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"Dio Lauren, sono tre giorni che sei così passiva. Non lo sei mai stato. Che ti prende?"

I tre giorni dopo Camila non si era presentata, l'influenza non voleva ancora andare via. Io mi sentivo vuota e apatica. Non avevo voglia di fare nulla per tutto il giorno. Quel giorno Normani si era presentata in casa editrice. Stava da me, nel mio appartamento, ma al mattino aveva sempre degli impegni riguardanti i sui studi e quindi io andavo regolarmente in ufficio. Anche quella mattina ero uscita prima di lei per dirigermi in casa e un'ora dopo lei era davanti alla mia scrivania chiedendomi cosa avessi.

Certo lei non sapeva ancora di Camila, ma cosa c'era da sapere se effettivamente non c'era nulla? Era semplicemente una delle dipendenti migliori e la sua scrivania era esattamente davanti al mio ufficio.

"Niente Mani, non mi prende nulla. Sono solo assolta nel mio nuovo ruolo da dirigente."

"Tu non me la racconti giusta Jauregui. Ma se per l'ennesima volta vuoi evitare l'argomento, allora farò finta di crederti, di nuovo."

"Okay, va bene. Ma torniamo a casa. Tornerò nel pomeriggio."

Avvisai Rose ed uscii diretta a casa mia. Spalancai la porta e mi buttai sul divano presente nel soggiorno.

"Sai che ancora non capisco perché tu stia così?" Fu Mani la prima a parlare.

"Sai cosa ti dico? Non lo so nemmeno io. Penso di essermi presa un'irrimediabile cotta per una mia dipendente, ma non è come le altre volte. Dio mio non lo so nemmeno io lo giuro e questo mi spaventa. Lei non è venuta a lavoro in questi giorni perché ha l'influenza e il giorno che sei arrivata non sapevo cosa mi stesse prendendo."

Raccontai tutte le mie sensazioni e Normani rimase a bocca aperta.

"Mi sa che sei fregata, Lauren. A quanto pare ti stai innamorando."

Proprio quello che non avrei mai voluto sentire e che non volevo assolutamente ammettere. Non poteva assolutamente essere. No, non potevo innamorarmi, non proprio di lei. Non potevo, era una mia dipendente e una sconosciuta per di più. Mi convinsi che dovevo smetterla di pensare a lei e così fu.

Il giorno dopo tornò in casa editrice, ancora un po' raffreddata. Quel nasino rosso la rendeva così tenera, ma no. Non potevo.

Per cui nei giorni seguenti mi limitai a salutarla nel buongiorno generale del mattino. Lei continuava a scrivere giorno per giorno su quel grande fascicolo ed io ero così curiosa.

Il destino mi venne incontro proprio quel giorno in cui stavo uscendo dall'ufficio e lei stava andando in pausa, quando le caddero alcuni fogli da quel fascicolo. Mi calai per aiutarla e recuperai un solo foglio, dato che lei freneticamente e nervosamente cercava di prenderli. Riuscii a leggere solo un pezzo prima che mi strappasse letteralmente il foglio dalle mani.

"Lei è come la luna, illumina il mio buio ma non mi appartiene. La luna non appartiene a nessuno e lei è così. La luna tratta bene le stelle, tiene loro compagnia ma non si lega a nessuna di esse. L'unico che è stato in grado di appartenerle è il sole, e io vorrei essere quel sole ma so che non lo sarò mai."

Il mio umore scese fino agli inferi. Quindi la sua mente era già impegnata da questa ipotetica luna? Quindi il suo cuore apparteneva già a qualcuno?

Il mio sguardo si fece di ghiaccio e lei spaventata mi disse un grazie tremolante e scappò via. I miei occhi iniziavano a pizzicare, così uscii di corsa dall'edifico e attraversai la strada correndo. Chiusi la porta di casa e mi accasciai su di essa facendo cominciare un pianto che non sarebbe finito in poco tempo. Fortunatamente la mia migliore amica non era a casa e non doveva assistere a questa pietosa scena.

Cosa mi stava succedendo? LAUREN, COSA TI SUCCEDE?

La mia mente stava chiedendo al mio cuore cosa stesse succedendo, ma il mio cuore era più confuso della mia mente.

Una volta smesso di piangere, la mia mente iniziò a ragionare. Mi sarei dovuta allontanare, lei aveva già qualcuno. Dovevo immaginarlo, cosa credevo di fare? Entrare nella sua vita come niente fosse? Eppure lei con me ci era riuscita e anche troppo bene. La vita me l'aveva stravolta e continuava a stravolgermela giorno dopo giorno.

Mi alzai da dietro la porta, andai a sciacquarmi la faccia in bagno e tornai in casa editrice. La pausa pranzo era finita da almeno una mezz'ora e in effetti tutti i dipendenti erano ai propri posti. Anche lei era li, ma non le rivolsi nemmeno uno sguardo e all'ora di fine giornata aspettai che uscissero tutti per uscire anche io.

Tornai a casa e Normani non era ancora tornai. Pensai di chiamarla e sapere dove fosse.

<Korgay, come mai non sei ancora a casa?> Rise al mio soprannome, era una tradizione chiamarci così.

<Jauregay, qual buon vento ti porta a chiamarmi?>

<Stasera usciamo, andiamo in qualche locale? Ho sentito che c'è un nuovo locale in fondo alla strada e mi manca fare l'irresponsabile. Domani è sabato e non devo nemmeno lavorare. Che ne dici?>

<Sto finendo di seguire una conferenza, in mezz'ora sarò lì. Scegli un vestito da urlo, stasera si fanno conquiste!>

Risi e chiusi la chiamata senza nemmeno salutarla. Corsi in bagno, mi spogliai e mi feci una doccia calda. Avevo bisogno di smantellare tutti i pensieri che avevano deciso di farsi casa nella mia mente. Ci misi mezz'ora e, infatti, mentre uscivo dalla doccia, sentii la porta sbattere e Normani urlare che era a casa. Uscii dal bagno e l'avvisai che ero in camera. Mi raggiunse e mi aiutò a scegliere un vestito bianco aderente a maniche lunghe e una giacca nera, con sotto un paio di tacchi neri. Dopo circa un'ora eravamo pronte entrambe e decidemmo di andare a mangiare da qualche parte visto che era ancora abbastanza presto per andare al locale deciso nel pomeriggio.

Andammo in un ristorante non lontano dal locale e cenammo. Quando finimmo, andammo a pagare e ci dirigemmo al locale. Avevo intenzione di bere e dimenticare il mio lavoro, Camila, tutto. Avevo bisogno di fare spazio tra i miei pensieri e non pensare più a nulla per almeno qualche ora. Jauregay stava per farsi spazio in quella strana Lauren che stava venendo a galla in questi giorni. E Jauregay aveva le munizioni pronte per quella serata, basta solo usarle ed ero molto brava in questo, lo sapevo, e avevo intenzione solo di divertirmi.

Avrei dimenticato tutto, almeno speravo, ma sapevo che Camila sarebbe comunque rimasta nella mia mente.








Come al solito vi saluto bella gentaglia,

ringrazio chi legge la storia anche senza votare e commentare. Non so se vi sta piacendo, continuate a commentare e stellinare se vi va. Perdonate gli errori, ma il mio 6s è ancora fuori uso e la tastiera del mio portatile ha seri problemi tastierosi. Scusate anche il disagio dei miei angoli, ma devo pur sclerare da qualche parte, no?

Detto questo evaporo. Pace, amore e sesso Camren.

Byeee, writeeeonme.🌙

Goodbye - Camren [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora