INONDATEMI DI COMMENTI, MI RACCOMANDO😊
She doesn't deserve his
heart, let us love.Sfarfallò le palpebre, e appena aprì gli occhi completamente desiderò con tutto se stesso di non essersi mai svegliato.
La luce lo accecava con violenza, e socchiuse gli occhi, mentre scostava la coperta rossa e si alzava rumorosamente.
Si girò, rivolgendo la testa sul lato del suo letto. Fu sopreso di non trovarci adagiato nessun angelo dai fini capelli biondi riposare.
Così afferrò il suo telefono per controllare le notifiche.
Trovò alcuni messaggi da WhatsApp, così aprì l'applicazione.
Uno di questi attirò la sua attenzione.
Amore❤
Sorpresa! Sono qui a Milano! Sto arrivando a casa tua!❤In quel momento nessuno avrebbe saputo descrivere alla perfezione le emozioni che provava.
Un misto tra panico, sorpresa e confusione.
-Gaia!- gli sfuggì una nota acuta per l'ansia.
Con un movimento di capelli dorati la ragazza si precipitò in camera del ragazzo, chiedendo cosa fosse successo.
Stefano le fece leggere il messaggio e lei sgranò gli occhi smeraldo, portandosi una mano alla bocca.
Pochi secondi dopo il campanello suonò.
Gaia soffocò a stento uno strillo, poi baciò con foga Stefano, come se fosse l'ultimo bacio che si sarebbe scambiata col ragazzo.
-Vado io!- gridò Salvatore, e sentirono i suoi passi dirigersi verso il portone.
-No!- si lasciò sfuggire il moro, ma oramai era troppo tardi.
La voce squillante della Marina seguì i ticchettii dei suoi tacchi.
Quest'ultima spalancò la porta, sorridente. Il suo sorriso si spense, però, subito dopo.
Dietro di lei comparse Salvatore, con un'espressione preoccupata dipinta sul viso. Era evidente che non si aspettasse proprio la Marina che suonava al campanello di casa loro.
Dopo un silenzio assordante, interminabile, la ragazza, quella ufficiale, di Stefano, si decise a parlare.
-Chi...chi è lei?- la sua voce era ricolma di rabbia, ma c'era anche un pizzico di confusione ed incertezza.
Stefano si rese conto in quel momento, del casino che aveva combinato. Sprofondò nel vuoto più totale, non sapendo cosa rispondere.
Quel silenzio parve far comprendere tutto alla mora, la quale avanzò a grandi passi, furiosa, verso il ragazzo seduto sul letto. Gli mollò con tutta la forza che aveva in corpo, un ceffone, e poi un altro, e un altro ancora, finché un rivolo di sangue non scorse sulla sua guancia arrossata, proprio come facevano le lacrime su quelle della ragazza tradita.
Poi rivolse il suo sguardo verso Gaia, e, se avesse potuto ucciderla solamente con lo sguardo, di certo non avrebbe esitato a farlo.
La spintonò, con violenza.
-Troia!- strillò, a pieni polmoni.
Gaia la guardava, sofferente, ma non reagì, non chiese nemmeno scusa.
Poi calò ancora un volta il silenzio.
Esso venne rotto ben presto da un singhiozzo debole.
Tutti si girarono da dove proveniva il singhiozzo soffocato, e con sorpresa appresero che era Stefano.
Il ragazzo era completamente in lacrime, la testa fra le mani, il corpo scosso dal pianto.
Il primo istinto di Gaia fu quello di gettarsi fra le braccia del ragazzo, accarezzargli le guance arrossate e baciarlo per tutte le volte in cui non l'aveva fatto, ma si trattenne.
Volse invece lo sguardo verso la Marina, i cui occhi erano ricolmi di odio e schifo.
Non provava alcuna pietà nei confronti del ragazzo dagli occhi ambra seduto di fronte a lei.
Esitava, però, non sapeva se andarsene o rimanere lì, a girare il dito nella piaga.
Evidentemente constatò che era meglio lasciare quell'appartamento, perché se ne andò, senza dire nulla.
Così rimasero solo loro, la coppia sbagliata, che non sarebbe mai arrivata a niente, destinata a separarsi, che non era mai esistita. E Salvatore, che li guardava, sofferente.
Lei tentò di consolarlo, posandogli delicata una mano sulla spalla. La ritrasse come scottata, gli occhi sbarrati dallo stupore, non appena il ragazzo si scostò dal suo tocco, farfugliando qualcosa che assomigliava molto a un "lasciami stare".
Poi la sua espressione si indurì. Sapeva che stava sbagliando, ma la rabbia che provava in quel momento era troppa da accecarla. In fretta e furia, sotto lo sguardo intontito e offuscato dalle lacrime di Stefano, raccolse le sue poche cose, le infilò in uno zainetto e uscì dalla porta dove poco prima era uscita la Marina.
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:: :: ::Ciao. Che bordello, eh? Comunque credo che ora mi metterò a scrivere un capitolo di TCDQO e se riesco lo posto domani. Comunque vi avverto che la storia è quasi finita, ma non so se fare una fine triste o felice. Se sarà felice ci sarà un sequel, penso.