calma e di buttarla sul ridere.

"Cazzo ridi?" Chiedo al ragazzo a fianco a me sorridendo.
"Quel "posso farcela da sola" mi ricorda l'episodio della mensola" e scoppia in una fragorosa risata.

È successo la settimana scorsa: la domestica non c'era,perciò io e i ragazzi,o meglio,io ed Harry, (dato che gli altri erano a poltrire sul divano), abbiamo dovuto apparecchiare. La mensola sopra alla quale erano posti i piatti era in alto,perciò ho provato a raggiungerla saltando. Risultato: stavo per spaccarmi la testa contro lo spigolo del tavolo. Ovviamente non è successo grazie ad Harry,che mi ha afferrata prima che accadesse.

I nostri sguardi puntati gli uni sugli occhi dell'altro,i brividi in tutto il corpo dovuti alle sue mani su di me,la sua voce che mi diceva "Devi stare più attenta" in segno di protezione. Non avrei mai potuto dimenticare quel giorno,quel momento. Mai.

Per tutta risposta gli tiro un pugnetto sulla spalla. Lui dalla spinta perde l'equilibrio e appoggia la schiena alle piastrelle (leggete in fondo) fredde posizionate in piano;nel farlo si aggrappa al mio braccio tirandomi giù con lui.

I nostri visi vicinissimi,come non mai. Più vicini dell'altra volta.
I nostri corpi perfettamente aderenti,lui che mi stringe,io con le braccia piegate e le mani sul suo petto,i nostri respiri gli uni sul collo dell'altro e le nostre labbra,così vicine e desiderose di assaporare quelle dell'altro.

Ho trovato,finalmente,le braccia che voglio mi avvolgano per sempre.

Questo momento perfetto non lo scorderò mai.

So che non si chiamano piastrelle quelle del tetto,ma sul momento non mi veniva la parola😂😅
Se foste così gentili da dirmi la parola esatta ve ne sarei molto grata :)

Ok,lo so,sono una pessima persona: è un reato finire un capitolo in questo modo,ma non mi uccidete please😂

Vi amo anche se da ora mi odierete😂❤

Notte✨

- Erika

She Belongs To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora