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Come molti venerdì pomeriggio ho deciso di andare nel mio posto, con la sola differenza che oggi c'è anche Stefano.

Mi alzo dal letto, sul quale stavo leggendo un libro e vado verso l'armadio. Lo apro e trovo tanti vestiti che non ho mai messo. Alla fine ho tante cose, ma metto sempre le stesse. Ci sono tantissime felpe di ogni colore, maglie a maniche corte e lunghe molto semplici e pantaloni non troppo attillati.  Di vestiti o gonne non c'è nemmeno l'ombra. Non é che non mi piacciano, semplicemente non ho mai avuto l'occasione per metterli e quindi non li ho nemmeno comprati.
Dopo aver guardato tutti i capi d'abbigliamento decido di mettermi una felpa bianca e dei jeans.
Non mi trucco e mi lego i capelli in una treccia.
Quando sono pronta prendo le chiavi e apro la porta.

"Dove vai?" Sento prima di poter uscire.

"In giro" rispondo.

Mia mamma non è mai a casa a pranzo, ma oggi ha detto che ha finito prima di lavorare. Dopo la discussione non ci siamo più parlate, adesso è la prima volta.

"Con chi?" Mi chiede dalla cucina.

"Con Eleonora e suo fratello"

"Non tornare tardi, questa sera viene a cena la zia Maria"

"Ok"

La zia Maria è la sorella di mia mamma, anche se non si direbbe. Sono l'opposto: mia mamma ha i capelli marroni che gli arrivano alle spalle e gli occhi marroni, mia zia è bionda con i capelli più corti e gli occhi verdi. Mia mamma dice che ho preso gli occhi da lei.

Mia zia è una donna energica, brillante, simpatica e paziente, mia mamma invece é nervosa e impaziente, ma per fortuna a volte è simpatica. Tutte e due pensano di essere state adottate, ma non è così perchè anche i loro genitori erano molto diversi tra di loro.

Riesco ad uscire e mi trovo davanti all'ingresso del bosco. Poco dopo arriva Stefano che mi saluta con un bacio a stampo.

"Ciao Vichy" mi dice.

"Ciao Ste" rispondo sorridendo.

Mi prende per mano e ci dirigiamo verso il nostro posto. Cominciamo a spostare i rami per riuscire ad entrare.

"Ehi! Voi due!" Sentiamo all'improvviso.

Ci giriamo nello stesso momento è vediamo un uomo a pochi passi da noi. Si avvicina e ci dice:

"Cosa state facendo?"

Riesco a leggere la targhetta sulla maglia, su cui c'è scritto "Armando, guardia del bosco". È un uomo di mezza età con i capelli grigi e gli occhi marroni, un po' robusto e più basso di Stefano.
Io e Stefano ci guardiamo in cerca di aiuto.

" Abbiamo visto dei rami ammassati per terra e volevamo raccoglierli" risponde Ste.

"Non potete toccare quei rami, se solo lì c'è un motivo e ora via da lì" ci dice indicandoci di andare.

Appoggiamo a terra i rami e ce  ne andiamo.

"Lo sapevi che non si poteva andare?" Mi chiede ad un certo punto Stefano.

"Sì. Una volta ho visto un bambino che  era andato a recuperare il pallone, rimasto incastrato nei rami, e una guardia la sgridò. Il giorno dopo ritornai lì e, senza che nessuno mi vedesse, spostai i rami e scoprii il mio posto. Ogni volta che vengo qui, controllo sempre che non ci sia nessuno"

"Ma io non avevo visto nessuno"

"Neanche io"

"Ora che se ne è andato, possiamo riprovarci" Propone Stefano.

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