"Salve signorina Jauregui. Noi siamo Hansen, Hernandez e Cabello." la più alta stava parlando. Mio padre me le aveva descritte benissimo e riuscivo a riconoscerle. Dinah doveva essere la più alta, Allyson la più bassa e Camila quella castana.
"Ditemi i vostri nomi, non mi piace chiamarvi per cognome, sarebbe considerarvi solo dipendenti e non parte di questa casa editrice."
"Certo, mi scusi. Io sono Dinah, la più piccola. Mi occupo della grafica delle copertine sull'autocad. Lei è Allyson, ma tutti la chiamiamo semplicemente Ally. Lei si occupa dell'impaginazione e mi aiuta con la grafica. Infine c'è la talentuosa Camila, che aiuta gli autori stessi a revisionare le bozze."Avevo indovinato, le avevo inquadrate bene. Quella Dinah era davvero molto tranquilla, mentre le altre due le vedevo molto tese.
"Ally, Camila non avete detto una parola. Potrei avere l'onore di sentire la vostra voce? Non abbiate paura, non sono una dittatrice spietata." Feci una piccola risatina. "Vorrei semplicemente che voi vi sentiate a vostro agio sul vostro posto di lavoro."
Le due mi guardarono e Ally prese parola. "Non siamo abituate a così tanta disponibilità, suo padre è davvero un brav'uomo, ma non ci trattava con così tanta stima. Reggeva sempre quel rapporto capo-dipendente senza diventare un dittatore e nemmeno entrando in rapporto con i propri dipendenti. Questo suo atteggiamento ci spiazza un po'." Wow, credevo che mio padre trattasse i dipendenti come una grande famiglia, ma mi sbagliavo. Comunque il mio metodo di lavoro sarà questo, così non avrò problemi con nessun dipendente.
"E tu Camila? Che mi dici del tuo lavoro?" Stava arrossendo, aveva abbassato la testa per non darlo a vedere, ma era evidente. Che l'avessi messa in imbarazzo? No, impossibile. Non ho fatto nulla per farlo.
"Il m-mio lavoro n-non è così importante. No-non sono così talentuosa co-come ha affermato Dinah." Balbettava, le facevo così paura? Non mi sembra di avere una faccia da killer. "Ehi tranquilla, non ti mangio mica. Ragazze potete lasciarmi un attimo con Camila? Vorrei parlare di una cosa che mi ha detto mio padre."Le ragazze andarono subito via, salutando. Camila stava tremando. Mi alzai dalla mia sedia e mi avvicinai a lei. "Ehi, tranquilla. Il tuo è il lavoro più importante in questa azienda, mio padre mi ha raccomandato te. Per cui d'ora in poi mi rivolgerò a te per qualsiasi cosa. Mi aspetto grandi cose da te Camila!" Le presi la mano. "Ora puoi andare." Le sorrisi e le lasciai la mano tremante. Lei staccò subito la presa come se si fosse scottata ed effettivamente anch'io avevo provato quella sensazione. Ma non ci feci caso. Salutò a bassa voce e uscì dal mio ufficio quasi correndo.
Chiamai quella che ora era la mia segretaria, Rose, e le chiesi cosa ci fosse in programma. Mi informò del periodo di tranquillità dell'azienda e così decisi di dare a tutti i dipendenti un pomeriggio libero. Mi affacciai per annunciarlo e notai che la scrivania di Camila era proprio di fronte alla mia porta, mentre quelle di Dinah e Ally erano proprio dietro la sua. Non l'avevo vista bene, ma indossava una camicetta bianca con un fiocco al colletto e un paio di pantaloni neri che le fasciavano perfettamente il sedere.
-Lauren ma cosa pensi!- mi rimproverai. Era china su dei fogli e scriveva freneticamente. Mi avvicinai, la sua scrittura era semplice e ordinata. Appena si accorse di me nascose i fogli e mi chiese qualcosa che non riuscii a capire.
"Cosa, Camila? Non ho capito."
"C'è qualche pro-problema si-si-signorina? H-ho fa-fatto qualcosa?"
"No, assolutamente. Stavo solo guardando cosa stessi scrivendo. Cos'è?"
"Un m-mio pro-progetto. Ma è una co-cosa mia."
"Certo, scusami l'intromissione." Poi mi girai verso tutto l'ufficio e a voce alta dissi che avevano tutti il pomeriggio libero. Partì un applauso collettivo e vennero avvisati anche i dipendenti degli altri piani. Raccolsero tutti le proprie cose e uscirono uno alla volta dall'edificio. Vidi Camila dirigersi verso l'ascensore con Dinah e Ally. Stavano chiacchierando e ridendo. Che bella risata che aveva, un suono così dolce. Avrei potuto ascoltarla per ore.
-Diamine Lauren, cosa ti sta succedendo? Smettila di pensare a certe cose!- Scossi la testa per smettere di pensare e mi concentrai su un po' di fogli che avevo sulla scrivania.Non mi accorsi che si erano già fatte le 6 e fuori iniziava a fare buio. A New York la sera è stupenda e non volevo perdermi per nessun motivo al mondo quella bellissima vista di luci su Central Park. Così misi in ordine i fogli e uscii dall'edificio. Mi incamminai verso Central Park e man mano che mi avvicinavo, notavo ogni luce comparire. Come se mi avvicinassi sempre di più all'universo e ad ogni distanza percorsa si aggiungesse una stella più lontana.
Mi sedetti appoggiata alla grande quercia sul lato sud e mi persi nella danza delle luci della città. Presi le cuffiette e le misi nelle orecchie. Dopo un paio d'ore decisi di tornare a casa, dopotutto il giorno dopo sarebbe stato un altro giorno e ora dovevo essere più responsabile, ora ero a capo di una casa editrice.
Buonasalve gentaglia, spero che vi stia piacendo. Come ho detto nella prima pagina, questa è la mia prima ff, per cui accetto commenti!
Alla prossima,
writeeeonme.
🌙
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Goodbye - Camren [SOSPESA]
FanfictionLauren, giovanissima donna d'affari di soli 24 anni, erediterà dal padre la sua grande casa editrice. Camila, bravissima scrittrice mai considerata di soli 23 anni, sarà una semplice impiegata della casa editrice di cui Lauren sarà il capo, ma inta...