-Capitolo 13

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Pov. Crystal

Cosa ci faceva in casa mia?!

Osservai il suo volto e poi quello che avevo in mano.

Damian vide lo spostamento del mio sguardo e notando il sorriso, che mi si era formato,indietreggiò.

Mi avvicinai minacciosa e con tono supplicante, mi pregò:-Ti prego. Farò qualunque cosa mi chiedi, ma risparmiami-.

E senza nessun scrupolo gli lanciai la vernice addosso, che lo coprì dalla testa ai piedi.
Nonostante vidi che era arrabbiato, scoppiai a ridergli in faccia,
-Dovresti vedere come ti dona il blu!-.

Sapevo che me l'avrebbe fatta pagare, ma al momento mi sarei goduta la mia vittoria.

Però, quello che mi spaventava di più, era il suo silenzio irreale.
Damian continuò a fissarmi senza proferire parola, ma all'improvviso sul suo viso si formò un sorriso stupendo.

Ride?! Questo non è Damian.

-Sicuro di stare bene? Secondo me la vernice ha ustruito l'unico neurone rimanente-.

Scoppiamo in una risata senza precedenti e devo ammettere, che mi piaceva questa atmosfera che si era formata tra noi.

All'improvviso, però, divenni seria e gli feci la domanda fatidica:-Spiegami una cosa...
Te cosa ci fai in casa mia?-.

In un attimo vidi scomparire il suo buon umore e ricompire quel suo odioso ghigno.

Si avvicinò con fare suadente, afferrandomi deciso i polsi, per poi finire appoggiati al muro.

I nostri occhi non si persero mai di vista, creando quel legame indissolubile e notai ,che nei suoi occhi non c'era nessuna traccia di malizia.

Perché non sto facendo niente? Dovrei allontanarlo.

Ed ero convinta, che non avesse cattive intenzione.

Non mi resta altro che aspettare la sua prossima mossa.

Nel frattempo, la sua mano stava giocherellando con una ciocca dei miei capelli e le sue labbra si avvicinavano sempre di più alle mie.

Istintivamente mi ritrassi, ma lui mi riavvicinò e con grande sorpresa la sua bocca si appoggiò sulla mia fronte, da dove si propagò un piacevole calore per tutto il corpo.

Lo guardai allibita, avendo conosciuto solo la sua parte da play boy, ma lui si limitò a dirmi:-Non voglio perderti, perché ci tengo a te-.

Damian si allontanò, lasciandomi ancora più confusa di prima e si preparò ad andarsene dalla finestra.

Però, prima di uscire dalla mia camera, si girò e mi domandò
-Cosa ci facevi con della vernice in camera?-.

È serio?!
Dopo quello che è successo, si preoccupa di sapere come mai avevo della pittura?

Non avendo voce per rispondergli, accesi la luce e il rosa della stanza riempì tutto lo spazio circostante.

Sul suo volto comparì una smorfia di disgusto e rivolgendomi uno sguardo comprensivo, sparì.

Quella giornata era stata decisamente la più strana di tutta la sua vita.

Stavolta riuscii a svegliarmi in tempo, per andare a scuola con mio fratello.
A dire il vero non avevo proprio chiuso occhio, a causa di quell'enigma chiamato Damian.

Quel ragazzo mi stava facendo impazzire:il giorno prima era il solito arrogante, per poi cominciare a comportarsi da amico.
Inoltre, ho potuto vedere anche due sue personalità contrastanti fra loro:la sua parte arrogante e quella dolce, che pensavo non potesse neanche esistere in lui.

Il Rumore Delle Ombre #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora