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"Papà, sei sicuro di questa scelta? Hai ancora tanti anni da poter sfruttare e gettarli così al vento sarebbe uno spreco. Non posso accettare, non sarei in grado di portare avanti il tuo magnifico lavoro qui."
"Cara, io vorrei che fossi tu adesso a portare avanti questo lavoro. Ormai sono vecchio e non ho più quella lucidità nello scegliere cosa sarà buono e cosa no. Tu hai sempre avuto buon gusto nella lettura e mi fido di te per valorizzare i best sellers dei prossimi trent'anni almeno. Voglio che tu accetti questa opportunità, ti ho sempre vista al mio posto in quell'ufficio, a leggere appassionatamente quelle bozze e decretarne il da farsi. Per cui rendi felice questo vecchio papà e prendi il mio posto."

Ero davvero indecisa, era tutto facile. Lavoro e successo assicurato senza dover nemmeno sudare un po'. Non amavo le cose semplici, ma sarebbe stata una bella sfida riuscire a decidere i grandi successi. E poi comunque mio padre mi avrebbe affiancato e aiutato in ogni mia indecisione.

"Va bene papà. Se questa è la tua decisione, accetto con piacere. A patto che mi aiuterai quando sarò davvero indecisa e sarai al mio fianco in ogni cosa."
"Certo figlia mia!"

Il suo abbraccio mi diede una carica assurda, era così pieno di aspettativa e fiducia che non l'avrei sicuramente tradito. Avevo sempre avuto questo stretto rapporto con mio padre da quando ero piccola. Io adoravo e adoro leggere e lui mi portava sempre tanti di quei libri a casa che io li divoravo come niente. Mio padre aveva scelto me tra tutti e tre i suoi figli. Forse perché ero la maggiore o forse perché ero quella più appassionata alla lettura. Mio fratello Chris è un appassionato di sport e un giocatore di basket, non avrebbe mai accettato, e mia sorella Taylor frequenta ancora il liceo.

Avrei iniziato il giorno dopo e papà mi avrebbe presentato a tutta la casa editrice. Ero elettrizzata. La Jauregui Classics&News sarebbe stata mia in meno di ventiquattro ore e ancora non me ne capacitavo. Intanto mio padre mi stava spiegando a grandi linee i vari dipendenti e si era soffermato su tre ragazze in particolare.

Una era Allyson Brooke Hernandez, la più grande delle tre, secondo mio padre la migliore nelle impaginazioni. Allyson era affiancata da un'altra delle tre, la più piccola, di nome Dinah Jane Hansen che lavorava alla grafica delle copertine. E, infine, c'era quella su cui mio padre si era soffermato un po' troppo, facendomi promettere di non farla andare via, Camila Cabello. Secondo mio padre era un talento non apprezzato, una ragazza molto timida che lavorava con ogni autore per revisionare le varie bozze, che poi finivano su quella che, da domani, sarebbe stata la mia scrivania.

Con le varie descrizioni di mio padre, questa opportunità diventava sempre più allettante. Avrei voluto iniziare anche subito, ma mio padre insisteva sulle presentazioni.

La sera ero troppo agitata ed emozionata per riuscire a dormire, per cui rimasi a pensare a come sarebbe andata il giorno dopo e i giorni a seguire.
La mia sveglia suonò a vuoto alle 7 in punto. La spensi e con calma mi alzai, preparandomi mentalmente a ciò che sarebbe successo una volta uscita dalla porta del mio appartamento. Non vivevo più con i miei dalla fine del college, per cui erano, più o meno, 2 anni.
Con mio padre avevamo deciso di fare colazione nel bar della casa editrice e, quindi, di incontrarci lì per le 8. Avevo un'ora, per cui mi feci una doccia e mi misi una gonna a tubino bianca e un top nero con una giacca altrettanto bianca. Volevo sembrare elegante ed ordinata davanti ai miei nuovi dipendenti. Uscii di casa alle 7.45. Abitavo vicino alla casa editrice, per cui potevo andarci anche a piedi. Ci misi 10 minuti e alle 7.55 ero davanti al bancone del bar e mio padre stava entrando proprio in quel momento.

Ordinammo un caffè e un cornetto ciascuno e gli raccontai della mia visibile agitazione. Cercò di rassicurarmi e poi chiamò la sua segretaria per dirle di riunire tutti i dipendenti nella sala conferenze dell'ultimo piano, ovvero dove sarebbe stato il mio ufficio. La segretaria fece ciò che mio padre le aveva chiesto ed entro le nove tutti i dipendenti erano lì.

"Buongiorno a tutti, vorrei annunciare un evento particolare. Ormai, come potete notare, sono troppo vecchio per continuare a tenere le redini di questo grande edificio. Per cui in questi giorni ho preso una giusta decisione. A portare avanti questa casa editrice sarà mia figlia maggiore, Lauren."

Ero agitatissima. I dipendenti applaudirono e io presi parola.

"Vorrei innanzitutto ringraziare mio padre per questa grandissima opportunità e vorrei avere il piacere di conoscere ognuno di voi singolarmente. Per cui incaricherò Rose, la segretaria di mio padre, di chiamarvi uno ad uno e invitarvi in quello che sarà il mio ufficio. Vorrei che ognuno di voi mi mostri il suo campo lavorativo in modo da capire come funzioni questa grande famiglia. Vi ringrazio."

Tutti i dipendenti applaudirono, forse contenti del fatto che non fossi una dittatrice. Volevo davvero conoscerli tutti e volevo in particolare conoscere le tre ragazze designate da mio padre. Il vecchio capo congedò tutti e li invitò a tornare al proprio lavoro. Rose li avrebbe chiamati uno ad uno.

Mio padre mi accompagnò nel mio ufficio e mi augurò buona fortuna. Poi scomparve dietro la grande porta di legno e mi lasciò al mio nuovo lavoro.

Uno ad uno i dipendenti si fecero avanti e si presentarono. E così arrivò anche il turno di quelle tre ragazze che furono le ultime tre ad entrare nel mio ufficio.

Goodbye - Camren [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora