capitolo 12

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-Anastasia-

Sono seduta sulla costosissima scrivania di Christian mentre lo guardo dannarsi l'anima, davanti ad una sonnecchiante Seattle, perso in pensieri solo suoi. È incredibile il modo in cui il suo umore riesca a cambiare così repentinamente, qualche ora fa eravamo persi l'una nell'altro e adesso credo che vorrebbe decisamente rinchiudermi nella sua stanza rossa delle torture. La cosa esilarante però, è il fatto che non posso fare a meno di pensare a come vorrei che mi prendesse di nuovo, anche solo per azzerare la voragine che si è aperta tra noi, perché con Christian Grey è così, si fanno due passi sulle nuvole e quattro sul bordo di un precipizio. Sospiro e dato che Mr. Tenebra sembra aver perso la lingua mi decido a parlare

• Esattamente quanto ancora pensi di giocare al gioco del silenzio ? Perché lo sai, non sono molto paziente

Niente, sento solo il suo respiro mozzarsi, sintomo che sta contraendo maggiormente la mascella

• Christian, basta, dì qualcosa, è ridicolo il modo in cui ti stai comportando

So che sto giocando col fuoco ma provocarlo è l'unico modo che ho per scuoterlo. Infatti non finisco nemmeno la frase che la sua voce squarcia il silenzio, piena di fredda collera

• Hai detto che esiste una spedizione di armi a mio nome che non risulta in nessuna bolla d'ordine dei miei server ma solo in quelli delle Stark, tra l'altro sotto cifratura, di cui non sappiamo ne la destinazione ne la potenza di fuoco, ma solo che è lì per  essere usata al momento opportuno per distruggermi
• Esatto
• Il mandante è sicuramente Stark, o comunque qualcuno legato alle Stark Industries, che per farmi fuori ha bisogno di una pedina esterna, così da non risultarne coinvolto
• Esatto
• E in tutto questo, tu hai deciso che io non posso reagire in nessun modo, per non destare sospetti, ma devo aspettare  che l' anti-vedova  sia pronto e lasciare tutto nelle mani tue e di Barney  che ancora non avete un piano ben delineato
• Esatto
Lo sento sospirare pesantemente e un attimo dopo i suoi oceani di piombo mi travolgono

• Esatto un cazzo, Anastasia. Ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo ?
• Sì, ti sto chiedendo di farti proteggere
• No, mi stai chiedendo di lasciarti il totale controllo del destino della mia azienda e di farlo facendoti esporre in prima persona senza che io possa proteggere te
• Sai benissimo che so proteggermi da sola
• No, non puoi, non puoi per il semplice fatto che non hai la minima idea a cosa stai andando in contro e ciò che è più grave è che non ti interessa nemmeno. Non hai un piano preciso, non hai informazioni dettagliate. Hai solo una testa calda e assurdamente irrazionale che non riesce a farti percepire in alcun modo il pericolo
• Può anche darsi, ma è l'unico modo che abbiamo

A queste parole vedo un incendio accendersi in lui

• No, non è l'unico modo, non c'è sempre solo un modo di risolvere le cose, questo è solo il tuo modo e io non sono disposto ad accettarlo, non sono disposto a mettere in pericolo te e tutto ciò che ho costruito, tutto ciò che mi rappresenta per farti sentire il brivido dell'avventura
• Il brivido dell'avventura ?

Mi alzo di scatto e  in un attimo gli sono di fronte

• Pensi che tutto questo non sia reale ? Pensi che tutto ciò che ti ho raccontato sia solo frutto della mia fervida immaginazione da ragazzina ? O che mi piaccia che tutto questo stia accadendo per potermi mettere in mostra ?
• Non sto dicendo questo
• E allora cosa ? Cosa stai dicendo ?
• Che mi fa impazzire il modo in cui tu creda che sia tutto semplice, il modo in cui ti metti costantemente in pericolo, il fatto che sei venuta a raccontarmi tutto dopo che avevi già deciso cosa fare
• Ho preferito avere delle certezze prima di allarmarti
• Ti ringrazio per la premura ma avrei preferito sapere prima che non solo c'è qualcuno che vuole distruggermi ma che hai deciso di esporti in prima persona in tutto questo

Siamo di nuovo occhi negli occhi, furenti, arrabbiati, orgogliosi. Poi, dopo infiniti minuti, fa una cosa che mi spiazza, distoglie lo sguardo per un solo attimo, per poi incatenarlo nuovamente al mio e ciò che leggo in lui mi fa capire che sta per farmi l'ultima domanda a cui vorrei rispondere

• Perché ?

