Capitolo 22

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Ho la testa che esplode.
Non ho dormito.
Per tutta la notte non ho fatto altro che pensare alla situazione di merda in cui mi sono ritrovata.
Mi sono presa tempo per pensare.
Ho deciso di allontanarmi da Axel per un po', e ne sto soffrendo tantissimo.
Sto palesemente evitando l'unica persona che sa rendermi felice a modo suo, per non andare contro all'imposizione di chi dice di tenerci a me.
Sto facendo del male ad Axel, e a me stessa. Non credevo che passare del tempo senza di lui sarebbe stato così tanto drammatico per me...
Gli ho detto di aver bisogno di tempo per pensare dopo la rissa con J, di aver bisogno di schiarirmi le idee.
Ancora una volta, non ho avuto il coraggio di dirgli la verità.
Non voglio assolutamente perderlo, ho solo bisogno di tempo per capire come uscire da questa situazione
Decido di uscire dal bagno in cui mi sono rintanata durante l'intervallo, e di prendere una boccata d'aria.
Esco in giardino.
Oggi Ami non c'è e devo cavarmela da sola contro tutto questo inferno.
Non so come mai, ma anche lei ultimamente è distante, come se mi nascondesse qualcosa o vivesse in un altro mondo.
Inizio a pensare di non poter più contare nemmeno su di lei.
Mi guardo intorno.
Il cortile brulica di studenti, alcuni mangiano, altri guardano il cellulare, altri ancora chiacchierano amichevolmente.
In mezzo a tutto questo, ci sono io.
Io, che sono il disastro della situazione.
Mi sento vuota.
Nemmeno J è qui fuori.
Mi giro, cercando di rientrare in classe,
ma mi blocco.
Davanti all'entrata, lo vedo.
Axel.
I nostri occhi si incontrano.
È incredibile quante emozioni mi riesce a provocare solo con uno sguardo.
Lui mi sorride, quasi timidamente.
Ormai sono due giorni che lo ignoro, forse tre.
Sto perdendo il senso del tempo.
Mi manca, mi manca fottutamente tanto.
E non potermi avvicinare a lui, è come un pugno allo stomaco.
"O me o lui"
Sono state di sicuro le parole più crudeli della mia vita.
Mi avvicino a lui, solo perché devo entrare a scuola e in classe.
Appena gli passo a fianco, lui sfiora la mia mano con la sua.
Ho una scarica elettrica in tutto il corpo.
Mi manca da morire toccarlo, sentire la sua pelle sulla mia, le sue mani su di me.
Mi giro verso di lui.
Con il suo sorriso perfetto di sempre, e i suoi occhi verdi che sono tristi da un paio di giorni mi sussurra un "mi manchi" in labiale.
Abbasso lo sguardo.
Mi sento così male, così in colpa.
Lo sto ferendo, e più passano i giorni più il mio cuore si riempie di spine.
I miei occhi si fanno lucidi.
"Scusami amore mio, mi manchi anche tu..."
dico tra me e me tornando verso la classe.

