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<<Mamma, dove sono le ballerine turchesi?>> Alexis saltellava su di sé per fa salire meglio i collant. Quanto li odiava: avrebbe preferito andare a gambe nude, nonostante l'aria gelida di dicembre pur di non sentire quel pizzichio lungo le gambe. Sporse la testa giù per la scalinata: <<Mammaaaa...>>, esclamò a gran voce. Era tardi. Tra meno di mezz'ora sarebbe iniziata la festa e loro erano ancora a casa. Vide suo padre seduto al divano consultare la sua agenda; in realtà, era appoggiato piuttosto che seduto. Come al solito era impeccabile, con un completo blu scuro e la cravatta grigia. I capelli biondi gellati e tirati indietro gli conferivano ancora più autorità.

<<Tesoro, sono dove le hai lasciate: ancora in busta nell'armadio>>, rispose Claire mentre poggiava con attenzione due piccole perle ai lobi delle orecchie, osservando la sua immagine riflessa allo specchio. <<Ti manca tanto? Tra cinque minuti dobbiamo partire. Sai quanto detesto lo sguardo imbronciato della signora Lancaster, Alexis!>>

<<No, mamma. Indosso le scarpe e sono pronta>>, rispose continuando a saltellare per tornare in camera sua, sentendo il piacevole scricchiolio del legno ricoperto dalla moquette color crema sotto i suoi piedi. Estrasse la busta dalla parte inferiore dell'armadio, dove sistemava solitamente i pigiami e le tute. Si sorprese nel rendersi conto di non aver ancora tolto il bigliettino pinzato sulla plastica rosa: "Per la mia principessa. Con amore, Matt".

Gliele aveva regalate qualche settimana prima, quando erano andati a fare merenda alla pasticceria del centro commerciale. Prima di tornare a casa avevano fatto un giro rapido tra i negozi. Matt sapeva quanto lei amasse Little prohibitions. "Scegli quelle che più ti piacciono", le disse dolcemente ammiccando un occhiolino. Alexis gli buttò le braccia al collo per svincolarsi subito dopo e perdersi in quel labirinto di scarpe di ogni tipo e di ogni colore. Per ogni paia che provava imitava di sfilare davanti a Matt che la osservava compiaciuto, seduto comodamente su un puff rosso poco lontano da lei. "Matt, sono tutte bellissime. Quali prendo?", ricordò di aver chiesto in tono dispiaciuto: avrebbe voluto portare a casa tutto il negozio. Quello che doveva essere un semplice giro aveva occupato tutto il loro pomeriggio. "Tesoro, ti stanno tutte divinamente. Ma quelle turchesi fanno risaltare maggiormente il tuo essere principessa", le sussurrò Matt baciandole la guancia.

Quella sera le indossò per la prima volta dopo averle provate al negozio. Erano ancora più belle sotto il suo vestito argentato a campana, che la cingeva in vita con un fiocco grosso dietro la schiena. Si spruzzò per un'ultima volta la lacca ai capelli supplicando ai suoi boccoli di rimanere perfetti per tutta la serata e si diresse di sotto.


<<Il regalo per il signor Lancaster dov'è?>>, chiese Edmund con voce seria e piatta senza distogliere la vista dalla strada, mentre svoltava verso Spring Avenue.

<<Papà, l'ho preso io. Sforzati ad essere simpatico stasera, ok? O almeno cerca di sorridere>>, gli rimproverò Alexis con voce stizzita.

Gli alberi che costellavano la strada erano decorati da innumerevoli luci bianche, in sintonia con l'atmosfera natalizia. Quello era il quartiere dove risiedevano le famiglie più benestanti di Sandal. E la famiglia Lancaster era una di quelle. Qualche secondo prima di scendere dall'auto digitò velocemente un "siamo arrivati" da inviare a Matt e poco dopo lo vide aspettarli sul portone principale.

<<Wow, ecco la mia principessa!>>, esclamò rubandole un bacio. <<Sei fantastica stasera.>>

<<Tu elegante come al solito, Matt>>, rispose aggiustandogli il papillon bordeaux e sorridendogli.

Appena entrarono Maddie, la cameriera, era già pronta ad accogliere i loro cappotti da sistemare in cabina. Il salotto era gremito di gente. Gente mai vista. Gente elegante. Troppo elegante. Alexis detestava quel tipo di feste stracolme di convenevoli. Tra un centinaio di gente le parve che solo sua madre condividesse il suo parere: si voltò verso Claire, che la stava già osservando, quasi aspettandosi quello sguardo. Ricambiò con la stessa espressione e alzò le spalle. Sapeva alla perfezione il significato dell'espressione della madre: "buon viso a cattivo gioco", le avrebbe raccomandato se non ci fossero state troppe persone accanto a loro con le orecchie pronte ad ascoltare. Avrebbe dovuto essere -e forse lo era- la figlia perfetta e una fidanzata deliziosa per quella sera. Una sola sera. Una sera che prevedeva interminabile. Matt si era già allontanato per accogliere gli altri invitati.

Lasciami travolgereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora