-capitolo 4

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Sopra possiamo vedere la nostra Sky

Pov. Crystal

Finalmente era finita la prima ora.
Non ci potevo ancora credere.
Solo io potevo cadere su qualcosa d'inesistente e, come sospettai che accadesse, una risata generale si era sollevata nella classe.
Tutto ebbe inizio da quella ragazza, per via della sua risata contagiosa.
Anche se non mi arrabbiai veramente, mantenni ugualmente uno sguardo sprezzante.
Ma, appena vidi il suo viso da cucciolo pregarmi di perdonarla, non potei fare a meno di rilassare i muscoli facciali perché, nonostante il mio cuore avesse smesso di provare sentimenti da tempo, non potevo dimenticare che ne avevo pur sempre uno.

D'accordo pieno di cicatrici e ferite ancora aperte, ma non potevo prendermela con chiunque.
Almeno ci provavo.

Ogni tanto, non riuscendo a trattenermi, scatenavo la mia rabbia repressa su chiunque avesse avuto il coraggio di parlarmi.
Ero impossibile da gestire, talvolta notavo in me stessa due caratteri del tutto diversi.
Nemmeno io riuscivo a capirmi, quindi non potevo di certo aspettarmi che ci riuscissero gli altri.

Quando la guardai male è vidi sul suo viso comparire un sorriso triste, capii che non fosse giusto.
Provavo quella strana sensazione di doverla rendere felice.

Era come se la conoscessi, nonostante sapessi anch'io che ero una perfetta sconosciuta per lei. Da quando ci eravamo incrociate nel corridoio, non aveva smesso di guardarmi con incredulità e sorpresa, come se ci conoscessimo già da tempo, quindi pensai che l'empatia fosse reciproca.

Accorgendomi solo un istante dopo di stare pensando troppo su delle cose infondate, mi destai dai miei pensieri.
"Sarà solo una sensazione
Dev'esserlo per forza, perché è la prima volta che incontro quella ragazza."

Da quando ero uscita da quella classe, non avevo smesso di girare a vuoto nei corridoi, essendo alla ricerca di una biblioteca.
Potevo semplicemente chiedere aiuto a qualcuno che incrociavo per strada, ma preferivo sprecare il mio tempo così.
In fondo, primo o poi, dovrò imparare ad orientarmi in questo dedalo di corridoi.

Cominciando ad essere più stanca, la mia determinazione andò a scemare, ma la voglia di immergermi tra le pagine di un libro mi permise di non demordere.
Io amavo leggere.
Era l'unico mezzo che mi consentisse di staccare con la realtà, permettendomi di vivere un'altra vita.
Mi piaceva potere arrivare all'ultima pagina e, dopo vari problemi insormontabili che i protagonisti si trovavano costretti a superare, poter constatare che un lieto fine esistesse per tutti.
Magari, un giorno, anche per me arriverà un momento in cui tutto si risolverà.

All'improvviso, mi fermai, sicura di avere sentito un rumore.
Mi guardai intorno e cercai di captare qualche altro rumore sospetto.
Accorgendomi di quanto ero tesa e quanto fossi ridicola, mi misi a ridere.
"Non essere stupida. E'ovvio che sento dei rumori.
In fondo mi trovo a scuola, dove esistono altri essere umani."
Cercando di rimuovere l'accaduto degli ultimi minuti, me ne andai, non prima di sentire un boato, che mi fece ritornare in posizione d'allerta.
Sembrava provenire da una di quelle stanze di fianco a me.
Aprii una porta di legno dall'aria antica, ritrovandomi in una stanza con alti scaffali pieni di libri e l'odore così familiare della carta. Trovandomi già con la testa altrove, cercai di concentrarmi sul mio obiettivo: scoprire il motivo di quel forte rumore.
Muovendomi di pochi passi, scoprii la causa scatenante di quel rumore, vedendo una ragazza sepolta dai libri.

Era la mia compagna di classe, nonché vicina di banco.
Volevo andare ad aiutarla, ma prima mi concessi ad una risata liberatoria.
Lei si accorse di me e ridemmo insieme, dimenticandoci entrambe di trovarci in una biblioteca.
Rimanemmo per alcuni secondi a studiarci a distanza, constatando una cosa: non avevo la minima intenzione di allontanarla.

Il Rumore Delle Ombre #wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora