Sheraton

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POV DARCIÀ

Sospirai, dopo averla messa sul letto. Con lei non si poteva ragionare. Voleva suicidarsi.
Cazzo.
Uscii dalla stanza e raggiunsi i ragazzi che stavano parlando tra di loro.
"Josh la tua iniezione non è durata tanto" dissi sedendomi accanto a lui " voleva suicidarsi".
Josh mise la mano sulla faccia e fece una specie di brontolio che mi fece ridere. Non aveva mai visto una ragazza o meglio sentito dire che una ragazza si volesse suicidare.
"Darcià, credo che tu abbia seri problemi mentali. Le hai ucciso i genitori e ora pretendi che ti porti rispetto?"
Lo guardai pensieroso e capii che aveva ragione, non potevo pretendere altro da lei.
Presi del champagne e lo buttai giù in un sorso solo; quella ragazza mi stava facendo penare.
John mi chiamò " amico se tu sei qui e là ragazza non si è suicidata, allora dov'è?"
Bevvi un altro sorso del vino e gli risposi " l'ho addormentata "
John scosse la testa ma non capii la ragione.
"Gentili passeggeri vi informiamo che stiamo per atterrare all'aeroporto di Malpensa. Preghiamo i passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza".
"Darcià sarebbe meglio se porti Scarlett qua, non vorrei che per qualche motivo cada giù dal letto" disse Josh.
Avevo quasi l'impressione che a Josh importasse di Scarlett. È una persona fredda che non s'intromette mai negli affari degli altri soprattutto dei prigionieri.
Annuii per poi andare a prenderla.
Stava nel mondo dei sogni.
Aveva le labbra rosse e gonfie.
Colpa mia ma anche no, volevo le sue labbra ed era stato l'unico modo per farlo. Misi una mano sotto la sua testa e l'altra sotto le gambe e la sollevati.  Leggera come una piuma; per una studentessa universitaria pesava poco e non scherzavo poi oggi non aveva mangiato nulla. La farò mangiare con le buone o con le cattive.
Arrivai vicino ai ragazzi e la appoggiai accanto a me.
Meno male che il tempo era bello in Italia.
Questa non era la nostra tappa precisa, aspettavo i miei uomini che ci avrebbero portato al hotel Sheraton di Milano.
Uscimmo dall'entrata privata fatta apposta per noi, proseguì fino alla mia macchina: Ferrari. 
I ragazzi mi guardarono stralunati.  Non facevo sendere mai qualcuno con me sulla mia Ferrari e ovviamente Scarlett era stata l'eccezione. 
Josh sghignazzò.
Sapevo cosa pensava.
"Quella donna ti ha fottuto amico" disse ridendo a crepapelle.
Li ignorai ed entrai dopo averla appoggiata.
Iniziai a guidare.

POV SCARLETT
Ho la testa che mi scoppia. Ho la nausea. Questo continuo movimento non mi aiuta.
"Basta mi viene vomitare" piagnucolai aprendo gli occhi.
Ma come caspiterina ci sono arrivata qua?
"Buonasera tesoro" mi paralizzai.
Questa voce ...Darcià.
Li girai e lo visi con quel so sorriso da mozzare il fiato sulle labbra. Mi leccai le labbra a mia volta e così come una tempesta mi ricordai.
"Brutto stronzo. Mi hai baciata. Di nuovo" urlai come una pazza.
Lui iniziò a ridere come un matto.
Mi guardò. Era felice e rilassato.
"Dopo tutto quello che ti ho detto o fatto, tu penso solo al bacio??"rise" mi sarei aspettato di tutto ma non questo"
Coglione.
Guardai fuori dalla finestra.
"MILANO" lessi sul cartello.
Milano?? Milano??? Mi ha portato in Italia porco cane.
La testa iniziò a martellare e perciò misi le mani sopra di essa.
"Tutto bene?"sembrava preoccupato.
Non lo valutai minimamente.
Sbuffò.
