• Anastasia ? Anastasia ? Porca miseria, Ana !! Devo sfondare la porta ? È quasi un'ora che sei chiusa lì dentro. Devi darti una mossa, Seattle non è proprio dietro l'angolo.
Sento Kate, che inveisce contro di me attraverso la porta del bagno. Lo so, so perfettamente di essere fottutamente in ritardo, ma sono paralizzata. Ho le gambe molli, sudo fredda, ho il respiro affannato, la testa mi gira. Sto avendo un attacco di panico in piena regola. Erano anni che non mi capitava, o meglio, erano anni che ormai riuscivo a controllarli. Ma oggi, oggi non riesco, oggi non ho il controllo di me, sento come se quello che accadrà oggi segnerà irrimediabilmente la mia vita. Sto tremando, se non faccio qualcosa potrei collassare e non posso permettermelo. Ok, devo controllare l'ansia, posso farlo. Apro la finestra, la fresca brezza mattutina mi accarezza il viso, ma non basta a farmi tornare in me. Ho bisogno di qualcosa di metodico e ripetitivo, come .. come .. sì, come contare, come facevo da bambina. Al ricordo di qualcosa che riguarda la mia infanzia sento il petto stringersi in una morsa e il panico impossessarsi di me. Punto gli occhi sulla strada e inizio a contare le auto, i passanti, gli alberi, 10 auto, 24 passanti, 7 alberi. Man mano che i numeri escono dalla mia bocca, la mia mente si rilassa e la paura abbandona il mio corpo lasciandomi spossata ma almeno padrona di me stessa. Mi rimetto in piedi, chiudo la finestra, mi posiziono davanti allo specchio e schiaffeggiandomi mentalmente per aver rischiato di perdere l'opportunità della mia vita per delle stupide paure, mi faccio forza e finalmente mediamente soddisfatta del mio aspetto esco dal bagno, con gran sollievo dei nervi di Kate.
• Finalmente Steele, stavo per chiamare i pompieri. Ti perdono per lo spavento che mi hai fatto prendere solo perché sei davvero figa sta mattina
Scoppio a ridere, in quella che, sono consapevole, suona come una risata isterica e le rispondo
• Kate, non esagerare, sono solo presentabile, tutto qui. Lì dentro devono giudicare il mio cervello, che se permetti è splendido qualunque cosa indossi.
• Steele, i miei complimenti, che determinazione. Stregherai tutti, lo so.Le sorrido e mi dirigo in camera sia per prendere le ultime cose che per evitare di perdere quella parvenza di sicurezza in me stessa continuando la conversazione.
Mentre chiudo l'anta dell'armadio mi do un'ultima occhiata allo specchio e decido di legare i capelli in una coda. Manca solo una cosa, apro il cassetto e prendo una scatolina di velluto blu, la apro e ne estraggo una sottile catenina d'argento da cui pende uno smeraldo a forma di goccia. Era di mia madre, non lo metto quasi mai per paura di perderlo. Ma oggi è un giorno speciale e vorrei che lei fosse qui con me. Lo aggancio, sospiro e finalmente sono pronta.
• Kate allora io vado, ti mando un messaggio appena arrivata.
• No no ferma Ana, tu non vai da nessuna parte se non con la mia macchina, l'altra volta ci sei arrivata per un pelo a Seattle. Non si discute prendi la Mercedes.Mi fermo a guardarla piuttosto infastidita, ma lei sapendo già che cosa io stia per replicare inizia una filippica sulla mia sicurezza e sull'importanza di arrivare viva al colloquio, quindi non posso fare altro che alzare gli occhi al cielo, sbuffare sonoramente e prendere le chiavi che mi porge con mal celata soddisfazione.
• Kate faresti perdere la pazienza ad un santo, ma ti voglio bene
• Anche io Steele, vai e torna vincitriceL'abbraccio e salgo sulla sua imponente macchina. Cavolo costa più di quanto io potrò mai permettermi ma li vale davvero tutti. Spaziosa, comoda, silenziosa. Non è Wanda questo è certo. Ho sempre avuto un debole per le auto di lusso, hanno una personalità innata. Mi dirigo spedita verso la I5, controllando l'ora. Spero che non ci sia traffico, ho voglia di fermarmi in quel delizioso cafè che ho scoperto l'altra volta, è vicinissimo agli uffici della Grey e fanno i migliori muffins che io abbia mai assaggiato. Potrebbe diventare il posto in cui mi fermo a fare colazione prima di andare a lavoro. Ok frena Steele, smettila di fantasticare e concentrati su quello che succederà a breve.
Ok, ho ufficialmente il sedere piatto, sono tre ore che sono seduta in questa macchina, non vedo l'ora di parcheggiare e scendere, anzi cercherò proprio un parcheggio lontano dalla GEH. Entro a Seattle e mi dirigo verso il quartiere finanziario dove si trova il grattacielo Grey, fortunatamente un auto sta liberando un parcheggio e mi ci fiondo subito, è in una posizione perfetta, abbastanza lontano da permettermi di sgranchirmi le gambe. Sono le 11, ho mezz'ora prima del colloquio, ok mi merito un muffin. Chiudo l'auto e mi dirigo verso la mia colazione. Mentre cammino sento un uomo, dalla voce sembra avere la mia età, che impreca contro il nulla vicino alla sua costosa auto, è di spalle ma indossa un completo piuttosto elegante, sicuramente sarà un pezzo grosso. A quanto pare ha bucato ed è in ritardo. Sono certa che avrà una squadra pronta a cambiare la ruota, uno vestito così non si sporcherebbe mai le mani a farlo, anzi sono sicura che non sa nemmeno farlo. Fossi più intraprendente andrei lì ad offrirmi di aiutarlo, così solo per vedere la sua faccia. Questi uomini d'affari tutti ingessati, che noia. Entro e con un sorriso sulle labbra per la buffa scena appena vista mi dirigo al bancone dove muffins di tutti i gusti stuzzicano la mia vista e accendono il mio palato. Indecisa su quale prendere ordino un English breakfast tea e faccio scorrere lo sguardo sulla vetrina, fino a quando un cartellino attira la mia attenzione, muffin al cioccolato fondente, il mio preferito e anche l'ultimo. Sto per ordinare quando una voce, forte e maschile, alle mie spalle si sovrappone alla mia :

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Fiksi Penggemar- CONTENUTI SESSUALI PRESENTI - Lei è una delle più brillanti menti informatiche del paese. Lui è un potente amministratore delegato. Lei nasconde un segreto. Lui pure. Due caratteri opposti ma due anime affini. Quello che inizierà come un rapporto...