Un altro giorno stava cominciando. La mia sveglia suonava da almeno 5 minuti, ma io ero già sveglia ed ero sotto la doccia. Appena uscita mi legai un asciugamano intorno al corpo e lasciai i capelli bagnati gocciolanti sulle mie spalle. Entrai in camera da letto, spensi la sveglia e controllai l'orario. 7,30. Ero in anticipo, sarei dovuta essere in azienda un'ora dopo. Aprii il mio armadio e decisi di mettere qualcosa di adatto al mio nuovo lavoro.
Non riuscivo a decidere. Intanto il mio telefono iniziò a suonare. Ancora con l'asciugamano e i capelli bagnati mi affrettai a rispondere senza vedere di chi si trattasse.
<Pronto?>
<Sento che sei ancora viva. Il lavoro ti impegna già così tanto Jauregui?>
<Oddio Mani scusami se non ti ho più chiamata, ma sono stata impegnata a conoscere ogni singolo dipendente della casa. Non so più quanti sono ahah.> Avevo palesemente dimenticato di aggiornare la mia migliore amica. Sono circa 20 anni che ci conosciamo e ci diciamo praticamente tutto. In quel periodo era in Europa per un master della sua laurea in chimica bi-organica.
<Non ti preoccupare amica, e dimmi un po', come sono le dipendenti Jauregay? Hai messo già occhio sul qualcuno?> Dio come mi conosceva, assurdo. Non potevo fare un passo, che sapeva già dove mi stessi dirigendo.
<La verità? C'è un trio davvero simpatico!>
<E chi è la fortunata delle tre?>
<Non c'è nessuna fortunata Mani, ora devo scappare. Non so ancora cosa indossare! Ci sentiamo un altra volta, mi raccomando alle ragazze europee!>
Non le diedi modo di rispondere e chiusi la chiamata. Già, eravamo due irrimediabili lesbiche e i nostri genitori l'avevano accettato. Io e Normani non eravamo mai state insieme e tra di noi vigeva la regola del "la ragazza altrui non si tocca". Fortunatamente non abbiamo mai avuto problemi, abbiamo decisamente due gusti diversi in fatto di ragazze.
Erano già le 8 e io dovevo ancora decidere cosa mettere. Così optai velocemente per una cosa molto comoda, un paio di pantaloni neri aderenti e una camicetta bianca con sopra una giacca nera. Preferivo decisamente sentirmi comoda sul posto di lavoro. Intanto i miei capelli si stavano asciugando, così decisi di mettermi solo un po' di matita sugli occhi. Uscii di casa alle 8,20. Giusto il tempo di attraversare un paio di strade e raggiungere l'edificio, non avevo nemmeno bisogno della macchina.
Spalancai la grande porta di vetro e corsi verso l'ascensore, le cui porte si stavano chiudendo. Feci giusto in tempo ad entrare. Appena mi girai, scorsi un angelo. Era bellissimo, indossava una gonna aderente bianca e una camicetta sul rosato. I capelli mossi castani erano lasciati sciolti sulle spalle. Mi incantai a guardare quel bellissimo angelo fin quando non parlò.
<Buongiorno signorina Jauregui.>
<Buongiorno.. Camila giusto?>
Mi fece un bellissimo sorriso e mi rispose di sì. Peccato che le porte si aprirono troppo subito. Uscì lei per prima e.. cazzo che culo! Perché non l'ho notato prima?! NO, LAUREN! Basta, non devi pensare queste cose su una tua dipendente!
Scossi la testa per cacciare via quei pensieri ed uscii dall'ascensore prima che si richiudesse. Dissi un buongiorno generale ed entrai nel mio ufficio. La sua scrivania era esattamente davanti al mio ufficio e non potevo far a meno di fissarla, ma non mi aspettavo certo quello che successe un minuto dopo. La penna le cadde per terra e si calò per riprenderla. Il suo maledettissimo sedere era una calamita. I pensieri di qualche decina di minuti prima tornarono a farmi visita. Non dovevo guardarla per cui decisi di concentrarmi su un po' di scartoffie per il passaggio di dirigenza da mio padre a me.
