Gillian

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Da quando ero fidanzata con Lawrence tutto sembrava essersi fermato,eppure avevo incominciato a vivere solo in quel momento. Se lo avessi detto a Federik di sicuro si sarebbe messo a ridere e mi avrebbe spiegato che ciò che dicevo era assurdo e che io avevo incominciato a vivere nel momento in cui ero nata e non avrebbe capito quello che provavo. Lawrence mi amava ed io mi sentivo un'altra persona. Avevo perso i genitori cosi piccola che non avevo mai provato quell'unica e magnifica sensazione di appartenere a qualcuno. Scott e Federik erano stati come fratelli per me ma mi sentivo sempre in debito nei loro confronti e non riuscivo a godermi il bene che mi volevano e che io volevo a loro,mentre con Lawrence era tutto diverso. Lui era un uomo con delle idee e degli obiettivi. Passavamo tutto il giorno insieme eppure arrivata alla sera mi sembrava poco e volevo ritornare a parlare con lui. Sembrava che il tempo non esistesse e allo stesso modo ogni pericolo e dolore. Passavamo tutto il giorno nel suo studio. Era una stanza grande di forma quadrata con una libreria che arrivata fino al tetto e due scrivanie,una piena di suoi fogli e libri, l'altra tristemente vuota. Appena ero entrata in quella stanza avevo preso così a cuore quella scrivania vuota che Lawrence aveva deciso di regalarmela. Mi aveva insegnato un po' di francese ma io non ho mai avuto una gran memoria e non gli ho mai dato grandi soddisfazione,anche se a lui non interessava. Mi aveva procurato libri su leggende e miti di tutto il mondo e mi trattava costantemente come una regina. Un giorno lo vidi pensieroso e mi sedetti alla sua scrivania e gli presi la mano.
- c'è qualcosa che non va?- chiesi sorridendo e vedendolo alzare gli occhi da una foto di sua madre.
- non mi hai mai parlato dei tuoi genitori, la tua famiglia. So solo che hai una sorella e nient'altro- ammise scuotendo la testa
- e non ti basta?- gli chiesi distogliendo lo sguardo e guardando un grande dipinto dalla parte opposta della stanza.
- non del tutto- rispose secco. Non sapevo cosa rispondere. Avrei voluto dirgli tutta la verità,ma non so se mi avrebbe accettata e di sicuro non avrei protetto la mia copertura. Io per lui ero Mary Bath, non Gillian Wood. Per lui ero una nobile donna e non un orfana newyorkese e sarei rimasta tale fino alla fine della missione. Non potevo deludere Fed e Scotty. A salvarmi fu Louisa la cameriera che si occupava di portare il tè a Lawrence ogni giorno.
- scusate se vi ho disturbato- esclamò Louisa entrando con in mano il vassoio col tè caldo.
- non disturbi mai Louisa- la tranquillizzò Lawrence sorridendole e facendole segno di avvicinarsi. Louisa era una donna alta e sottile dai capelli scuri legati in un austero chignon. Louisa era stata la cameriera personale della signora William da quando era nubile. Quando uscì dalla stanza presi una tazza e versai il tè come se nulla fosse, cambiando anche argomento.
- che ne dici di fare una passeggiata dopo il tè?- chiesi aggiungendo due zollette al tè.
- Mary, non mi hai ancora risposto- mi avvisò rimanendo fermo a guardarmi
- a cosa?- chiesi nervosa mescolando il tè con il cucchiaino che c'era nel piattino
- Mary?- mi richiamò severo. Nervosa continuai a mescolare sempre più veloce
- si?- chiesi alzando lo sguardo e non controllando la forza che mettevo nel mescolare feci cadere la tazza sul tappeto. Guardai Lawrence e mi morsi il labbro
- ci penso io- balbettai e mi piegai a terra
- vado a chiamare Louisa,stai tranquilla- disse Lawrence alzandosi e uscendo dalla stanza. Ero imbarazzata e mi guardai intorno pensando a quanto fossi inadatta a fare la spia e la bugiarda. Mentre fissavo la macchia sul tappeto incominciai a sentire odore di bruciato ed a poco a poco in corrispondenza della macchia si formò un buco. Guardai la teiera piena di tè e capii che qualcosa non andava e dovevo portare assolutamente via dalla stanza di Lawrence quel tè... Stranamente acido.

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