capitolo 4

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• Anastasia
• Christian

Le porte dell'ascensore si chiudono e io torno a respirare. Mi poggio alla fredda parete di metallo e quasi d'istinto mi porto la mano sulla nuca nel punto in cui lui mi ha sfiorata. Altri brividi mi invadono il corpo e conto con impazienza i minuti in attesa che questo dannato ascensore si fermi. Le porte si aprono e mi fiondo letteralmente fuori dall'edificio. Piove, ma non cerco di ripararmi, è stato il colloquio più folle della mia vita. Mi siedo un attimo sugli scalini davanti l'azienda e ricreo le immagini dell'ora appena trascorsa. La caduta, la stretta di mano, la scossa, i suoi occhi, la sua arroganza, l'intervista, il mio sfidarlo, il suo sfidarmi, Stark. Già, Stark. Quel fottuto bastardo. Per la seconda volta rimango agghiacciata da quanto sia stronzo il caso, tra tutte le aziende con cui Grey poteva mettersi in affari, ha scelto quella di quel lurido criminale. Odio il fatto di aver avuto tutte le carte per farlo fuori ed essermi fatta scappare l'occasione. Ho cercato di mettere in guardia Christian, spero faccia ricerche più approfondite.  Perfetto, ora lo chiamo anche per nome.  Faccio un respiro profondo e decido di alzarmi prima che il tempo peggiori. Non faccio in tempo ad arrivare alla macchina che dalla borsa sento il cellulare vibrare e  spero che non sia Kate, ci manca solo un'altra personalità alpha da tenere a bada. Lo prendo e noto che non è un numero che ho in rubrica.

• Pronto ?
• Pronto, parlo con Anastasia Steele ?

Una voce maschile dal forte accento francese mi arriva dall'altra parte del telefono, credo di sapere di chi si tratti

• Sì, sono io, chi parla ?
• O mon dieu , Ana, menomale ho chiamato altre quattro persone prima di trovare il tuo numero, sono Gustave, ricordi ?

Sì, so esattamente di chi si tratti

• Gustave, certo che mi ricordo. Come stai ?
• Sono nei pasticci Ana, sei l'unica che può aiutarmi.
• Che è successo ?
• Sta sera ho il ristorante pieno e  due delle mie cameriere migliori hanno la febbre, non so come fare. Ti prego, so che ti chiedo tanto ma potresti venire qui a Seattle ? Ho bisogno della tua esperienza, sono disposto a darti il doppio della paga, vengo anche a prenderti fino a Portland.

Dice tutto quasi senza respirare, ma nel fiume di parole riesco a capire il favore che devo fargli. Mi fa davvero piacere aiutarlo, Gustave è l'unico che ha deciso di assumermi senza che avessi alcun tipo di esperienza. Ricordo ancora, quando gestiva il ristorante dove lavoro tutt'ora a Portland, il giorno in cui gli arrivò la proposta di fare il  sous chef di uno dei più rinomati ristoranti di Seattle la sua gioia era incontenibile, e adesso è l'executive chef  del Canlis Restaurant, dove in pratica si paga anche solo l'aria che si respira.

• Gustave, frena, ti aiuto molto volentieri, sono già a Seattle quindi dammi l'indirizzo e arrivo subito.
• Sei a Seattle ? Mon dieu, questa è una gran fortuna. Ana, grazie davvero cherie, mi hai salvato la vita.
• Mi ringrazierai con uno dei tuoi deliziosi bignè

Mi assicura che ne troverò un piatto solo per me e mi saluta dicendomi di essere lì per le sei. Chiudo e mi arriva subito il messaggio con l'indirizzo.  Prendo un profondo respiro e mi decido a chiamare Kate, consapevole che darà di matto al pensiero che dovrò percorrere l'I5 di notte e da sola. Spero di convincerla col fatto che me l'ha chiesto Gustave e che mi pagherà il doppio, che in pratica equivale a tre settimane di lavoro da Clayton. Come previsto l'uragano Kate mi travolge, ma grazie alla lontananza ne esco indenne. Ora è il momento di riscuotere un favore da Josè.

