Capitolo 38

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RON:

Non vedo l'ora che arrivi l'ora di pranzo.

Il mio stomaco brontola e sono appena le otto del mattino. Vorrei essere nel letto a dormire o a rimpinzarmi di cibo sul divano. Spero che le ore passino velocemente.

Come pensato, è stata la giornata più faticosa che mi sia capitata. Mi trasfiguro nel giardino con l'intenzione di mangiare chiuso in camera mia e steso sul letto. Ovviamente oggi l'intero ufficio chiama il mio nome, un po' per la quasi imminente missione, un po' per problemi di pratiche: insomma un vero e proprio suicidio.

I miei occhi si chiudono da soli, i miei passi sono pesanti ma non voglio darlo a vedere. Rientro in casa ed è interamente affollata di gente, oltre ai miei figli. Mi metto seduto in pieno silenzio, i bambini mi fanno delle domande ma mi accorgo di rispondere solamente con dei grugniti.

-Devo dirvi una cosa- esorta Hermione, ora che è il ministro non so come ha tutte queste energie. Io sono solo capo delle spedizioni e mi sento più vecchio di 10 anni.

-Sapete tutti del mio disturbo e di quanto sia stata male- guardo mia moglie e percepisco tutti i suoi sentimenti. Quello che abbiamo vissuto, che abbiamo passato, è stato molto difficile -e sapete che alcune settimane fa mi sono sottoposta ad un intervento... beh, oggi ho avuto la conferma- sorride piena di gioia -ha avuto successo- dice, lasciandomi senza fiato -aspetto un bambino- sottolinea. Resto lì, imbambolato per qualche secondo, poi mi precipito da mia moglie e le scocco un bacio sulle labbra.

-Ti amo- sussurro al suo orecchio –e amo il nostro ultimo Weasley- continuo accarezzandole la schiena con amore e dolcezza.

Eccolo qua, il piccolo Weasley. Mi chiedo cosa sarà e come si chiamerà, è il bambino più atteso di tutti, anche con maggiore ansia rispetto agli altri. Non che non siano accettati o ben voluti, al contrario, amo ognuno di quei bambini. Ho paura, e se dovesse andare male? Se dovessi scegliere tra la vita di mia moglie e quella di mio figlio, cosa sceglierei? Ho sempre avuto questo interrogativo che mi si pone ogni volta che penso a quando nascerà.

Ora, però, non riesco er niente ad essere triste. Amo già questo bambino, è il nono. Quando mai ci potrà essere una famiglia tanto numerosa e speciale?

La stanchezza sembra essere come svanita e sostituita da uno strano sentimento pieno di preoccupazioni e felicità. Vedo il volto di Hermione mentre abbraccia ognuno dei nostri parenti, come può poi essere una cosa tanto negativa? Mia moglie è così entusiasta.

I nostri parenti si congratulano anche con me, non capisco per cosa poi, perché un mio spermatozoo è arrivato a destinazione? Diciamo che in una stanza come quella e con mia moglie a farmi quelle cose, non è poi così male.

-Quindi non sarò più la più piccola?- Ci domanda Beatrice distogliendomi dai miei strani e poco casti pensieri.

-Già, sarai una sorella maggiore anche tu- le confermo mentre la guardiamo saltellare, è così buffa e dolce.

Le afferro la mano e la intreccio alle sue dita, la mia presa e salda e spero che capisca cosa voglio intendere.

Anche noi ce la faremo, mia Hermione.


**

Mia moglie e mia figlia aspettano entrambe un bambino, come l'ultima volta.

Qualche giorno siamo andati a far visita a Rose, prima che i bambini tronassero a scuola. Lei è strana e allo stesso momento dolce e goffa. È una bambina, una nuova nipotina da coccolare, questa volta spero abbia i capelli rossi come quelli di sua madre, magari con il viso spruzzato di lentiggini proprio come me, la mia famiglia e la mia primogenita. È così entusiasta; ora che conosce il parto credo che si senta più serena rispetto a quando nacque Asterion. Avevano pensato a dei nomi, sempre come quelli delle costellazioni: Maya oppure Electra, ma quello che mi piace di più è il primo: è molto più dolce, proprio come sicuramente sarà la mia bellissima nipotina.

Credo di Amarti - RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora