Capitolo 8

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Giuro che prima poi la brucerò questa sveglia.
È tra le cose più fastidiose e insopportabili della Terra.
Mi alzo controvoglia.
Metto una maglia nera semplice e dei jeans, sulle spalle una felpa nera e le StanSmith ai piedi.
Capelli, mascara, zaino e via.
In pullman la solita storia.
Mi siedo e faccio partire la riproduzione casuale.
Parte Criminal di Britney Spears, e la ascolto guardando fuori dal finestrino.
Una lunga e lenta routine, destinata a non cambiare mai.
A parte un nuovo messaggio sullo schermo del mio telefono.
Da: Axel "Buongiorno".

Arrivo a scuola, entro e mi avvio al mio armadietto.
"Emma White!"
No, ti prego. Lei no.
Mi giro.
Una sottospecie di Barbie uscita male mi si è piazzata di fronte, vestita come una bomboniera nuziale, tutta in rosa dalla borsetta alle scarpe, occhi azzurri e capelli biondi fintissimi.
"Grace Lloyd" rispondo io a tono.
È la più odiosa e insopportabile della scuola e ci odiamo da ormai un anno.
In realtà la odiano tutti, ma lei pensa il contrario.
"Sempre freddina eh?" sghignazza lei insieme alle sue "amiche", che io chiamo Minions perché non sono altro che leccaculo.
"Sempre più finta tu eh?" rispondo io.
Mi odia perché sono l'unica che sa tenerle testa e che non ha mai avuto paura di risponderle.
A parte Axel.
Grace è innamorata di lui da un anno, ma lui non l'hai mai degnata di un sguardo, stranamente. Poteva essere una preda facile per un cacciatore come lui, ma per fortuna gli standard di Axel sono un po' più alti di così.
Lei mi si avvicina pericolosamente ma J si mette in mezzo.
"Lloyd devi starle lontano" ringhia lui
"Oh guarda Emma, hai anche l'avvocato difensore?" lo provoca lei.
Mi sta stufando.
"Sei pietosa" interrompo io mettendomi in mezzo a loro due.
"Se davvero pensi di spaventare qualcuno vestita come un fottuto cupcake, sei fuori strada" le rido in faccia.
"Sono abiti di Chanel, costano più di casa tua".
"Per fortuna che casa mia ha più stile di te".
J ride.
Lei rimane sbigottita.
"Attenta a te, White".
Mi guarda storto, poi gira i tacchi e se ne va, seguita dai suoi amati Minions.
J mi guarda, poi abbassa gli occhi.
Sa che non deve proteggermi perché so farlo benissimo da me.
Non dico che mi infastidisca, alla fine si comporta da fratello maggiore, ma più volte gli ho chiesto di non intervenire e farmi gestire le cose da sola.
"Scusa, sai che non mi piace quando ti importuna" dice per giustificarsi.
Faccio per rispondere, ma vedo la figura di Axel affacciarsi alla porta di ingresso.
Lui alza gli occhi al cielo appena vede la mia vicinanza a J.
È normale che mi piaccia la sua gelosia?
Io resto immobile, incapace di ogni movimento.
J si gira nella direzione in cui è rivolto il mio sguardo e vede Axel.
Si guardano per un attimo in cagnesco, poi J riporta l'attenzione su di me.
"Ma che vuole ancora quello?" dice a tono troppo alto per i miei gusti "Ti sta ancora addosso?".
Oh J, se solo sapessi...
"Non lo so. Devo andare in classe, ciao".
Mi dispiace un po per come lo ho trattato, in fondo è il mio migliore amico, ma almeno so di aver fatto bene a non dirgli di cosa è successo qualche settimana fa a casa mia.
Chissà come avrebbe reagito, sicuramente non bene.
Entro in classe e inizia la lezione.