• Ana mi corazon, come è andato il colloquio ? Dimmi tutto
• Josè, ciao, diciamo che è stato interessante
Interessante ?
• Ora non ho tempo, ti racconto meglio quando torno, senti avrei bisogno di un favore
• Tutto quello che vuoi
• Ecco, ricordi Gustave ?
• Sì certo
• Bè, ha carenza di personale e mi ha chiesto se posso andare ad aiutarlo, visto che sono già a Seattle ho accettato ma dovresti coprirmi il turno al  ristorante
• Consideralo fatto, non ci sono problemi
• Grazie mille Josè, sei il migliore
• Sì lo so

Lo ammonisco per il suo essere così vanesio e lo saluto. Bene, sono quasi le due, meglio che vada a mangiare qualcosa. Mentre salgo in macchina sorrido inconsapevolmente al pensiero di aver rassicurato Mr. Grey sul fatto che non avrei pranzato a Seattle. Metto in moto e prego che il caso almeno per oggi abbia smesso di torturarmi.




-Christian-


Che giornata infernale !! Sono esausto. Tre riunioni, due videoconferenze, un miliardo di telefonate e  Andrea continua a comunicarmi appuntamenti su appuntamenti. Guardo l'orologio, sono già le sei, ancora un'ora e forse potrò avere un attimo di tregua.

• Mr. Grey, Mr. Stark ha appena chiamato per informarla che è tornato a Seattle, quindi la cena di sta sera è confermata

• Meraviglioso, odio l'interfono, lo odio profondamente.

• D'accordo Andrea, prenota al solito posto
Sì signore

Prendo il telefono e richiamo Welch, non ha ancora trovato nulla su Stark, inizio a pensare che quella ragazzina mi abbia solo preso in giro. Se non trova nulla Welch, significa che non c'è nulla. Io mi circondo sempre dei migliori dopotutto. Miss. Steele, odio ammetterlo ma è stata l'ora più interessante di questa orribile giornata. È  stato delizioso metterla alla prova.  Certo, se ripenso alle sue domande mi prudono le mani, nessuno mi aveva mai fatto innervosire tanto; ma quelle guance rosse, quella pelle delicata, quel mordersi il labbro e quel modo di fare così impertinente e imbarazzato, dio,  sarebbe una perfetta sottomessa. Sospiro e mi lascio andare sulla sedia girandola verso la vetrata. Il sole sta iniziando a tramontare e da quassù tutto appare perfetto, silenzioso, sotto controllo e il mio pensiero torna nuovamente a Miss. Steele.  È una ragazza brillante, intraprendente, volitiva e per quanto io sia consapevole che mi farebbe impazzire averla attorno tutti i giorni, so bene che non posso farmela sfuggire. Per la prima volta nella mia vita sono affascinato da una donna e ciò che mi sconvolge maggiormente è che non so se mi affascini di più il suo carattere, il suo cervello o il suo meraviglioso corpo. La situazione è quasi paradossale, in questo momento non so se vorrei farle firmare un contratto di lavoro o un contratto tra dominatore e sottomessa. Grey, sii serio, secondo te una come Miss. Steele accetterebbe mai  quel genere di rapporto che tu hai da offrirle ? Ti teneva per le palle amico, ti ha detto chiaramente che detesta essere controllata e ti ha definito un pessimo investimento. Però è rabbrividita al mio tocco, e quelle scosse quando ci siamo stretti la mano. Ok, che cazzo sto dicendo, è solo una ragazza come tante altre, dio, sembro un ragazzino. Scuoto la testa e mi rimetto a lavoro.

• Mr. Grey la sua auto è pronta, Mr. Taylor l'aspetta davanti l'edificio

Ovviamente quando finalmente riesco a concentrarmi, l'interfono mi interrompe per l'ennesima volta.
Esco nella fresca brezza serale che riesce a calmare leggermente i miei nervi, sarebbe una serata perfetta per volare con Charlie Tango, ma ho un esigente cliente che mi aspetta a cena. Saluto Taylor e salgo sul suv.  Mi sento irrequieto, odio incontrare dei possibili partner in affari in un luogo che non sia la GEH, non posso avere tutto sotto controllo e non posso studiarli come devo. Oltre tutto questo Stark sembra un gran figlio di puttana e detto da me suona quasi grottesco. Dico a Taylor la destinazione e gli chiedo di mettere "La Traviata", ho bisogno di distendere i nervi, ma chiudendo gli occhi inevitabilmente vengo tormentato da due scintille azzurre e mi sento nuovamente tramortito.




-Anastasia-

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