Guarda, guarda

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L'ingresso del medico ridestò Cora dal suo imbarazzo.

- La lascio in buone mani, Signora Carmini, mi raccomando si metta a riposo al più presto e la prossima volta che decide di addormentarsi al sole, si ricordi di mettere il cappello.

So che lei è abituata ai climi tropicali, ma il sole è lo stesso anche qui.

Cora si diede lo slancio per alzarsi dal lettino,ma si rese conto che quel corpo diverso, quegli abiti diversi, quelle scarpe diverse, proprio non riusciva a gestirli, il suo corpo indietreggiò un istante, ma per fortuna i presenti non ci fecero caso.

Cora, la ragazza che in passato aveva sofferto per la fama di "imbranata" aveva studiato una vera strategia anti-caduta e anti-figuraccia.

Avanzando a passi lenti riuscì ad uscire dalla stanza dell' ospedale, con la borsa di Patrizia Carmini sotto il braccio destro.

Francesco le camminava accanto

- Perchè non mi hai detto che eri a Brescia? - le chiese ad un tratto.

Lei alzò lo sguardo per guardare il suo interlocutore, i suoi occhi ricalcarono i tratti di lui, lo guardò attentamente come se volesse memorizzare ogni minimo dettaglio.

Le spirali ribelli create dai suoi capelli, le venature delle sue iridi, la linea marcata delle sue labbra, persino ciascuna delle piccole rughe che si formavano agli angoli dei suoi occhi quando sorrideva, le sembravano di vitale importanza. 

Si ricordò che Francesco le aveva chiesto qualcosa.

- Io...io, ehm...non lo so, in realtà non mi ricordo bene, mi dispiace - rispose goffamente.

- Stai tranquilla, ora ti porto a casa. - 

Se bastasse l'impossibile #Fanfiction su Francesco Renga #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora