Capitolo 8

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Rachel non avrebbe mai pensato che in un liceo come il William McKinley High, potesse essere fatta un'attività di quel genere, specialmente visto che il preside Figgins era conosciuto per le sue idee abbastanza retrograde e la sua tendenza ad ignorare gli adolescenti, motivo per il quale si era sempre chiesta perché ad una persona del genere fosse concesso di essere il preside di un liceo.

Questo però le aveva permesso di apprezzare San Valentino, cosa che non era solita fare, l'aveva sempre considerata una festa inutile e anche un po' triste, visto che non vedeva il motivo per il quale una persona dovesse essere romantica in una determinata data e basta.

Se si era innamorati e felici, non bisognava mostrarlo tutti i giorni e nei più svariati modi?

Si era lasciata convincere a festeggiarlo, perché, a quanto sembrava, Quinn e tutto il resto del Glee Club sembravano molto entusiasti e si era sentita letteralmente risucchiata dall'aria di festa che aleggiava nei corridoi.

Magari i cuori di carta affissi su ogni armadietto erano un po' eccessivi ed uno spreco di denaro che poteva essere evitato – soprattutto dal momento che ogni anno il suo glee era costretto a trovare i soldi necessari per pagarsi il trasporto per le competizioni –, ma l'idea della caccia al tesoro non era male.

Questo era ciò che aveva creduto prima che lei e Quinn si scontrassero con Santana Lopez e la sua leggendaria impossibilità ad accettare qualsiasi tipo di sconfitta, il che, in un'ottica di gruppo, non era affatto un male, ma, quando quella competitività superava i limiti della ragione, Rachel non poteva far altro che rispondere con la stessa moneta.

Era in quel modo che iniziava la maggior parte dei loro litigi ed era esattamente in quel modo che, ne era sicura, avrebbe avuto inizio anche quello.

«Si può sapere chi ha scritto questi stupidi e illeggibili indizi?» Chiese seccata Rachel, battendo un piede per terra, mentre cercava di decifrare l'incomprensibile indizio che le avrebbe portate alla tappa successiva.

«Non saprei.» Rispose Quinn. «Sicuramente qualcuno che vuole che nessuno vinca, perché a quanto sembra siamo quasi tutti ad un punto morto.» Continuò indicando gli studenti radunati nel corridoio, ancora fermi alla prima tappa della loro caccia.

«Sì!» L'esclamazione di gioia di Santana attirò l'attenzione di quasi tutto il corpo studentesco. «Paperella, sei un genio!» Affermò prendendo fra le braccia la sua ragazze e facendola volteggiare.

«Hanno decifrato l'indizio!» Disse Rachel indicandole. «Come hanno fatto? Quinn, non sei la studentessa più brillante di questo liceo? Fa' qualcosa!»

«Non credo che il mio quoziente intellettivo sia la soluzione al nostro problema.» Confessò mentre, con aria afflitta, guardava Brittany e Santana correre via lungo il corridoio.

«Beccati questa, GayBerry!» Urlò Santana, lasciandosi trascinare da Brittany mentre un sorriso soddisfatto le colorava il viso.

«Ride bene chi ride ultimo, Santana!» Rispose ad alta voce Rachel, sforzandosi di sembrare particolarmente convinta e sicura di sé, ma quando le ragazze ebbero girato l'angolo abbandonò la sua maschera e tornò a sussurrare con impeto all'orecchio di Quinn: «Non possiamo permettere che vincano! Santana se ne vanterà almeno per due settimane e onestamente non ho alcuna intenzione di rovinarmi l'umore a causa sua!»

Quinn ridacchiò e le sfilò gentilmente dalle mani il fogliettino, rileggendolo ancora e ancora, mentre le rotelle del suo cervello cercavano di venire a capo di quell'enigma. Cominciò a bisbigliare qualcosa, mentre Rachel la guardava incantata, rendendosi conto del fatto che quando Quinn era assorta era veramente bellissima.

«Ci sono!» Gridò con un sorriso.

«Oh, sapevo che ci saresti riuscita!» Esclamò Rachel, sporgendosi per baciarla dolcemente.

«Santana Lopez, non è finita qui!» Ringhiò Quinn, prendendo la mano della ragazza nella sua e trascinandola lungo il corridoio.


****

Alla fine, a ridere per ultimo, era stato il team Lopez-Pierce.

Rachel aveva sperato, aveva sperato con tutta se stessa, e per qualche minuto ci aveva addirittura creduto.

Lei e Quinn potevano vincere.

Lei e Quinn potevano vincere.

Lei e Quinn avrebbero vinto!

Ma Santana Lopez non la pensava allo stesso modo e, per il dispiacere di Rachel, aveva avuto la meglio per un vantaggio di soli pochissimi istanti.

«Andiamo Rach, non è la fine del mondo...» Tentò di rincuorarla Quinn, nonostante sapesse bene quanto potesse essere frustrante essere battuta dal suo co-capitano.

«Non è la fine del mondo?» Chiese con disperazione. «Sei consapevole del fatto che non farà altro che rinfacciarcelo per tutto l'anno e forse anche in futuro?»