"Lo so che ti fa male la testa per questo nel cruscotto ho la tachipirina. Prendila e" disse per poi prendere una bottiglia d'acqua "mangia la con questo".
Non aveva senso combattere con il mal di testa perciò senza ringraziarlo, presi la bottiglia e la medicina per poi ingoiarla.
"Non credi che, magari io avessi messo qualcosa nell'acqua??" Chiese alzando un sopracciglio.
Lo guardai per poi dargli uno schiaffo sulla guancia sinistra.
Sorrisi.
Lui impugnò il volante strettamente tra le mani tanto che le sue nocche divennero bianche.
All'improvviso frenò in mezzo alla carreggiata che se non fosse vuota, una macchina ci sarebbe venuta addosso.
"Ma che cazzo fai?"urlai.
I suoi occhi erano di un blu scuro come se ci fosse una tempest, faceva dei respiri profondi per calmarsi ma tutto quello che riuscì a fare fu sbattere le mani sul finestrino.
"Volevi uccidermi?"sbottai.
Quasi subito la mia guancia destra bruciava ed era calda. Mi aveva dato uno schiaffo. Mi ha picchiata.
Cercai di trattenere le lacrime ma niente da fare, quelle erano iniziate ad uscire.
"La prossima volta che mi alzi le mani addosso, ti giuro che non mi fermerò solo ad uno schiaffo ma ben peggio. Di quello che non ti aspetti" disse col respiro pensante. "Hai capito?"per poi urlare " rispondi se hai capito!".
Annuii solamente per poi girarmi dall'altra parte, menomale che i miei capelli lunghi mi coprivano la faccia. Ero sicura che ora sulla mia guancia ci fosse un livido viola. Continuava a bruciare. I miei genitori non avevano mai alzato la voce con e figuriamoci se mi avessero mai messo le mani addosso.
Cercai di bloccare i singhiozzi e per fortuna ci riuscì. Senza che me ne accorgess, eravamo arrivati al hotel.: Sheraton.
Lui uscì senza preoccuparsi per me così anch'io aprii la portiera ed uscire da sola.
Parcheggio privato?
"Parcheggiala e non voglio un graffio su di essa!"disse al fattorino lasciandogli le chiavi.
Iniziai a seguirlo fino ad un ascensore.
Lui prese il suo iPhone7 e chiamò qualcuno.
"Tra un ora voglio la cena e della birra" e chiuse la chiamata.
Arrivammo all'ottavo piano.
C'era solo una camera.
Una suite king size.
Io lo seguii dentro ed aspettai che dasse un ordine. Era questo che sapeva fare : ordinare alle persone.
Si sedette su una poltrona e si slacciò la maglietta ma senza toglierla.
Ok. Wow.
No Scarlett non devi pensare a lui.
Si però che corpo da urlo. E quei addominali ben scolpiti.
No Scarlett no!
"Senti se vuoi puoi rilassarti e farti un bagno. I vestiti sono già li dentro " disse senza degnarmi un'occhiata.
Io restai ferma. No sapevo dove fosse il bagno.
"Il bagno dov'è?" Chiesi con voce tremante. Non volevo che la mia voce fosse così ma non potei farne a meno.
Lo indicò.
Annuii per poi dirigerci verso di esso.
Un bagno? Tu questo lo chiami un bagno??
Alla faccia del bagno....c'era una jacuzzi nera in marmo per tipo quattro persone, alla destra c'erano due lavandini tutti neri con uno specchio che prendeva tutta la loro larghezza.
Alla sinistra c'era box doccia con una vasca piccola. Anch'essi neri. Mi sa che lui era l'uomo in nero.
Non sapevo usare la jacuzzi perciò optai per la vasca. Aprii l'acqua calda fino a riempire la vasca e dopo averla chiusa presi un bagnoschiuma alla pesca.
M'immersi fino al collo. Aahhhh che sensazione sublime, ne avevo proprio bisogno. Qualcosa di bello in questo incubo.
