Sono ancora qua, impalato vicino alle pompe, mentre strofino in automatico le mani per far andar via l'odore della benzina, quando in realtà l'unico odore rimasto nell'aria è il suo profumo...Schietto e intenso! Sto guardando ancora quel punto. L'esatto punto in cui la sua marmitta ha emesso uno sbuffo. E' scappata così, sbuffando e son quasi certo che anche atomi sensibili del suo corpo hanno sbuffato alla mia irrispettosa vicinanza. Ma non come ha sbuffato lei, loro sono stati più sinceri, più spontanei, quasi più veri. Posso anche andarmene, eppure come uno scemo sto ancora qua. Mi gratto un punto della testa e rallentato giro intorno a me stesso per controllare che nessuno abbia assistito alla scena; cioè all'incontro, volevo dire a questa pompata di vita che mi sono lasciato sfuggire da sotto il naso. Ritorno alla mia auto, ora anche lei mi sembra impalata a fissarmi. Una gasata ed esco dall'area senza neanche fermarmi allo stop. Sono troppo concentrato ad alternare la strada davanti a me ai fotogrammi di quell' incontro appena registrati nella mia memoria quando un suonino a me familiare mi fa aggrottare la fronte.
Cacchio la benzinaaa! , ricordo a me stesso mentre il piede sul freno anticipa un' inversione a U da ritiro patente. Mi scappa anche da ridere mentre scuoto la testa perchè realizzo che quella bella Regina sui tacchi non solo mi ha lasciato lì senza nemmeno dire "grazie", mi ha fatto anche scordare di me stesso.
Mi trovo nuovamente affiancato alle medesime pompe. Inserisco una banconota da 20 e in men che non si dica torno ad appoggiare le mani sul volante della mia Mito carica di carburante. In automatico questa volta non strofino le mani, ma riprendo i pensieri da lì, da dove li ho lasciati. ...E la rivedo masticare quella gomma che si lasciava modellare dalla sua lingua. Sì, sto pensando alla sua lingua. Me la immagino nella mia bocca, calda, dolce e brusca allo stesso tempo. Uno scontro/incontro di lingue, di fuochi, di vittorie e sconfitte, di prospettive. Via via che l'auto mangia chilometri di asfalto sotto di me io, approfondisco i pensieri fino a quando sento l'eccitazione farsi spazio tra i mie quadricipiti. E mi vien voglia di leccarle quei malleoli che ho intravisto ben disegnati tra la fine dei suoi jeans e l'inizio dei decolletè. Ma poco alla volta la voglia si affievolisce, soprattutto al pensiero che dapprima voleva comandarmi e ho finito per spaventarla. Forse da qualche parte dentro di me sono un po' dispiaciuto perchè ho capito che in qualche modo ho sfiorato un punto debole del suo petto senza toccarlo realmente e senza volerlo. Mi sono bastati quei pochi passi per comprendere il suo sentirsi imbattibile su quei trampoli; come se così fosse possibile sopraelevarsi dai pericoli. Ma gli occhi...beh quelli no che non si sentono all'altezza. I tacchi la tengono su e gli occhi giù. Mi hanno concesso giusto il tempo di leggerci dentro la legge dei contrasti.
Butto le chiavi sul mobiletto all'ingresso del mio appartamento. Non accendo neanche la luce e sfilandomi le nike coi talloni mi dirigo deciso verso il letto precipitandoci sopra a pancia in giù. Sto per consegnarmi alla completa oscurità della notte consapevole che sbiadirà l'immagine del suo viso, ancora nitida, portandosi via anche gli odori di una fine di giorno che deve ancora iniziare...
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Brividi selvaggi
RomanceSelvaggio come il corpo di lui, brividi come quelli che scatena lei. Un po' angeli e un po' diavoli dentro ad un turbine di sensazioni travolgenti e segrete. "Le sono piombato ad un centimetro dal mento e so che la guardo con tutta la dolcezza e la...