Quinn non rispose, la strinse forte al suo petto e le diede un lieve bacio sulla testa, sperando che così si rilassasse un attimo, ma fu solo un illusione momentanea, specialmente quando Brittany cominciò a saltellare per il corridoio con il biglietto della loro vincita.

«Una cena da Breadsticks?!» Chiese, sbattendo i piedi a terra Rachel. «Hanno vinto una cena da Breadsticks!»

«E qual è il problema? Io ti porto sempre da Breadsticks.»

«Non è questo il punto, Quinn!»

«E quale sarebbe il punto, Rachel?» Chiese, iniziando un po' a spazientirsi, soprattutto quando Rachel le rispose con tanta sufficienza.

Cosa importava se Santana e Brittany avevano vinto quella stupida caccia al tesoro? Se Rachel ci teneva tanto ad una cena da Breadsticks l'avrebbe accontentata, ma proprio non riusciva a capire perché mai stesse reagendo a quell'insignificante sconfitta come ad una catastrofe.

Rachel abbassò il capo, trovando all'improvviso le unghie dei suoi pollici incredibilmente interessanti.

«È una cosa che ricorderanno sempre...»

«Se è questo ciò che ti preoccupa, stai tranquilla. Santana non si prenderà gioco di noi per questa sconfitta per poi molto tempo, non le piace essere prevedibile e ripetitiva.»

«No...» Si fermò per qualche istante, scuotendo la testa con un impercettibile sorriso sulle labbra. «Io intendevo... Si stanno costruendo dei ricordi. Quando fra qualche anno ripenseranno ai momenti passati insieme, questo San Valentino sarà uno di quelli.»

«Oh.» Commentò Quinn, sorpresa.

Era quello allora il motivo di così tanta agitazione per una così insignificante sfida, quindi non poté far altro che sorriderle, accarezzandole il volto con una carezza gentile.

«Non ci dimenticheremo mai di questi giorni, Rachel, perché solo il fatto di viverli insieme lì imprigionerà nei nostri cuori per sempre.»

«Oh Quinn...» Mormorò commossa, sporgendosi per sfiorare le labbra con le sue.

Quinn a quel punto decise che era arrivato il momento, perché sapeva che Rachel non si sarebbe rassegnata così velocemente alla sconfitta e aveva deciso di renderla comunque indimenticabile.

«Anche se...» Continuò, mostrandole il pugno chiuso. «Come ben sai, non mi sarei mai presentata a mani vuote ad una festa del genere, mmh?»

«Mi hai fatto un regalo?» Chiese Rachel, abbassando lo sguardo e notando il pugno chiuso di Quinn. Le sopracciglia le si aggrottarono perché... Quale diavolo di regalo poteva entrare in un pugno? Forse una collana? O un anello? Per Mosè, Quinn le aveva regalato un anello?!

«Chiudi gli occhi e dammi la mano.» Le ordinò con un sorriso soddisfatto.

Rachel fece come le era stato comandato e... Ok, non c'erano più dubbi: Quinn stava per infilarle un anello al dito!

La testa le girava pericolosamente e sentiva una strana sensazione proprio alla bocca dello stomaco dunque decise di respirare con più calma, dopotutto non poteva certo sentirsi male in una situazione del genere.

Sentì Quinn girarle la mano e poggiarle qualcosa proprio all'interno del palmo, ma non se ne preoccupò: Quinn non era mai stata molto convenzionale.

«Ora puoi aprirli.» Sussurrò e Rachel poteva giurare che il sorriso di poco prima non avesse abbandonato le sue labbra neanche per uno degli istanti in cui lei aveva chiuso gli occhi.

Quando li riaprì notò uno strano luccichio nello sguardo di Quinn e solo allora decise di godersi la vista di ciò che aveva in mano.

«Una spilla?»

Quinn annuì con un sorriso così felice che Rachel per un momento rimase senza fiato.

«È-È un indiano questo?»

«È una spilla dei Cleveland Indians!» Esclamò Quinn come se fosse la cosa più normale del mondo.

«Una spilla dei Cleveland Indians.» Ripeté Rachel annuendo. «Che diavolo significa?»

Quinn roteò gli occhi prima di sorriderle. «É un regalo di mio padre.» Le spiegò. «Quando ero bambina portava sempre me e mia sorella alle partite degli Indians, era un grande tifoso e io mi addormentavo sempre fra le sue braccia, mentre Frennie passava tutto il tempo a fare il tifo.» Si fermò un attimo e Rachel giurò di aver visto tristezza nei suoi occhi. «Una di quelle domeniche, fuori dallo stadio c'era questa bancarella e mio padre comprò ad entrambe un pensiero, qualcosa da portare con noi ad ogni partita e mi prese questa.» Le indicò la spilla.

«Quinn...»

«Nonostante la situazione con mio padre sia a dir poco tragica, continuo ad avere uno splendido ricordo di quel giorno grazie a questa spilla, per questo volevo regalartela, perché speravo in qualche modo che diventasse un altrettanto splendido ricordo per te. So che non è una cena da Breadsticks, ma-»

Non finì la frase, Rachel sembrò dimenticarsi che si trovavano a scuola, le chiuse la bocca con la sua in un bacio appassionato.

«Sei perfetta, non potevo chiedere di meglio.»

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