E il ghiaccio mi avvolgeva

• Perché cosa ?
• Perché ti stai esponendo così tanto ?

Menti, menti Ana

• Perché sono l'unica che capisce il linguaggio con cui si sta combattendo questa guerra
• Non mentirmi, Anastasia. Non giocare sporco, io mi sono aperto con te tu non puoi tirarti indietro

Distolgo lo sguardo dal suo che mi brucia addosso. Mi allontano e lo supero dirigendomi verso la vetrata guardando le mille luci che illuminano di riflesso l'ufficio in penombra. Lui sospira, stanco, ma non demorde, si avvicina a me e poggia entrambe le mani alla balaustra che corre lungo la finestra, sfiorandomi leggermente la mano: e la solita piacevole scossa mi scuote da dentro

• Sai, qualche tempo fa un'insopportabile ragazzina mi ha detto una cosa tanto irritante quanto vera: tutti abbiamo un passato e credimi, la maggior parte di noi vorrebbe svegliarsi e avere la facoltà di cancellarlo, ma non è possibile quindi o lo affronti o gli soccombi. Cosa vuoi fare Steele ?

Sorrido amara

• Giochi sporco Grey
• Lo so, è la mia specialità

Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi, ripenso alla Ana che ero, quella che scappava, che si rifugiava dietro un monitor invece di affrontare i suoi demoni, quella  che voleva farsi giustizia da sola combinando solo casini. Poi riapro gli occhi e vedo il mio riflesso, la Ana che sono diventata, quella che sa quello che vuole e lo ottiene, che usa il computer non per nascondersi ma per difendersi, quella che forse per la prima volta dopo tutta una vita ha la capacità di poter affrontare e  sconfiggere i suoi demoni e la persona che li ha creati. Sospiro e inizio a parlare


• Quando ti ho raccontato del mio passato ti ho mentito, o meglio ho omesso un particolare fondamentale. Non giudicarmi per questo, è davvero difficile parlarne, è la parte della mia storia che non ho raccontato praticamente a nessuno, tranne che a Caleb

A quel nome il suo respiro si mozza, ma poi riprende regolare. La sua mano ora stringe la mia e grazie a quel contatto riesco a trovare la forza, così incateno il mio sguardo al suo iniziando a parlare

• Per molto tempo, dopo la morte di mia madre, ebbi spesso degli incubi in cui vedevo sempre una stanza semibuia con dentro una branda e una bambina che dormiva. Nel mio incubo sentivo sempre qualcuno piangere e qualcuno urlare, ma la cosa che accomunava le due voci, era il fatto che pronunciassero il mio nome. La voce disperata sapevo che apparteneva a mia madre, ma la voce dell'uomo che urlava non riuscivo ad indentificarla, sapevo solo che mi faceva paura. Ogni volta che facevo questo incubo mi svegliavo urlando e mio padre accorreva chiedendomi cosa fosse successo e io ogni volta raccontavo sempre la stessa cosa e lui aveva sempre la stessa reazione, stringeva i pugni e mi abbracciava cullandomi. Col passare degli anni gli incubi si fecero sempre meno frequenti, e comunque ormai ci avevo fatto l'abitudine, tanto che per non fare preoccupare mio padre nemmeno lo chiamavo più, mi svegliavo, afferravo forte il mio cuscino e respirando cercavo di riaddormentarmi. Ma all'età di quattordici anni iniziai a soffrire di violenti attacchi di panico, perché dal nulla, bastava solo un urlo o il ritrovarmi in una stanza chiusa generavano in me un profondo stato d'ansia. Arrivai a rimanere immobile sul pavimento del bagno della scuola per tre ore, fino a quando un'insegnate mi trovò e piano riuscì a farmi rialzare. Arrivati a quel punto mio padre decise che era arrivato il momento di affrontare la cosa, e  credimi, si maledice ancora per non aver cercato di aiutarmi prima, ma non sapeva come fare, fu Christine ad aiutarlo. Così, un pomeriggio mi raccontò come fossero andate veramente le cose: ero stata rapita. Le persone contro cui stava combattendo mia madre decisero che il modo migliore per metterla fuori gioco era colpire me. Mio padre non scese mai nei particolari, mi raccontò solo che furono tre giorni infernali e che mia madre nonostante tutto non perse mai la lucidità e comandò lei stessa l'operazione per salvarmi e ci sarebbe riuscita senza dover pagare con la sua vita se non fosse stato per Stark

Faccio una breve pausa per ricacciare indietro le lacrime e sento la mano di Christian stringere maggiormente la mia. Prendo un altro respiro e continuo

