L'odore della cioccolata calda le inondava le narici. Chinò leggermente la testa per poter lasciarsi avvolgere ancor di più e portò le mani ai lati della tazzina di ceramica bianca con i fiocchetti rosa dipinti a mano. Sentì un piacevole calore diffondersi pian piano nel suo corpo. Chiuse gli occhi per un istante abbandonandosi a quella piacevole sensazione che la rigenerò. Era un freddo pomeriggio di novembre e fuori il vento tagliente le aveva fatto arrossare le guance e le nocche delle dita.
<<Cheesecake ai lamponi per la signorina Alexis e una bella fetta di torta alle carote per la signorina Leila>>, disse con voce roca ma affettuosa Julie Wottie poggiando delicatamente il vassoio di legno sul tavolino e pulendosi le mani al grembiule rosa che indossava con la scritta bianca MoonBall.
Notando come la vernice bianca era ormai consumata ai bordi del vassoio, Alexis rifletté da quanti anni quel locale era il punto di ritrovo nella cittadina di Sandal. Lei e Leila avevano trascorso lì le migliori merende dopo la scuola e, quando era meno affollata -cosa abbastaza rara- si erano fermate a fare i compiti. Ricordava ancora l'affetto che Julie aveva sempre mostrato nei loro confronti. I signori Wottie non ebbero mai figli: in paese erano molti i pettegolezzi, ma i Wottie non diedero mai loro la soddisfazione di sapere la reale motivazione. Alexis e Leila divennero per loro come delle nipotine da viziare con dolci e caramelle e, nonostante fossero passati venti anni, l'affetto era rimasto lo stesso. Mark Wottie era venuto a mancare tre anni prima. "E' morto con il sorriso il mio angelo", ripeteva spesso Julie contemplando la foto del marito incorniciata al centro della parete dietro il bancone. Nonostante gli ottant'anni, era ancora un'ottima proprietaria che non aveva mai avuto il bisogno di essere aiutata con il lavoro. Durante le feste Alexis si recava spontaneamente per darle una mano, ricevendo in cambio un grosso cesto di dolci per lei e la sua famiglia.
<<Grazie, signora Wottie>>
<<Figuratevi, ragazze. E' un piacere. Vi lascio chiacchierare. Chissà quante cose avete da raccontarvi>>, disse andando via. Era sempre stata una donna di piccola statura -non a caso Mark la chiamava "la mia bambina"-, ma in quegli ultimi anni la schiena ricurva la rendeva sempre più bassa e chiusa in sé. Portava il peso di otto decenni, come diceva spesso a se stessa ridacchiando.
<<Allora, amica mia, tutto bene?>>, chiese Leila con espressione furba.
<<Mh mh...>>, si limitò a pronunciare Alexis che stava già addentando un pezzo di torta. <<Perché?>>, aggiunse portandosi via col dorso della mano un po' di confettura di lampone rimastale accanto alle labbra.
<<Non so... Hai ordinato cioccolata calda e doppio cheesecake. Sai, noi donne ci rifugiamo ai dolci quando...>>
<<Guarda che sei tu quella poco normale!>>, la interruppe Alexis. <<Torta di carote e thé nero: troppe poche calorie. Qualcuno si deve fare bella per...>>
<<Cretina>>, rispose Leila recitando la parte dell'offesa e lanciandole una briciola di ciambellone.
Alexis prese al volo la briciola e se la gettò in bocca con la stessa maestria di un giocatore di basket, facendo seguire una fragorosa risata.
<<Mmm... Ricomponiamoci>>, disse a se stessa, guardando Leila con sguardo serio negli occhi. <<Chi è l'uomo al quale hai accennato nel messaggio?>>
Improvvisamente Leila cambiò espressione: sembrava le fosse sceso un velo sul volto che divenne inespressivo, completamente pietrificato.
<<E' sposato. Mi sono innamorata di un uomo sposato!>>, urlò con voce quasi isterica.
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Lasciami travolgere
RomanceLa vita di Alexis ha sempre seguito un ritmo costante: è una brillante studentessa di Psicologia, in procinto di affrontare il tirocinio nella Stanford Prison. Promessa sposa al ricco ingegnere Matt, è convinta di amarlo e di aver trovato chi la com...