Sobbalzai quando qualcuno bussò alla porta e cercai di coprirmi con la schiuma.
"Scarlett stai bene? Sei lì dentro da quarantacinque minuti. Mi senti??"Chiese preoccupato.
Non volevo rispondergli però dovevo altrimenti sarebbe entrato di persona.
"Si, sto bene" risposi a tono piatto.
Lo sentii allontanarsi. Decisi di uscire prendendo un accappatoio e dopo averlo messo mi guardai allo specchio. Ero orribile.
Un mostro.
Avevo le occhiaie e gli occhi spenti come morti.
La mia guancia aveva un livido violaceo e solo a toccarlo faceva male cane. Stronzo.
I vestiti come mi aveva detto erano appoggiati su un armadietto che prima non avevo notato, erano belli e sembravano costosi. Versace. Ovvio.
Un abito rosa confetto con linee a zig zag argentate, era lungo infatti copriva le cosce anzi pure le ginocchia. Il problema era che io non avevo l'intimo. Forse andava messo senza? Si ma poi sotto cosa metterò? Guardai l'armadietto e trovai quello che cercavo.
Lo presi in mano e vidi che era tutto in pizzo.
LaPerla.
Lo indossai. Misi a posto i capelli e volevo coprire il livido ma non c'erano i trucchi perciò lasciai perdere.
Che si penta di quello che ha fatto.
Uscii dal bagno e lo trovai seduto a bere qualche alcolico. Si girò di scatto mentre io abbassai gli occhi per non vederlo in faccia.
Si alzò, venne verso di me e mi prese la mano.
"Vieni mangiamo".
"Non ho fame"
"Non hai mangiato nulla da ieri e ora hai bisogno di mangiare" disse stringendomi la mano.
"Lascia la mano per favore" Lo pregai.
"Guardami in faccia quando devi parlarmi" disse a denti stretti.
Alzai la faccia e la sua fece una smorfia.
Sembrava pentito ma solo per un secondo, poi divenne di nuovo cupo.
"Vieni a mangiare. Non te lo ripeto più" scandì  bene prima di lasciarmi la mano.
Toc Toc
"Avanti" disse sedendosi sulla poltrona.
Josh fece il suo ingresso con un sorriso stampato in faccia.
"Capo ho novi.."non finì la frase che mi guardò " cosa hai fatto alla faccia?"mi chiese senza togliermi gli occhi di dosso.
"Josh avevi qualche novità per me" s'intromise Darcià.
Josh non lo calcolò e venne verso di me.
"Cosa hai fatto alla faccia?"richiese.
Io guardai Darcià che sospirò.
"Ho preso una botta mentre lui ha frenato di botto" Non so perché mentii ma mi sentivo in dovere di farlo.
Darcià dal canto suo sembrava più sorpreso di me, infatti mi guardò scioccato.
Josh sospirò.
"Non mentire. Cos'hai fatto??"
"Io.."non finii che Darcià s'intromise .
"Le ho dato uno schiaffo" disse con una calma che mi fece incazzare.  E io che lo difendevo. Stronzo.
Un secondo e Josh lo prese per il colletto.
"Non dovevi toccarla" urlò.
Darcià lo guardò per poi tirargli un calcio in pieno stomaco.
Josh lo lasciò e si piegò in due.
Io ero paralizzata dalla paura.
Ma per mia fortuna non di picchiarono e sorrisero.
Stavano sorridendo.
Hanno qualche rotella fuori posto.
"La novità?"
"Ah si abbiamo trovato Matteo Picchi "
Gli occhi di Darcià si illuminarono.
"Cosa dobbiamo fare Darcià?"
Lui mise una mano sulla faccia e sospirò.
"Fatelo fuori e tenete a bada gli sbirri. Non voglio che trovino il suo corpo." disse semplicemente.
Josh annuì ed uscì solo dopo avermi osservata e passato una mano sulla guancia buona.
"Mangia mi raccomando " disse per poi uscire.

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