Capitolo 14

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È pomeriggio tardi. Saranno le 17:45, e mi sto preparando da tutto il pomeriggio. Stasera esco con J, ha deciso di portarmi a fare una passeggiata come facevamo sempre durante l'estate. Mi mancano un po' quei tempi. Ovviamente Amalia non è voluta venire.
Ultimamente ho come la sensazione che trovi sempre qualche scusa per lasciarci da soli e la cosa mi infastidisce un po'.
Insomma, mi piace uscire con J, ma questa situazione ha qualcosa di strano e vorrei andarci a fondo e vederci chiaro.
Abbiamo in programma di uscire verso le 20:00 e andare a fare un giro verso le piccole stradine dietro il parco. Sono davvero stupende, circondate da alberi e fontane.
Non ho intenzione di mettermi in tiro, perché questo non è un'appuntamento, ma scelgo comunque qualcosa di carino.
Un paio di jeans strappati sul ginocchio e un maglione nero abbinato al mio cappotto grigio.
Ho ancora del tempo, quindi decido di chiamare Amalia.
"Pronto?"
"Hey ciao"
"Emma! Allora? Pronta per l'appuntamento con J?"
"Ami ma non è mica un'appuntamento! Usciamo solo come amici, come abbiamo sempre fatto"
Perché dovrebbe essere qualcosa di più di una semplice uscita? È così strano che un ragazzo e una ragazza escano insieme senza essere fidanzati?
"Si si, lo so"
"Ma perché ti sei rifiutata di venire?"
"Ehm...perché devo recuperare i compiti" balbetta lei.
"Ami, da quando ti importa così tanto della scuola?"
"Da sempre!"
Non me la racconta giusta.
È più di una settimana che si rifiuta di uscire con me e con Jacob e alla fine ci ritroviamo sempre da soli.
"Mi dici cosa mi stai nascondendo?"
Sospira.
"Emma non posso. Se vuole sarà J a dirti tutto"
"Dirmi tutto di cosa?"
"Ho già detto troppo, ti basterebbe fare due più due. Devo andare ora, divertiti!"
Mette giù velocemente.
Che palle.
Cosa voleva dirmi? Cosa mi stanno nascondendo lei e Jacob? Devo saperlo.
Ti basterebbe fare due più due.
L'unica cosa che mi viene in mente è che sia proprio lui a chiederle di lasciarci soli ma sarebbe ridicolo!
Perché dovrebbe farlo?
Intanto si sono fatte le 18:54 e mi conviene almeno mangiare prima di uscire.

"Torneremo verso le 22:30. Ci sentiamo più tardi" saluto mia madre con un bacino ed esco di casa, seguita da J che mi é venuto a prendere.
Indossa una felpa grigia e dei pantaloni della tuta neri. I capelli sono quelli spettinati di sempre e mi viene da ridere ogni volta che li guardo.
"Sei mai stata nei viali dietro il parco?" mi chiede all'improvviso.
"Veramente no, li ho solo visti di sfuggita e mi sono sembrati stupendi"
"Ora vedrai, sono molto più belli di quanto immagini"
Attraversiamo il parco e raggiungiamo il vialetto d'uscita dalla parte opposta.
"Chiudi gli occhi" mi dice J.
Li chiudo.
Lui mi prende per mano e mi conduce da qualche parte. Rischio quasi di inciampare su un legnetto. Quando mi fa fermare percepisco un profumo floreale molto intenso.
"Bene, aprili"
Apro gli occhi e resto sbalordita.
Davanti a noi si apre un viale che sembra infinito, costeggiato da enormi alberi di ciliegio che lasciano cadere i loro fiori rosati.
Sembra che l'autunno non sia ma passato di qua.
È davvero bellissimo.
Non avevo idea che esistesse un posto così nella nostra caotica città.
"Ti piace?" mi chiede J risvegliandomi dal mio stato di trance.
D'istinto lo abbraccio.
Non so perché ma ne sento il bisogno.
Lui mi stringe forte, quasi mi manca il respiro. Ci stacchiamo leggermente, lui tiene ancora le mani intorno ai miei fianchi.
Ora però voglio sapere tutto.
"Jacob, devo chiederti una cosa.."
"Dimmi"
"Oggi ho parlato al telefono con Ami e lei mi ha detto che si sta rifiutando di uscire con noi due per qualcosa che tu sai. Cosa mi state nascondendo? Perché non posso saperlo?"
Lui sorride ma sembra teso.