"Aspettami, penso di aver dimenticato una cosa in classe, torno subito".
Ami mi lascia da sola in cortile, appoggiata al muro della scuola.
Prendo in mano il mio cellulare e inizio a perdermi tra i social, giusto per far passare il tempo.
Sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla e sobbalzo per lo spavento, ma mi tranquillizzo subito vedendo che è Axel.
Strano, una volta mi veniva il voltastomaco quando si avvicinava.
"Ti ho spaventata?" ride lui.
Il suo sorriso, diosanto.
Il mio cuore perde un battito.
"Leggermente".
"Scusa".
Cala un silenzio imbarazzante.
Non abbiamo una conversazione da quel giorno, ci siamo scambiati qualche messaggio e basta.
Ho la sensazione di non essere l'unica imbarazzata dalla nostra strana situazione.
"Dov'è Amalia?"
"Ha detto di aver dimenticato una cosa in classe, la sto aspettando" dico alzando gli occhi.
Lui ride e io sorrido.
"Ascolta, riguardo a casa tua..."
Ecco ci siamo, è arrivata il momento della fatidica conversazione. Il panico si scatena dentro di me, mi si contorce lo stomaco e mi si blocca la gola.
Ora probabilmente mi dirà che è stato un errore, che ha faceva parte di una scommessa, che mi ha tolta dalla sua lista siccome ho effettivamente ceduto...non lo so, ma ho paura.
Fa un sospiro prima di continuare a parlare.
"...sappi che non sono pentito di ciò che ho fatto" dice tutto d'un fiato "anzi se potessi tornare indietro lo rifarei, mille volte, andrei avanti. Il punto è che..." si blocca ancora.
Abbassa lo sguardo, poi punta di nuovo gli occhi su di me mentre gioca con l'anello al dito.
"Il punto è...che provo qualcosa per te, okay? E lo provo da troppo tempo ormai..."
Si passa le mani tra i capelli in modo nervoso ma sembra molto più sollevato di prima, come se si fosse tolto i. macigni dal cuore.
"Sono sicuro che non ci crederai, la mia reputazione non è delle migliori, hai sentito mille voci, alcune vere e alcune false..." mi prende una mano con dolcezza "...ma lo ammetto adesso, ho sempre pensato che avrei potuto sostituirti con tutte le altre visto che ero convinto che non ti avrei mai potuta avere..."
Le sue parole sono come lame, mi colpiscono in modo così profondo, tagliente e spietato da lasciarmi senza fiato.
Sono pietrificata, non so come reagire.
Sta dicendo cose bellissime, ma mi fanno ritorcere lo stomaco, non so se crederci.
"Emma da quando ti ho baciata in casa tua...mi sono accorto che ho bisogno di te, impazzisco all'idea di non poterti avere, non ce la faccio più a nasconderlo, a nascondermi " dice ancora avvicinandosi.
Mi prende i fianchi e mi avvicina a se.
I nostri visi sono pericolosamente vicini.
Abbasso lo sguardo, mi vergogno, ma lui mi mette due dita sotto al mento, obbligandomi a perdermi nel verde dei suoi occhi.
"Io lo so che sotto sotto provi la stessa cosa, ho visto come il tuo corpo ha reagito al mio..." mi dice piano all'orecchio, una mano sul mio fianco che mi stringe piano, l'altra ancora sotto al mio mento.
Sento caldo, il cuore accelera, le gambe tremano. Voglio baciarlo ancora, adesso.
"Emma!"
La voce di Amalia interrompe tutto.
In un lampo mi allontano malamente da Axel, abbandono ogni fisicità e pensiero intrusivo e vorrei strozzare questa cretina che ci ha interrotti.
"Ho preso tutto, possiamo anda..." si interrompe notando Axel.
Ci guarda strano.
"...e tu che ci fai qui?"
"Ho visto Emma da sola e le ho fatto compagnia mentre ti aspettava, tutto qua" dice in tono freddo, diversissimo da quello di poco prima.
Amalia mi guarda per cercare conferma e io annuisco in modo poco convincente.
"Bene, Emma andiamo". Mi prende per un braccio e mi trascina via.
Rivolgo un ultimo sguardo ad Axel.
È lì fermo, che mi sorride.
Senza accorgermene, sorrido automaticamente. Ormai è un vizio.
Eravamo vicini, così vicini che quasi riuscivo a sentire il suo cuore battere.
Giuro di aver pensato "se mi bacia, muoio".
E stava per succedere, me lo sento.
Non ho proferito parola, non so come avrei dovuto reagire.
Dovevo ammettere che provo le stesse cose?
Sono passati solo pochi minuti e già sento la mancanza di quel contatto.
Il contatto del mio corpo freddo contro il suo che scottava.

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