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Matt le aveva solo accennato che quella sarebbe stata una serata romantica, senza dirle dove l'avrebbe portata. Le opzioni sarebbero potute essere tante: passeggiare mano nella mano, gustare un gelato, stare stesi sul prato a vedere le stelle o -nei giorni più freddi- stare davanti al camino con una tazza di cioccolata calda e vedere un film strappalacrime. O almeno era questa l'idea di romanticismo che aveva Alexis, che non corrispondeva affatto a quella di Matt. Matt che aveva un vestito diverso e sempre elegante per ogni occasione, Matt che non si faceva mai vedere spettinato, Matt che prenotava i più lussuosi ristoranti, Matt che sfilava dalla tasca della giacca un anello per lei alla stessa frequenza con cui un bambino regala una caramella ad un compagno. Che non fosse quello il vero romanticismo?! Sì, Matt era pazzo di lei e tutto quello che faceva era per amore. Quindi, i suoi desideri, quelli sulla cioccolata calda, ecc... Erano banali e non riflettevano il vero amore.

Dopo dieci anni insieme Alexis si convinse che ogni sua idea fosse sbagliata e aveva smesso di sognare. D'altronde, Matt le dava tutto. Ma alcune volte, anche se di rado, prima di prendere sonno rimaneva stesa a letto con gli occhi fissi sul soffitto dove ad illuminarla c'erano le stelline adesivo che brillavano al buio -suo padre le aveva attaccate quando Alexis era piccola per via della paura del buio ed erano sempre rimaste lì, ora un po' mal ridotte ma comunque capaci di illuminare la notte-. Ed era in quei momenti che dava azione alla sua immensa fantasia immaginando che un uomo si innamorasse perdutamente di lei. Il solo pensiero le faceva sussultare il cuore. Era una bella sensazione, una sensazione che aveva provato a 14 anni quando iniziò la sua storia con Matt, ma che durò solo un paio d'anni. Quindi, ora solo in fantasia poteva rivivere tutto ciò. Ma era così strano che ogni volta non c'era Matt, ma un altro uomo. Un uomo indefinito, senza sembianze precise. Ciò che la spaventava di più era proprio il fatto che fosse un altro. Un terzo, indipendentemente da chi lui fosse. Per lei non era accettabile. Per ben dieci anni erano esistiti solo loro due: Alexis e Matt, Matt e Alexis. Inseparabili. Ed ora... L'idea di un terzo...
Ma era solo il suo Es a farle pensare quelle cose. Bastava azzittirlo pensando ad altro e darla vinta all'Super-Io. Per scacciare quella vergogna si impegnava talmente tanto a spostare l'attenzione che ci riusciva per molti mesi. Ma in fondo lo sapeva: l'Es era lì, in agguato, e prima o poi sarebbe riemerso.

Da gentiluomo che era, Matt suonò al campanello. Alexis si specchiò per un'ultima volta e scese ad aprire. Il suo fidanzato era più elegante del solito e questa volta si era fatto accompagnare dall'autista personale di suo padre.

<<I miei complimenti, signorina Castle!>>, le disse Matt con occhi sinceri ponendole il braccio come ad invitarla ad accompagnarlo.

Alexis era soddisfatta della sua scelta d'abito, che, data l'eleganza del suo fidanzato, non era affatto esagerato come aveva immaginato. Si trattava di un vestitino bianco di pizzo con la scollatura rotonda dietro, avvitato e dal movimento ad onde fin sopra il ginocchio. Le sue ballerine rosa richiamavano il fermaglio con cui aveva ripreso a lato i suoi boccoli.
Salirono sull'auto, dove Matt le cinse il busto e le rubò un bacio alla guancia. Alexis sorrise e, come era solita fare, abbassò il finestrino e porse la testa leggermente fuori per assaporare l'aria fresca di fine estate. Appena lasciatisi dietro la cittadina di Sandal, si immersero nel traffico di città, dove le macchine sfrecciavano sull'asfalto nero riflettente la luce dei lampioni e i marciapiedi pullulavano di gente che camminava in tutta fretta per tornare a casa. Il loro autista accelerò, facendo svolazzare i capelli di Alexis che subito si preoccupò a risistemare.

<<Ehi Matt, dove stiamo andando? Non mi pare di conoscere questa strada...>>, gli chiese con tono pieno di curiosità.

<<Siamo quasi arrivati. Vedrai che ti piacerà.>> Sul suo volto comparve un'occhiata furba.

<<Ne sono sicura. Non mi hai mai deluso! Hai per caso un manuale di sorprese da fare alla propria ragazza?!>> Risero entrambi guardandosi negli occhi e si baciarono.

Davanti a loro dominava una grossa insegna con la scritta Cliff Harbor. Questa volta non si trattava di un solito ristorante lussuoso: Matt l'aveva portata al porto della città.

<<Amore, ti sei incantata?! Dai, dobbiamo andare!>> Matt le andò incontro prendendola per mano e guidandola verso un omone dal viso buffo.

<<Signor Lancaster, le faccio i miei complimenti!>>, disse facendo segno col capo verso Alexis.<<Posso?!>> S'inchinò leggermente in avanti incrociando le gambe e le diede un bacio sul dorso della mano. Alexis non poté far altro che ridacchiare silenziosamente al solletico dei suoi baffi grigi.

<<Prego, dopo di voi>>, disse l'omone allungando un braccio come a fare strada.

<<Matt... Oh mio Dio, ma è una sorpresa stupenda! Quando hai organizzato tutto questo?!>>, chiese Alexis sbalordita e con le lacrime agli occhi.

<<Sai, dopo che ho parlato al telefono con te oggi, non sono tornato in riunione e mi sono dato da fare per realizzarti in meno di 12 ore tutto questo. Beh, devo ringraziare il manuale sulle sorprese>>, disse ridendo.

La barca che li attendeva era piccolina, ma perfetta per due. Al lato esterno esposto verso la terra era inciso di nero il nome, "The sound of silence". Tenendo stretta la presa di Matt, Alexis salì su di questa con molta cautela, spaventata a morte di poter cadere in acqua, pur sapendo che la probabilità era minima. Dentro si respirava un profumo intenso di legno bagnato che le dava una sensazione di quiete. Non dovrebbe avere molti anni, pensò tra sé. A terra c'erano tanti, tantissimi cuscini rossi a forma di cuore, che intuì sarebbero funti da sedie, dato che davanti era poggiato un piccolo tavolino basso, quasi raso terra, con due candele anch'esse rosse. Alexis si girò di scatto verso Matt con lo stesso viso di una bambina sulla sua prima giostra.

<<Non riesco ancora a crederci! E' tutto... tutto perfetto! Come in un film...>>

<<Mi fa piacere vederti così felice, amore mio. Era il mio intento farti sorridere stasera, dopo la brutta giornata che hai avuto. Adesso ci rilassiamo e mi racconterai>>, le sussurrò baciandole la fronte.

<<Signore, posso andare?>>, interruppe imbarazzato l'omone. Matt accennò sorridente un sì con la testa e  "The Sound of Silence" salpò il porto.

Alle 2 di notte Claire era ancora sveglia ad aspettare sua figlia, ma non era preoccupata. Con Matt ogni cosa non poteva che andare benissimo.

Lasciami travolgereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora