Sei tu che mi hai trovato

Capitolo Sedici

Tutte quelle storie che si raccontavano - e che lei stessa aveva letto - sulla fecondazione assistita, lasciavano Claudia abbastanza indifferente, convinta com'era che ognuno avesse il diritto di vivere come potesse, tanto per citare Caterina Caselli in Nessuno mi può giudicare.
E soprattutto di certo nessuno poteva esercitare il diritto di giudicare anche lei che di figli non ne voleva, o, che perlomeno non ci aveva mai pensato in vita sua, vuoi per la storia interminabile con Germano - con il quale di fondo non era mai d'accordo su niente, figuriamoci sull'educazione di un figlio - vuoi per la scarsa attitudine di Claudia ad assumersi impegni che non fossero strettamente inerenti alla sua attività lavorativa.
Vero è che a lei era sempre rimasta ben radicata dentro la mente l'esperienza tragica - con successivo lieto fine, però - della di Marilena, la sua amica di sempre, andata in sposa a Gerardo all'età di vent'anni ed affetti da sempre da quella infertilità che si definisce di coppia, che soltanto dopo tre FIVET (un acronimo che suona quasi blasfemo) si era tradotto di fatto nella nascita di tre gemelli di sesso maschile e dopo oltre dieci anni dalla loro giovanile unione: ora i gemelli avevano compiuto tre anni e capricciosissimi come non mai tramutavano in urlo ogni loro richiesta ed ogni loro necessità.
Claudia si diceva e continuava a ripetersi che mai e poi mai avrebbe messo la vita alla mercé di un marmocchio che strepita, mangia e defeca, ma nonostante il delirio e l'esaltazione che da lui trapelavano, per Claudia il Dottor Brighton rappresentava il fascino puro della scienza quando non piega la testa al destino e si decise, pertanto, a seguirlo in quel viaggio fantastico, con destinazione L'IGNOTO.