• Quella notte mia madre affrontò Stark da sola per creare un diversivo mentre i suoi uomini cercavano di liberarmi, e Stark capendo di essere in trappola non ci pensò due volte a puntare la pistola contro mia madre e fare fuoco per metterla a tacere per sempre.  Io non ricordo praticamente nulla perché mi diedero un fortissimo sonnifero, le uniche cose che ricordo sono confinante in quell'incubo. Ovviamente, nonostante tutte le evidenti prove, Stark non venne incriminato perché troppo potente. La vedova nera è stata creata con lo scopo di distruggerlo per vendicarmi una volta per tutte, ma ironia della sorte ciò che ho creato per vendicarmi ora mi si ritorce contro e ancora una volta Stark è la causa di tutto. Ora hai capito perché  mi espongo in prima persona ? Perchè quando si tratta di lui sono irrazionale ? Perché ho già avuto un'occasione per incriminarlo e me la sono lasciata scappare e adesso non devo più solo vendicare mia madre, ma devo vendicare Caleb e tutto quello che ha in mente di fare a te. Ho fallito nel proteggere loro, non fallirò anche nel proteggere te, perché se tu credi di essere veleno solo per lo stile di vita che hai o per i tuoi demoni, io sono tossica per tutte le persone a cui in qualche modo tengo, perché il fantasma di Stark si ripresenta sempre ad intossicare la mia vita. Probabilmente quando ha iniziato la crociata contro te non sapeva nemmeno che fossi coinvolta anche io, credo che fino a poco tempo fa non sapesse nemmeno che faccia avessi, ma ora che ha l'occasione di colpirci entrambi farà del suo peggio. Quindi quando mi chiedi perché mi espongo così tanto, perché sono talmente irrazionale da non vedere il pericolo è perché sono stufa che quel bastardo la passi liscia sempre, sono stufa di stare zitta e chinare la testa, sono stufa di sapere tutto e non poter fare nulla

Continuo a guardarlo negli occhi  e sento di non poter più trattenere le lacrime, lui azzera  la distanza tra di noi e mi stringe al suo petto accarezzandomi i capelli e lasciandomi sfogare mentre il mio corpo è scosso da singhiozzi per un pianto che forse tenevo dentro da troppo tempo

• E tu volevi che ti mandassi a giocare ad essere la sottomessa di quel lurido bastardo ?  Dio benedica la mia mania del controllo e considera il nostro accordo chiuso, anche se non dovessi trovare il modo di farti entrare alle Stark Industries scordati categoricamente che ti permetterò di andare da lui. Visto che la tua parte razionale è malandata, sarò io la tua razionalità
• Ma
• Niente ma Anastasia, so quanto può essere logorante il senso di colpa e tu ti senti in colpa da quasi una vita intera. La morte di tua madre o di Caleb non sono una tua colpa. Una è morta cercando di salvare la cosa più preziosa che avesse al mondo e l'altro è morto perché sopraffatto da qualcosa di più grande di lui, ma nessuno dei due vorrebbe che mettessi in pericolo la tua vita, soprattutto per vendicarli

Si stacca leggermente da me e con un dito mi alza il mento per farmi annegare nel suoi oceani di piombo. Mi prende il volto tra le mani e con i pollici mi asciuga le guance mentre le lacrime continuano a scendere copiose

• Mi dispiace davvero per l'inferno che hai vissuto fino ad ora, ma basta fare l'eroina solitaria, adesso ci siamo dentro insieme, qualsiasi cosa succeda ci siamo dentro insieme. Io salvo te e tu salvi me, ci stai ?
• Sì
• Brava bambina

Mi sorride dolce e complice e un'assurda voglia di lui mi assale. Gli getto le braccia al collo e lo abbraccio forte inspirando il suo meraviglioso profumo. Lui mi avvolge protettivo e ci stacchiamo solo dopo infiniti minuti

• Scusa, ti ho bagnato tutta la camicia
• Tranquilla, sai quanto mi piacciano le cose bagnate
• Sei un'idiota


E rido, rido tra le lacrime mentre lui mi rivolge un sorriso che avvolge il mio cuore scaldandomi l'anima. Chi l'avrebbe mai detto che l'uomo di ghiaccio fosse capace di un simile calore ?

• Ok, visto che adesso siamo ufficialmente complici, voglio farti vedere una cosa, vieni con me

Mi bacia di slancio e nemmeno il tempo che possa rispondere al bacio mi prende per mano e uscendo dall'ufficio iniziamo a correre per i corridoi vuoti della GEH, dove riecheggiano le nostre risate, e  per la prima volta mi sento come se la notte fosse stata squarciata in due da una perfetta giornata di sole


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