Capitolo Diciassette

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Claudia non ci pensò poi troppo, accese il cellulare e lo chiamò, chiamò esattamente lui, il Pazzo Furioso, per consegnarsi inerme, ai suoi voleri di scienziato folle e scriteriato, come spesso è la vita, quando è vera: e quel folle scriteriato di James Brighton rispose già al secondo squillo, entusiasta di risponderle, probabilmente già fortemente proiettato nello stare per ricevere una risposta affermativa, l'accettazione dell'incarico che lui stesso le aveva propinato, tra il serio e il faceto, al tempo stesso, guidato inconsciamente dalla più forte delle motivazioni che fossero orientate al successo.


E come ne sentì la voce disse, provocando in lei un inevitabile sorriso: "Illustrissima, hai deciso? Salti a bordo di questa carovana pazza?" e naturalmente lo disse in inglese, Brighton, che con l'italiano, sebbene avesse girato in lungo e in largo la penisola, aveva delle grosse difficoltà, e per questo Claudia era per lui supporto prezioso, appiglio inevitabile per i suoi incontri scientifici in quel posto.

E come ne sentì la voce disse, provocando in lei un inevitabile sorriso: "Illustrissima, hai deciso? Salti a bordo di questa carovana pazza?" e naturalmente lo disse in inglese, Brighton, che con l'italiano, sebbene avesse girato in lungo e in lar...

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E Claudia disse sì, un sì istintivo, un'affermazione che a lei parse più che ovvia: come avrebbe potuto, del resto, rifiutare? L'occasione era di fatto irripetibile, non ce ne sarebbe stata un'altra simile, nè a breve, nè chissà dopo quanti anni.

La sua occasione era arrivata ed ed era finalmente lì, dall'altro capo del telefono, un'occasione giunta a lei dall'altro capo del mondo, inaspettata.

Inaspettata, come la vita quando vuole.

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