Dannazione

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Esco svelta dal negozio ravvivando un po'con la mano i miei lunghi riccioli, contenta che questa giornata sia finalmente terminata portandosi via tutte le voci dei clienti di oggi, le loro assurde richieste e lasciando spazio ad un sottile mal di testa. Come al solito non ricordo dove ho posteggiato l'auto e menomale che il parcheggio non è grande come quello dei centri commerciali sennò probabilmente adesso sarei ancora ad individuare l'auto del posteggio di ieri. Così, in mezzo alle fitte nella testa, riemergono i rimproveri di mia madre per tutte le volte che non ho avuto la "testa sulle spalle" come diceva lei. Tutte le volte che mi chiedeva di fare qualcosa e l'attimo dopo l'avevo già dimenticata. Distratti. Noi giovani siamo continuamente distratti. Distratti da un mondo che va a rotoli e noi con lui. Confusi da un mondo che ci arrotola a lui, ribaltandoci e restituendoci alla fine le spalle sulla testa. Per questo, appena ho potuto, sono andata via di casa. Non per mia madre, ma per sentirmi meno distratta e confusa. Poi come se l'istinto sapesse sempre cosa fare, conduco il mio corpo verso una direzione. La direzione giusta, e man mano che mi avvicino al cofano, col portachiave che scodinzola sotto alle dita, noto un foglietto giallo tra le spazzole sul vetro.



NO... la multa di sabato noo! e sento aumentare le fitte sotto ai miei capelli.



Nel momento in cui mi sporgo in avanti sul vetro mi rendo conto che sto afferrando un post- it, non una multa. Eppure ho parcheggiato la macchina all'interno delle strisce bianche-sbiadite, di sedere e, mostruosamente bene! Inizio a leggere le lettere, alcune scritte in stampatello maiuscolo, altre in minuscolo. La stessa alternanza mentale di confusione che accomuna noi giovani. ...Quasi mi sento mancare! Nessun reclamo per il posteggio...



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Si tratta di lui. Quel lui. Mi guardo intorno, forse sperando che compaia o più spinta dal timore che mi stia osservando nascosto da qualche parte... Così mi impongo di non fare smorfie di qualsiasi tipo; nè vocali, facciali ecc. Intanto il mal di testa si attenua proprio ora che il cuore si fa sentire, come un martello nel muro quando fissa un chiodo per appendervi su il quadro più bello.

Ripercorro con lo sguardo tutte le lettere. Dalla prima all'ultima. Coi numeri faccio il contrario: scorro dall' ultima verso la prima cifra. Sto sudando, ho lo stomaco che vibra euforico ed emozionato al ricordo di Manuel dentro al negozio e fuori al distributore, e mentre i ricordi vanno a ritroso, mi fa strano ora essere a conoscenza del suo nome. Cosi lo nomino ad alta voce come per esser sicura della pronuncia. Mi imbarazzo mentre provo a guardarmi coi suoi occhi rivedendomi con l'espressione più ebete scolpita sul volto. Non mi ero accorta che fosse lì a pochi passi da me dentro alla profumeria. Poi solo ad un petto da me... Dannato, come i suoi occhi. Come il suo portamento. Solo dannatamente bello...o accattivante. Praticamente l'esatto contrario di Luca. E con la rabbia verso il mio ex adesso cresce il nervosismo di sentirmi un po' dannatamente sorpresa da Manuel. Sì, la chiamo nervosismo quella sensazione, difficile da interpretare e ancora peggio da spiegare, che si prova solo in determinate circostanze. Cioè quando il cuore decide di fare un salto nell' immensità di una particella di sentimento. Tutto quel tempo consumato a pensare che il mio mondo fosse finito lì, invece adesso mi sembra che proprio da lì debba iniziare. Forse le cose che finiscono non ci sono mai state realmente. E forse quelle nella fantasia non ci saranno mai. Ma una piccola parte di me vuole correre verso di loro. Verso le cose invisibili della fantasia. E allora un appello lo faccio a voi, care emozioni: se volete veramente scuotermi fatelo bene e... Fatelo adesso! Poichè io non ho altro tempo da perdere...

Brividi selvaggiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora