Stavo piangendo come una fontana. Leggere quelle parole mi aveva fatta rabbrividire davvero. Penso che quel foglio non fosse realmente destinato a me. Infatti alzai lo sguardo per vedere se la ragazza dei miei sogni lo stesse cercando, ma la trovai intenta a scrivere, non so se per una bozza o per il suo presunto progetto.
Parlando di esso...Non avevo ancora pensato al fatto che fosse effettivamente dedicato a me.Che ne avrebbe fatto? Lo avrebbe tenuto per sé? O lo avrebbe pubblicato?
E se davvero avesse voluto pubblicarlo?
In quel momento l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era a come fosse stata quei sette giorni senza di me.
Eppure eravamo insieme da talmente poco. Come aveva fatto ad innamorarsi di me? Non era esattamente facile. Non ero assolutamente bella come lei. Non ero intelligente come lei. Men che meno talentuosa come lei.
Lei era tutte queste cose in un unico corpicino. Ed era fantastica.
Non riuscivo davvero ad immaginare i suoi pensieri dei giorni precedenti.
"Rose", premetti sul telefono fisso della mia scrivania. "Ho bisogno di parlare con Hernandez e Hansen. Puoi mandarle nel mio ufficio?"
"Ricevuto, signorina."
Vidi Rose avvicinarsi alle ragazze e mandarle da me.
"Lauren, qualcosa non va? Non ti senti bene?", Dinah mi guardò preoccupata.
"Calma, trottola", ridacchiai. "Hai idea di dove sia la mia migliore amica?", non vedevo Normani dal pomeriggio del giorno del giorno dell'incidente. Mi aveva aiutata a scegliere i vestiti per uscire con Camz.
"Dove vuoi che sia?", sbuffò. "In biblioteca centrale, a fare una ricerca su qualcosa per il suo dottorato. Ci hai chiamate per questo?!", Dinah sembrò confusa.
"No, trottola. T'ho detto di calmarti!", adesso anche Ally stava ridendo con me. "Sono qui per domandarvi di Camz. Com'è stata in questi giorni?", ero indecisa se mostrar loro il suo scritto o tenerlo per me.
"Onestamente, Laur?", iniziò Ally. "Non ha mangiato e dormito per una settimana. Tutto il tempo l'ha passato vicina al tuo letto appena uscita dal lavoro. Ovviamente è venuta a lavorare per portare avanti il lavoro e per non destare sospetti. Ma è rimasta devastata da questa cosa."
"E a te, che cazzo è saltato fuori per la testa? Hai messo in pericolo anche la sua vita! E ora ti importa sapere com'è stata?!", sputò Dinah.
Aveva davvero ragione. Ma già ne avevo risentito abbastanza per quel giorno.
"Sono pur sempre il tuo capo in quest'edificio", le risposi in maniera cauta. "Non lo so cosa diamine mi è passato per la testa. Io ho rischiato di morire, ma tutto ciò che mi interessava in quel momento era salvare Camila. E se davvero esiste qualcuno lissù", ho indicato il cielo con il mio indice destro, "Mi ha ascoltata. Ho pregato che lei rimanesse viva e che fossi io quella a sacrificarsi. Tengo a lei più della mia stessa vita. Non so quando, non so come sia successo. Ma mi sono davvero innamorata di lei. E a dirvela tutta ho anche pensato di proporle di venire a vivere con me. Ma ho pensato che fosse troppo presto. Perdipiù non faccio altro che farla soffrire e non voglio davvero più che succeda. Per cui calmati, Dinah Jane. Non farò più niente di così idiota."
Le due ragazze nel mio ufficio erano rimaste scioccate. La più piccola era anche leggermente mortificata per aver infierito nei miei confronti. Rimasero entrambe in silenzio.
"Ora vorrei chiedervi di aiutarmi ad organizzare qualcosa per lei. Ho visto nel suo curriculum che tra una settimana è il suo compleanno e vorrei fare qualcosa di davvero carino. Vorreste aiutare questa povera stronza?"
Entrambe sbatterono la testa su e giù, ad indicare la loro approvazione.
"Ora potete andare. Devo chiamare quella scellerata di Mani", Dinah rise e si scusò ancora prima di uscire.
Io guardai nuovamente il foglio nelle mie mani. Intanto presi il mio cellulare e, prima di chiamare la mia amica, scrissi un messaggio a Camila.
"L:Sei davvero sexy quando sei concentrata. Così sconcentri anche me, dovrei farti cambiare scrivania! ;)"
Inviai e composi subito il numero della mia amica. Mi girai verso le grandi finestre dell'edificio, per ammirare il mio adorato Central Park e per mostrare a Camila il mio lato posteriore. Sapevo che avrebbe alzato la testa dopo aver letto il mio messaggio. Infatti, mentre sentivo la voce di Mani cominciare a parlare, mi girai di scatto, beccandola a squadrarmi.
Ci sorridemmo a vicenda e un secondo dopo tornammo alle nostre cose.
"Jauregaaaay!", sentii provenire dal cellulare. "Vedo che hai resistito ad un'altra delle tue grandi cazzate", adesso il suo tono era duro e serio.
"Mani sei la terza persona che me lo dice oggi. Pensi che non me ne sia accorta?", ho risposto seccata. "Non ti ho chiamata per questo, ma perché non ho idea di cosa regalare a Camz. Tra una settimana è il suo compleanno e non ho davvero idea di cosa regalarle."
Silenzio.
"Regalale un vestito che tu possa toglierle", la sentii d'un tratto sogghignare.
"Tu, lurida pervertita!", risi alle sue parole. "Pensavo a qualcosa di più romantico."
"Mi trovi impreparata, amica. Chiederò a Dinah. Ma hai intenzione di dare una festa?"
"Sì, ma la sera prima ho già pensato a qualcosa di speciale e poi così, a mezzanotte potrò farle gli auguri.", sorrisi alle mie stesse parole.
"Sei strana, ragazza. Non ti ho mai sentita parlare così. Camila ti ha stregata", rise Mani. "In ogni caso, devo attaccare perché sono in biblioteca e già mi stanno guardando tutti male. Ci vediamo stasera a casa?"
Le risposi un veloce 'sì' e chiudemmo la chiamata.
Avevo già in mente cosa avremmo fatto. Non vedevo l'ora che passasse quella settimana. Le idee erano tutte nella mia testa, anche se non sarebbero mai bastate per una tale bellezza. Tutto doveva essere perfetto per il mio angelo. Avevo solo un enorme dubbio. Non sapevo se il tutto sarebbe stato adatto alla situazione, per il semplice motivo che eravamo insieme da un mese al massimo. Però, 'all'amor non si comanda', pensai tra me e me.
Restava il fatto che quel giorno avevo rovinato la sua giornata, e avrei dovuto rimediare anche a quello.
Un'idea si fece largo nella mia testa e sapevo che mi sarebbe divertita nel fare questo gioco.
Presi velocemente un foglio e iniziai a scrivere.
Si erano già fatte quasi le sei, così chiamai Camila nel mio ufficio, le restituii le bozze, tenendo per me il foglio e lasciandola all'oscuro di esso.
Mentre usciva le dissi una cosa che la lasciò perplessa.
"Guarda bene nelle bozze, c'è un appunto per te."
Lei uscì e io iniziai a sistemare la mia scrivania.
Ci saremmo divertite, o almeno era quello che speravo.
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Goodbye - Camren [SOSPESA]
FanfictionLauren, giovanissima donna d'affari di soli 24 anni, erediterà dal padre la sua grande casa editrice. Camila, bravissima scrittrice mai considerata di soli 23 anni, sarà una semplice impiegata della casa editrice di cui Lauren sarà il capo, ma inta...