"Ah davvero?"
"Sisi ti giuro" mi dice J continuando a ridere.
Siamo usciti dopo scuola, su sua richiesta.
Sinceramente, non mi sto divertendo.
Sono infastidita dal suo comportamento.
Lui mi ha fatto, e mi sta facendo, stare di merda.
Ma è comunque il mio migliore amico, e ha fatto tanto per me.
Quindi cerco di avere un minimo di tolleranza.
"Hey.." mi dice a un certo punto prendendomi la mano.
"Lo sai, sono davvero felice che tu abbia rispettato la mia scelta. E so che per te non è facile, ma per me significa davvero tanto.."
I suoi occhi fissi nei miei.
Fa per abbracciarmi, ma io mi tiro indietro.
Non riesco.
Questo che ho davanti non è più la persona che ho conosciuto tanto tempo fa.
Non è più la persona a cui mi sono affezionata.
Non è più il mio migliore amico.
Gli tirerei un altro schiaffo se potessi.
"Scusami.."
"Emma tutto okay? Sei strana.."
Io strana? Ma va! Solo perché sto soffrendo le pene dell'inferno per colpa tua?
Solo perché tu mi ha fatto allontanare dalla mia unica possibilità di essere felice?
"Strana? No sto bene, sono solo stanca"
Si, la classica cazzata.
Lui mi sorride piano.
"Va bene dai, ti riporto a casa?"
"Si grazie"
Ci alziamo dalla panchina e usciamo dal parco.
Il tragitto verso casa si svolge in modo freddo, con lui che fa battute e io che non rido, mi limito a sorridere.
Mi dispiace trattarlo così, ma mi ci trovo quasi costretta. Sono furiosa.
Arriviamo davanti alla porta e ci salutiamo con un abbraccio.
Abbraccio, un misto di tenerezza sua e freddezza mia.
Uno ying e yang di emozioni contrarie.
"Emma ancora, sicura sia tutto ok?"
"Jacob ti prego basta" dico alla fine.
"Basta cosa?"
"Basta chiedermi se sto bene. Cazzo mi vedi?!
Vedi quanto questa situazione mi fa stare male?! No, non lo vedi. Sei talmente accecato dal fatto di 'aver vinto' contro Axel che non riesci a vedere la rabbia e il disgusto che provo ora nei tuoi confronti!"
Le mie guance si fanno rosse dalla rabbia.
"Pensi solo a te stesso e non al male che mi stai facendo. Non ti è importato nemmeno per un secondo di come ci sarei potuta stare io..."
Entro in casa senza aspettare una sua risposta.
Mi ritengo soddisfatta di quello che gli ho detto.
E non mi importa se ora sta sbattendo sulla mia porta, se ne andrà prima o poi.

È passato un po' di tempo, è pomeriggio tardo.
J se ne già andato via da un bel pezzo e io adesso esco di nuovo.
Voglio stare da sola, e uscire mi aiuta.
Prendo le cuffiette ed esco di casa.
Torno al parco e mi siedo su una panchina.
Parte I wouldn't mind, appena schiaccio il tasto della riproduzione casuale.
Mentre mi perdo nelle parole della mia canzone preferita, qualcuno mi poggia le mani sulle spalle.
Mi giro di scatto e non riesco a trattenere un sorriso.
Scatto in piedi.
Axel mi raggiunge e mi posa le mani sui fianchi.
"Ciao Axel"
"Mi manchi tanto Emma.." mi dice con gli occhi bassi.
"Amore mio anche tu...perdonami"
Perdonami.
Mi sveglio.
È notte. La sveglia sul mio comodino dice che sono le 2:45.
Era solo un sogno.
Non sono uscita nel pomeriggio.
Non ho incontrato Axel.
Ma la litigata con J era reale.
Il mio telefono vibra.
È una notifica instagram, ma ho anche dei messaggi.
Entro su whatsapp. C'è un messaggio di Axel di un quarto d'ora fa.
Entro nella chat e leggo.
"Emma, mi manchi. Davvero tanto.
Ti prego torna, ho bisogno di te.
Ti dirò tutte le cose che non ti ho mai detto, tutto quello che non hai mai sentito.
Ti terrò la mano per farti capire che ci sono e per farmela stringere quando avrò bisogno.
Ti dedicherò i miei pensieri, i miei battiti, i miei respiri.
Ti consolerò quando avrai tutto il mondo contro.
Ti urlerò contro tutto il male che provo e che mi tengo dentro.
E litigheremo, dio quanto litigheremo.
Ma ti darò tutto ciò che non hai mai avuto e che nessuno ti ha mai dato.
E soprattutto, ti amerò, ti amerò come nessuno ti ha mai amato e ti insegnerò ad amare.
E giuro che mai, mai più ti lascerò andare via da me.
Ci stai?"

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