8.Preda dei Venti

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Alle sette e mezza era alla fermata, ad aspettare il pullman per Napoli.

L'orologio non segnava ancora le dieci quando il pullman si fermò in piazza Dante, proprio di fronte alla magnifica statua del sommo poeta che dall'alto della sua postazione sembrava controllare tutto e tutti.

L'appuntamento con le amiche era in facoltà alle undici, approfittò di quel tempo per ritornare nei luoghi che più amava, attraversò la piazza a passo deciso e si trovò sotto l'arco di Port' Alba la via dei libri e delle librerie con quel caratteristico odore di libri nuovi, e di nuovi inizi.

Proseguì dritto e si immise su San Pietro a Maiella dove c'è il conservatorio, il suono di un pianoforte si diffondeva nell'aria, come l'odore dei crocchè e delle pizze fritte, che si poteva sentire ad ogni ora, e in quel luogo c'erano così tante prelibatezze da assaggiare che nessun orario del giorno era mai sbagliato per mangiare.

Svoltò poi in uno stretto vicoletto a destra, e si ritrovò su Spaccanapoli, la via che come dice il nome divide a metà la città, corse a far visita alla statua del Dio Nilo, che da secoli aveva il privilegio di vivere le meraviglie della città partenopea standosene beatamente disteso e senza prendere parte alla frenetica vita dei suoi abitanti.

Molte leggende erano ambientate a Napoli, come quella della Sirena Partenope e della Sibilla, si diceva che il lago d' Averno fosse la porta degli inferi, la statua del Dio Nilo si diceva essere il vertice del triangolo egizio, ossia delimitava un'area esoterica.

Lungo la strada si fermò a vedere dei negozi di vestiti, questi via via lasciavano il posto a negozi di souvenir, a bar pasticcerie, poi alle botteghe degli artigiani dei pastori di San Gregorio Armeno, Cora era intenzionata a visitare il Duomo, così continuò per quella via i cui negozi mutavano ancora, l'ultima parte più vicina ai quartieri più poveri ospitava i negozi di cianfrusaglie economiche, queste erano intervallate dai banchetti dei venditori ambulanti.

Uno di questi attirò l'attenzione della ragazza, era di una donna sulla sessantina, ma che in gioventù doveva essere stata molto avvenente, sul banchetto c'erano esposte degli incensi per profumare la casa, alcuni accesi, delle candele colorate, e dei cestini con delle spezie in polvere.

Il banchetto aveva un' asta superiore su cui erano appesi degli strumenti musicali tipici e degli scacciapensieri piumati.

La donna ad un tratto la fissò negli occhi e si sentì invasa dal suo sguardo.

- Un cambio di prospettiva è necessario – sentenziò con voce profonda.

I personaggi sui generis erano all' ordine del giorno in una città scaramantica come Napoli, le venne spontaneo sorriderne, alzò lo sguardo e vide la donna prendere una manciata di spezie e soffiargliele addosso, il vociare variopinto ora taceva, quello che sentiva era il grave suono di un basso, e il suono dei cimbali di un tamburello che diventavano sempre più forti, ora le sembravano suonare nella sua testa.

Si sentiva svenire, si girò in cerca d' aiuto, tutto in torno a sé si era fermato, urlò, vide la donna sorriderle, poi scomparirono tutti, soffiava un vento fortissimo che sembrava volerle strappare i pensieri eppure restava incollata a terra.

Lottò con tutte le sue forze, poi il buio.

Se bastasse l'impossibile #Fanfiction su Francesco Renga #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora