Capitolo 39

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Il piano era iniziato. Gillian aveva fatto il suo dovere annunciando il matrimonio imminente tra lei e Lawrence. Guardandomi intorno vedevo visi scioccati e alcuni sembravano invece a lutto come quello del signor Homeless. Mi alzai e andai ad abbracciare Gillian con tutta la forza che avevo in corpo e lo stesso feci con Lawrence.
- sono così felice per te ,sorella mia e anche per Lawrence. Avevo capito sin da subito che il vostro amore era così forte e profondo- dissi recitando la parte della sorella emozionata. L'unico che mi imitò immediatamente fu Padre Robert che diede una pacca sulla spalla al nipote è un bacio in fronte a Gillian. Penelope e il signor William sembravano turbati,quasi insicuri. Il signor Homeless da grande ipocrita si alzò e bacio la mano di Mary e strinse quella di Lawrence augurandogli tutta la felicità del mondo. Avevo voglia di buttarlo giù con un destro come si deve ma di certo non era ciò che avrebbe fatto Charlotte,così mi fermai e sorrisi emozionata tutto il tempo.
- potremo festeggiare l'evento con quella battuta di caccia che ci aveva proposto qualche giorno fa,signor Homeless?- chiesi poi attirando l'attenzione di tutti. Penelope annuì subito entusiasta dell'imminente gita,padre Robert si congedò è così infine  il signor William e il signor Homeless accettarono un po' incerti. Tutti si prepararono per la gita che si sarebbe svolta all'ora di pranzo verso le dodici ed io andai nelle cucine per organizzare il picnic.
- signorina Bath,come posso esserle utile?- mi chiese Scott lasciando il suo lavoro e venendomi davanti
- volevo chiedervi se potevate prepararci un pranzo degno di un matrimonio ma contenuto in una cesta da picnic- dissi roteando con gli occhi fino a poggiare lo sguardo sui suoi capelli. Volevo evitare i suoi occhi e l'unica cosa che amavo più degli occhi erano i capelli: una massa di ricci Rossi pieni di vita.
- certo,si può fare- rispose freddo. Annuii e abbassai lo sguardo
- bene, la ringrazio- dissi voltandomi per uscire dalla cucina ma Scott mi blocco stringendo le dita intorno al mio braccio nudo. Per uno stupido litigio non ci parlavamo da così tanto tempo che quel tocco era come immergersi nell'acqua calda. All'inizio rasserenante ma presto ti accorgi che l'acqua è troppo calda e ti arrossa la pelle a tal punto da preferire di non essere mai entrata. Volevo che la sua mano rimanesse per sempre sul mio braccio ma non potevo perdonarlo per avermi fatto soffrire e per non avere capito,per non aver capito niente.
- Ehm... State bene?- chiese lui ritraendo la mano e privandomi di quel calore
- come sempre- risposi e uscì dalla cucina. Mancava pochissimo a smascherare per sempre quel furfante di Homeless eppure io mi preoccupavo  per Scott. Pensavo a lui più di quanto avessi dovuto pensare alla missione e ciò mi preoccupava. Il lavoro era sempre stato tutto. Sin da piccola,mentre le altre bambine pensavano al vestito da sposa io mi immaginavo sotto copertura o a proteggere innocenti. Non ero mai stata la ragazza sentimentale che si incontra di solito. Non mi piaceva sprecare tempo e non mi piaceva quando le persone mi mettevano in soggezione,cose che in un innamoramento sono sotto intese, ma da quando avevo incontrato Scott la mia vita sembrava essersi capovolta o soltanto migliorata. Sta di fatto che Scott qualsiasi cosa facesse rimaneva sempre l'ultima persona alla quale pensavo prima di andare a dormire e la prima appena sveglia la mattina.

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