Capitolo 2

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L'ospedale era un via vai di persone, specialmente il reparto pediatrico, pieno di parenti felici e bambini poco più grandi di quelli nella nursery che correvano per il corridoio, urlando. Quinn e Rachel lo stavano percorrendo a loro volta, dirette alla camera 205, mano nella mano e con stampato sul volto un dolcissimo sorriso.

Santana le aveva chiamate mezzora prima piangendo, informandole che Brittany era entrata in travaglio da qualche ora e aveva appena dato alla luce il loro primo bambino: James Simon Lopez-Pierce. Non c'era voluto molto perché le due si infilassero in macchina, pronte ad andare a conoscere il loro nipotino, non potendo più stare nella pelle dalla voglia di spupazzarselo.

Per tutto il viaggio in macchina Rachel non aveva fatto altro che pensare a quel grande miracolo.

Solo nove mesi prima Brittany lavorava come ballerina nei video musicali, aveva una carriera fiorente ed era famosa. Questo prima che lei e Santana si rendessero conto che era arrivato il momento giusto per costruire la loro famiglia. Non c'era voluto molto per prendere appuntamento con il loro medico, facendo tutti gli esami necessari e prendendo le precauzione adatte. Qualche settimana dopo, il piccolo Lopez-Pierce aveva iniziato a crescere nel ventre di Brittany.

Era stata quella la molla che aveva fatto scattare qualcosa nel cervello di Rachel. Una sera, poco dopo essere tornata da lavoro, aveva preso Quinn fra le braccia e le aveva parlato. Il discorso era rimasto in sospeso, Quinn le aveva detto che non le sembrava il momento giusto, soprattutto per il poco tempo che Rachel passava a casa a causa dei suoi impegni di lavoro. Era convinta che un bambino dovesse crescere con entrambi i genitori e non voleva che Rachel si perdesse nessun passo del frutto del loro amore.

Quando raggiunsero la stanza, Quinn bussò piano ma non attese risposta, spinse leggermente la porta ed oltrepassò la soglia, tenendo stretta la mano di sua moglie. Brittany era seduta sul letto, dei cuscini dietro la schiena che la aiutavano a tenere una giusta postura ed il piccolo James fra le braccia. Santana, al suo fianco, aveva stampata sul volto un'espressione ebete, guardando sua moglie e suo figlio come se fossero la cosa più bella del mondo.

«È permesso?» Chiese piano Rachel, non volendo interrompere quel momento così intimo.

Brittany si voltò verso di loro con un dolce sorrise ed annuì piano. «Vi stavamo aspettando.» Mormorò, facendo loro segno di entrare.

Quinn e Rachel fecero qualche passo nella stanza, posizionandosi entrambe ai lati del letto per osservarle e si persero in contemplazione di quel piccolo miracolo. James aveva un ammasso di capelli biondi in testa, gli occhi di una sfumatura di blu che non avevano mai visto e delle mani paffute assolutamente meravigliose.

Quasi automaticamente Rachel fece un ulteriore passo avanti, puntando dritta al fagottino che Brittany aveva tra le braccia. Per un solo istante alzò gli occhi verso la neo mamma, quasi a cercare un'approvazione, che ricevette sotto forma di un grande sorriso. Si sporse leggermente e con l'indice tracciò la piccolissima linea del naso, provocando un'adorabile smorfietta nel piccolo James.

«Ciao creaturina, non vedevamo l'ora che arrivassi...» Sussurrò, godendosi per qualche istante la vista di quel piccolo, grande miracolo.

«È bellissimo.» Mormorò Quinn, guardandolo come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto. «Speriamo non prenda molto da mamma S, altrimenti è rovinato in partenza.» Continuò con una piccola risatina.

«Fabray...» Ringhiò Santana in tono d'avvertimento.

«Fate le brave ragazze.» Le ammonì Brittany con un sorriso stanco, ma allo stesso tempo rilassato, senza staccare gli occhi dal piccolo fra le sue braccia.

«Benvenuto, James Simon Lopez-Pierce.» Esclamò piano Quinn, chinandosi a depositare un dolce bacio sul capo del bambino.

La minuscola manina del neonato arpionò in una dolcissima morsa il dito di Rachel, che continuava a guardarlo con occhi pieni d'amore. Le labbra semiaperte, le guance piene, il nasino un po' arricciato, gli occhi vispi, impazienti di scoprire il mondo ed il piccolo petto che si abbassava ed alzava ritmicamente, arrivando quasi ad incantarla.

Non aveva mai visto nulla di più bello.

«Come ci si sente?» Chiese di punto in bianco. «Come ci si sente ad aver creato... questo?» Terminò, come se le mancassero le parole per descrivere quel capolavoro.

Brittany finalmente alzò lo sguardo per guardarla, gli occhi ricolmi di una felicità che Rachel non aveva mai visto.

«È qualcosa che non si può spiegare, Rach.» Le disse. «Ti senti completa e quando te lo mettono fra le braccia una felicità indescrivibile di pervade e capisci, finalmente, che il lungo percorso che hai fatto sino ad ora era solo per arrivare a questo piccolo miracolo.»

Gli occhi di Rachel si inumidirono all'istante a quella spiegazione così dettagliata. «P-posso?» Le domandò, allungando le braccia, non vedeva l'ora di tenerlo.

Brittany si sporse il più possibile, permettendo a Rachel di prendere il piccolo James nel modo corretto.

Appena lo ebbe tra le braccia, un velo di lacrime coprì gli occhi di Rachel, costringendola a sforzarsi per non piangere nel bel mezzo di quella stanza d'ospedale. Lo cullò amabilmente, tra un sorriso e qualche parolina dolce che il bambino accoglieva con gioia.

«Sembra che il piccolo James abbia una predilezione Rachel...» Fece notare Brittany, lanciando uno sguardo divertito a Santana.

«Aspetta che la conosca meglio. Ne riparliamo quando lo prenderà in ostaggio per una maratona di film anni 70 o qualcosa del genere.» Riprese Santana, guadagnandosi un'occhiataccia - anche se divertita - da parte di Rachel.

«Invece sembra proprio che mi adori.» Ribatté Rachel giocherellando con la sua mano paffuta.

«Spero proprio di no, perché questo significa che ti avrò costantemente a casa ed è una cosa che non posso tollerare.» Esclamò Santana, sgranando gli occhi con fare teatrale.

Rachel ridacchiò e fece per rispondere, ma il rumore della porta che si apriva interruppe ogni sua parola, mentre l'infermiera faceva il suo ingresso.

«Non vorrei essere troppo guastafeste, ma è ora della poppata e la mamma ha davvero bisogno di riposare.» Esordì la donna con un sorriso.

«Stavamo giusto andando.» La rassicurò Quinn. «Siamo venute a dare un saluto al nostro nipotino, ora lasciamo che entrambi riposino, non è così, amore?» Chiese a Rachel, la quale con un piccolo broncio, stava ridando il piccolo James alla madre.

«Sì.» Bofonchiò, un po' scontenta, facendo ridacchiare tutte le donne nella stanza.

Quinn la guardò con fare amorevole, dopotutto non poteva davvero biasimarla. Lei stessa credeva che se le avessero messo tra le braccia quel piccolo concentrato d'amore, non lo avrebbe più lasciato andare.

«È l'ora della pappa, piccolino!» Rachel informò il bambino, ricevendo in cambio un ampio sorriso senza denti, prima di passarlo con cura a Brittany. «Ecco... Torna dalla tua splendida mamma...»

L'immagine di Brittany, Santana e James era straordinaria. Le sue amiche erano sempre state una coppia bellissima, due vere anime gemelle, ma ora, con l'arrivo del piccolo, riusciva a percepire distintamente quanto complete fossero.

Cercò la mano di Quinn con la propria e quando la ebbe trovata la strinse forte nella sua, accarezzandole delicatamente il dorso con il pollice.

«Torneremo questa sera.» Esordì Quinn. «Cerca di riposare, BrittBritt.» Sussurrò, chinandosi a baciarla sulla guancia e riservando lo stesso trattamento al piccolo James. «Congratulazioni, Sannie, è veramente splendido.» Disse rivolgendosi all'amica.

Santana sorrise e senza una parola, la strinse in un veloce abbraccio. «Grazie di essere corsa qui.»

«Non dirlo nemmeno per scherzo.» Mormorò Quinn, stringendola a sua volta.

Dopo i saluti veloci, l'infermeria, sempre con il sorriso sulle labbra, le scortò con impazienza all'uscita, chiudendo la porta con un tonfo rumoroso.

«Che acidità.» Commentò Rachel, incrociando le braccia al petto.

Quinn sorrise a quel commento di Rachel, scuotendo la testa, divertita. «È normale, Rachel... È il suo lavoro e Brittany deve riposare.» Le fece presente. «Torneremo più tardi ed avrai tutto il tempo che desideri con il piccolo James.»

Il piccolo broncio sul volto di Rachel si sciolse al volo in un sorriso quando riportò gli occhi verso sua moglie. «Non trovi anche tu che sia la cosa più bella del mondo?» Chiese, piena di entusiasmo.

«Sì, è la cosa più bella del mondo.» Accordò, baciandole la testa. «E mi sta facendo ripensare al discorso che abbiamo avuto non molto tempo fa.»

Rachel la fissò con un sopracciglio alzato. «Discorso?» Chiese, confusa.

Quinn le sorrise dolcemente e annuì piano. «Credo che sia arrivato il momento, Rach.» Quando vide che la moglie non sembrava essere sulla strada giusta per comprendere a cosa si riferisse, roteò gli occhi giocosamente. «Per avere un bambino, piccola. Credo sia arrivato il momento per avere un bambi -»

«Oh mio Dio! Avremo un bambino!»

Non le diede neanche il tempo di finire la frase. Quando comprese ciò che Quinn voleva intendere, le si lanciò al collo, entusiasta come mai lo era stata nella sua vita.

Avrebbero avuto un bambino ed anche la loro famiglia sarebbe stata completa.


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