2.

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"Ciao bro!" Mi giro e vedo Niall che mi saluta. Ricambio e continuo a camminare per la mia strada.

"Harry, dove stai andando?"

"Mmh.. io... Volevo solo prendere una boccata d'aria." Avrà notato per certo la mia espressione, la solita tipica espressione di un Harry con la testa fra le nuvole, infatti alza un sopracciglio.

"Harry, sei poco convincente, non sei per niente un bravo attore. È evidente che c'è qualcosa di strano."

"Se la metti così, non sono strano... Sono solo un po' confuso." Cerco di chiudere la conversazione ma Niall mi prende per il polso e mi impedisce di muovermi.

"Vuoi parlarne?"

"Vorrei, ma non posso. Cioè, potrei, ma non penso sia un bene parlarne." So che Niall mi capirebbe ma ora ho vergogna, malgrado senta il bisogno di parlarne. Non è semplice come situazione.

"Harry, mi conosci da tanto tempo, credo tu sappia bene che di me puoi fidarti, vero?"

"Si."

"E perché non parli allora?"

"Niall, è una situazione momentanea, tranquillo, non è niente di così grave. Passerà questa confusione, ora ritorno a casa." Non gli do tempo di aggiungere altro perché mi dirigo velocemente verso casa mia.

"Hazza, dove eri?" Gemma è mia sorella, la solita sorella maggiore iperprotettiva, sono appena rientrato a casa e ho risposto pressoché a 25 domande. Si è preoccupata quando non mi ha trovato più in casa e ha continuato a ribadirmi che nostra madre si sarebbe arrabbiata con lei se non fossi tornato subito perché la responsabilità è sua. Ma mica stavo fuggendo.

"Gemma, io di te mi posso fidare, giusto?" Non so cosa sto facendo, l'imbarazzo è palpabile, ma decido di affidarmi al mio istinto.

"Certo." Non so perché sto decidendo di parlarne con lei. Confidarsi con gli amici è imbarazzante, con i familiari ancora di più. "Che succede, Harry?" Continua a dirmi.

"Credo di... Essere confuso." Mi rivolge un'espressione palesemente confusa, a sua volta.

"Sul mio orientamento.. Io.." Riprendo fiato e mi viene da tremare, non credevo nemmeno io di prenderla così.

"Haz, calmo." Mi sorride e mi passa una mano nei capelli. "Sono tua sorella, non ti giudicherei mai per questo."

"Conosci Louis Tomlinson, no?"

"Si, è il tuo migliore amico." Abbasso lo sguardo. "Ti piace?"

"Non lo so, non credo. Forse sì, ma in realtà nemmeno io so decifrare quel che penso."

"Okay, sei proprio confuso." Le faccio un'espressione come per dire l'avevo capito anche io e poi mi sorride.

"Ragazzi, sono arrivata!" Sentiamo nostra madre urlare dal piano di giù.

"Ti prego non farne parola con nessuno. Neanche con la mamma."

"Non ne parlerò con nessuno, è una situazione delicata e lo capisco." La abbraccio e le ripeto un sacco di volte che le voglio bene. Almeno è riuscita in buona parte a tranquillizzarmi, spero che pure tutti gli altri la prendano così tranquillamente.

Our story. -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora