Sei tu che mi hai trovato

Capitolo Quattro

Claudia vestita di tutto punto con un abito intero, semplicissimo, nero con fiori piccoli e colorati, si mise in macchina e, in una Roma ancora sonnolenta, non ancora completamente devastata dal traffico e dai rumori, accese il motore per raggiungere il lussuoso hotel super stellato dove il professor Brighton, statunitense, aveva in programma di tenere il suo workshop internazionale e multidisciplinare. 

Claudia attendeva da mesi quell'evento e non sapeva spiegare a sè stessa la ragione ma lo attendeva con irrequietezza ed entusiasmo, come tutte le cose che le stavano veramente a cuore o che erano in procinto di diventare per lei  tali.

E il professor James Brighton ne prometteva davvero delle belle, in quell'incontro scientifico, a cui avrebbe preso parte una varia umanità, animata dall'entusiasmo e dalla speranza di riuscire magari a concepire un figlio, anche se sfiorati i sessant'anni.

Claudia un po' ci sorrideva, quando ci pensava, ma il fatto che lei non volesse figli non doveva certo essere di preclusione ad altri per proseguire nella loro spasmodica ricerca di prole naturale, quindi che ben venissero le fecondazioni assistite, le inseminazioni artificiali, i coiti artificiali che rendevano ormai  desueti quelli naturali: Claudia era del parere che nel mondo ci fosse davvero posto per chiunque e che ci fosse posto, quindi, per le aspirazioni semplici e per quelle più complicate, affinchè nessuno al mondo si sentisse fuori posto o abbandonato in quanto a priori escluso dal proprio legittimo sogno.

La giovane donna dalla veste fiorita in un'estate nascente raggiunse in venti minuti il grand hotel, parcheggiò, come al suo solito, maldestramente e scese quasi in corsa, desiderosa di non fare tardi nemmeno di un secondo a quell'originale appuntamento di lavoro per cui lei stessa spasimava già.