Dopo pochissimo mi apre mia mamma. È irriconoscibile: ha le occhiaie, gli occhi lucidi e i capelli spettinati. Indossa una tuta e mi guarda con uno misto di rabbia e felicità.
"Vittoria!" Mi urla. Non capisco ancora se è arrabbiata o contenta.
"Dove diavolo eri finita? Ero preoccupatissima!" Continua
Vorrei essere dispiaciuta, ma mi viene in mente la scena con mio padre che la accusa di averlo tradito.
"Immagino" la interrompo.
Chiude la porta e ci troviamo faccia a faccia.
"Sono uscita a cercarti e non ti ho trovata, ho provato a chiamarti e non mi rispondevi, sta mattina ho chiamato a scuola e mi hanno detto che eri assente, ho chiamato perfino la polizia! Ti rendi conto?" Mi urla con gli occhi lucidi.
"Ero in giro" dico fredda.
"Con chi? Dove?" Mi chiede esausta.
"Affari miei"
"No! Non sono affari tuoi! Sono tua mamma! Devo saperlo!"
"Anche io posso avere dei segreti"
Ci guardiamo dritte negli occhi come in un duello. I suoi occhi sono lucidi e stanno per liberare le lacrime, invece i miei sono pieni di rabbia.
In un attimo le sue guance si bagnando di lacrime e mi abbraccia. Mi stringe forte, tanto che io non riesco a respirare."Credevo di averti persa per sempre" mi dice singhiozzando.
Io non la capisco: prima è arrabbiata, poi triste, poi preoccupata, e ora in lacrime. Prima non le importava quasi nulla di me e ora vuole sapere tutto. Cosa le sta succedendo? Devo dire che questa frase mia ha colpita.
"Sono qui, mamma" rispondo a bassa voce ricambiando l'abbraccio.
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Sono in camera mia sdraiata sul letto che fisso il soffitto. Oggi è stata una giornata impegnativa e sono stanca. Penso ancora a quello che mi ha detto mia mamma: il suo comportamento è strano, sta cambiando, come se volesse rimettere insieme i pezzi di puzzle sparsi per terra. Non è così semplice ricostruire dopo che si è distrutto, però non è impossibile.
Sento bussare la porta e ritorno alla realtà."Vichy, posso?" Sento la voce di mia mamma.
Dopo che mi ha abbracciata le ho consigliato di fare una doccia e di sistemarsi e così ha fatto.
"Sì entra" le rispondo.
Sembra un'altra persona: si è pettinata i capelli, si è vestita meglio e sì è messa un po' di fondotinta. Ci mettiamo tutte e due sedute sul mio letto.
"Non è ora di cambiare il colore delle pareti della tua stanza?" Mi chiede.
"No, il blu va bene"
Le ho fatte dipingere di blu perchè mi ricorda il mare e l'Universo, la pace e l'infinito. Il blu mi rilassa e mi porta nel mondo dei sogni. Volevo anche disegnare delle stelle sul soffitto, ma mia mamma non me lo ha permesso.
"Eri con Stefano oggi, il ragazzo che era a casa nostra?" Mi chiede diretta.
"Come fai a saperlo?" Chiedo stupita.
"Ho chiamato la scuola e mi hanno detto che mancava anche un ragazzo di nome Stefano. All'inizio non ho dato peso a quel'informazione, ma poi sono andata in camera tua per vedere se avessi lasciato un biglietto o qualcosa e ho visto un disegno con su scritto Stefano. Così ho pensato che fossi con lui" mi risponde.
"Sì... ecco... l'ho incontrato in giro e siamo stati un po' insieme" cerco di cavarmela così.
Mia mamma mi sorride e non mi risponde. Si avvicina alla porta e poi si gira verso di me.
"Sono contenta che tu non fossi sola" mi sorride e se ne va.
Mia mamma non è mai stato il tipo di genitore che ti chiede tutti i dettagli, le basta sapere che tu stia bene. Per questo non ho trovato strano che non mi chiedesse altro, però comunque il suo comportamento è anomalo. Fosse capitato un anno fa, non mi avrebbe chiesto niente e non avrebbe fatto la scena di prima, se ne sarebbe fregata.
Decido di sdraiarmi e di dormire, oggi è stata una lunga giornata.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"Perchè non me l'hai detto subito Vichy?" Mi urla Eleonora.
Sono in classe e non ho avuto neanche il tempo di entrare che Eleonora mi ha fermata per chiedermi delle spiegazioni.
"Non te l'ho detto perchè non volevo disturbarti!" Rispondo.
"Vichy sono la tua migliore amica! Ti conosco da tantissimi anni! Devo sapere queste cose!"
"Sì ma non posso sempre buttare addosso a te tutti i miei problemi!"
"Ah, quindi preferisci dirli ad uno che conosci da un mese, con cui ti sei fidanzata solo per dire che hai un fidanzato anche tu!"
Questo è troppo.
"Questo non è assolutamente vero! Lo sai che non ho mai voluto un ragazzo! Con Stefano è stato diverso! A me piace e se avessi voluto avere un fidanzato ora lo saprebbero tutti, invece l'ho detto solo a te!"
La cosa più imbarazzante è che Stefano è seduto sul suo banco che ci osserva e sente tutto.
"E poi non stiamo parlando di lui, non c'entra."
"No, stiamo parlando di te che preferisci stare con lui, piuttosto che con me. Ora va' da lui, ti sta fissando" mi dice e si siede al suo posto.
Io vado da Stefano e sbuffo.
"Vedrai che le passerà. È solo un po' gelosa" mi rassicura lui, massaggiandomi la schiena.
"No, conoscendola non le passerà in fretta."
Eleonora non è quasi mai arrabbiata, ma quando lo è passa dei giorni con il broncio. Una volta non ci siamo parlate per una settimana perchè lei aveva una maglia che avevo sempre desiderato. Alla fine Eleonora è andata a comprarla e me l'ha lasciata sotto casa con un bigliettino "scusa, non dovevo comprarla". Ero andata a casa sua e l'avevo abbracciata.
Devo trovare un modo per farmi perdonare.
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Il Nostro Posto
RomanceVittoria: una ragazza di diciassette anni che frequenta il Liceo Classico. É intelligente, rispetta sempre le regole e timida. Sembra aver già programmato tutto nella vita: dopo la scuola andrà all'università, troverà una casa e avrà dei figli. Semb...