Appena vidi tutti i dipendenti uscire, capii che era iniziata la pausa pranzo. In effetti era l'una. Però notai che Camila era l'unica rimasta in ufficio. Uscii dal mio e mi diressi verso la sua scrivania.
"Camila, perché tu non sei in pausa?"
"Sto revisionando un libro e vorrei finire entro questo pomeriggio, per cui preferirei rimanere qui e continuare a revisionarlo."
"Ma non devi saltare la tua pausa pranzo, non c'è bisogno che me lo consegni oggi."
"Ma voglio farlo. Non si preoccupi, l'ho fatto spesso. Per cui ora non salti la sua!"
"Va bene Camila. A dopo."
Era davvero molto concentrata e dedita al suo lavoro. Mi piaceva questa sua attitudine! Scesi ed uscii dall'edificio. Arrivai a casa e mi preparai un piatto di pasta. Dopodiché preparai un panino ed una bottiglietta d'acqua e tornai subito in ufficio. Ci avevo messo solo mezz'ora per cui tutti i dipendenti erano ancora in pausa. Salii con l'ascensore, mi avvicinai alla scrivania di Camila e le lascia il panino e la bottiglietta con un bigliettino. -Spero ti piaccia, sono andata a fortuna. Buon pranzo.- Lei alzò la testa, ma io ero già dentro il mio ufficio, intenta ad ordinare quelle maledette scartoffie. Non mi accorsi che ormai tutti i dipendenti erano tornati alle loro scrivanie.
Dopo qualche ora, la mia segretaria mi aveva comunicato che Camila aveva finito la sua revisione e che aspettava solo me per potermi farmi notare qualche dettaglio. Le dissi che poteva entrare anche in quel momento ed ecco che lo stesso angelo di quella mattina fece ingresso nel mio ufficio.
"Allora Camila, illuminami!"
Scoppiammo entrambe in una fragorosa risata, posi avvicinò alla mia scrivania e mi pose il fascicoletto davanti agli occhi. Aveva iniziato a parlare già da un po' ma io mi ero incantata a fissarla. Appena mi resi conto che il suono melodioso della sua voce aveva smesso di suonare, le rivolsi un gran sorriso e senza saper di cosa avesse parlato le dissi che aveva fatto un gran lavoro ma che non volevo saltasse mai più la pausa pranzo. Lei annuii, mi ringraziò per il pranzo e uscì sculettando dal mio ufficio.
Ovviamente cosa potevo fare io? Fissarle il culo e sbavare.
La guardai mettere a posto le sue cose nella sua borsa e avviarsi verso l'ascensore con le altre due ragazze indicatemi da mio padre. Solo allora mi accorsi che erano già le sei del pomeriggio e mi decisi a mettere da parte le scartoffie e prendere il fascicolo che Camila mi aveva dato, avviandomi verso l'ascensore per tornare casa.
Chiamai Mani per descriverle il nuovo ambiente, ovviamente saltando tutte le parti riguardanti Camila e il suo culo da paura. Dopo due ore chiusi la chiamata per andare a dormire. Da Mani era già mattino e mi aveva detto che sarebbe tornata tra due giorni. Con la bella notizia mi riaddormentai e l'ultima cosa che vidi prima di cadere in un sonno pesante fu la figura longilinea di Camila che mi sorrideva.
Buonsalve guyssss,
I hope that questa storia vi stia piacendo. Fatemelo sapere, scusate per eventuali errori ma il mio bellissimo iphone 6s ha deciso di lasciarmi per un paio di giorni e ho un vecchio 4 che si blocca per cui non posso scrivere da lì. Perché io sono psicopatica e mi trovo meglio a scrivere sul cellulare dato che il mio portatile ha una tastiera spastica.
Anyway alla prossima, hope u like it!
writeeeonme.🌙
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Goodbye - Camren [SOSPESA]
FanfictionLauren, giovanissima donna d'affari di soli 24 anni, erediterà dal padre la sua grande casa editrice. Camila, bravissima scrittrice mai considerata di soli 23 anni, sarà una semplice impiegata della casa editrice di cui Lauren sarà il capo, ma inta...