"Credo che ormai io non possa più nascondermi"
"Cosa intendi?"
"Emma..."
Il mio telefono squilla.
Lo tiro fuori dalla tasca e guardo il display.
È Axel.
Merda Merda Merda.
Ho deciso di non dirgli che sarei uscita con Jacob, lo so è sbagliato ma non volevo farlo preoccupare inutilmente.
Però se scopre che sono fuori con lui, da sola e a
quest'ora darà di matto.
Avrei dovuto dirglielo, che stupida.
Spero solo che J non dica nulla, almeno così forse ho una chance di non farmi scoprire.
Rispondo.
"Pronto?"
"Hey amore, come stai?"
"Tutto bene tu?"
"Non c'è male dai, ho chiamato per salutarti. Cosa fai?"
"Ehm.."
"Chi è?" interrompe J.
Cazzo.
"Emma" mi dice Axel.
Ha cambiato tono come fa di solito quando si arrabbia.
"Sei con lui vero?"
Non riesco a rispondere, sono pietrificata.
"Rispondimi cazzo!"
"Amore..."
"Non chiamarmi amore. Sei con Jacob e non mi hai detto un cazzo?!"
"Axel ascolta..."
"No vaffanculo, ascoltami tu! Abbiamo parlato di questo argomento. Sai perfettamente quanto mi da fastidio che tu ti veda con quello e tu che fai? Ci esci pure insieme alle mie spalle? A quest'ora?!"
"Axel stai esagerando. Non c'è nulla di male, sei paranoico!" mi sto incazzando "È il mio migliore amico e lo sai benissimo!"
"E tu sai benissimo che non me ne frega nulla!" risponde a tono. "Ti ho confidato quello che provavo, ci siamo messi insieme e ora che fai? Cambi idea e mi rimpiazzi da un momento all'altro? Con Jacob poi!"
"Cosa? Non ti sto rimpiazzando! Perché dovrei farlo? Sembra davvero che tu non ti fidi di me!"
Le lacrime iniziano a sgorgare sul mio viso.
Sto urlando ma non mi interessa.
Jacob mi guarda come se si sentisse in colpa.
"Emma cazzo, io mi fido di te. Ma cosa dovrei pensare se la mia ragazza esce con un altro, a quest'ora di sera, SENZA DIRMI NULLA PER DI PIÙ!? Cosa dovrei pensare?"
Non riesco a rispondere.
Non ha tutti i torti, non gliel'ho detto, ma sta davvero esagerando. Non può arrivare a pensare che lo voglia davvero rimpiazzare con Jacob.
"Come pensavo...goditi la serata"
"Axel no aspetta!" urlo tra le lacrime, ma lui ha già messo giù.
Non sento più nulla, un dolore atroce mi pervade.
Sento le mie ginocchia cedere.
Crollo a terra e mi prendo il viso tra le mani. Le mie lacrime si mischiano al mascara rigandomi le guance di nero. Jacob corre da me e mi stringe tra le sue braccia.
Non ci posso credere.
Non pensavo potesse davvero arrabbiarsi e chiudermi il telefono in faccia solo perché sono uscita con il mio migliore amico. So che non lo sopporta ma non dipende da lui chi posso e chi non posso vedere, non può impormi le sue scelte. Non sono una bambina e lui non è mio padre.
Ma non lo capirà mai.
Provo a richiamarlo.
Non mi risponde. É troppo orgoglioso per farlo.
Se solo glielo avessi detto...
Io continuo a piangere tra le braccia di J, che per fortuna non parla.
Non ho bisogno di parole, ho solo bisogno di sfogarmi.
Perché? Perché deve essere tutto così difficile con lui?
Da un lato vorrei correre da lui, dirgli che mi dispiace, che è un coglione e che lo amo da morire.
Dall'altro so che se dovessi vederlo, verrei divorata dal vuoto che sento ora dentro al petto.
"Emma forza, è ora di andare"
J mi aiuta ad alzarmi e a sistemarmi. Mi asciugo gli occhi cercando di nascondere tutto ciò che è appena successo, tutto ciò che sto provando.
Vorrei solo che Axel fosse qui. Per prenderlo a padellate in testa e per abbracciarlo forte a me dopo un secondo.
Quel ragazzo è un disastro.
E lo amo, lo amo maledettamente tanto.
Durante il tragitto di ritorno io e Jacob non ci rivolgiamo la parola e una volta arrivati davanti a casa mia ci salutiamo solo con un cenno della mano.
È stata una pessima serata.
Entro in casa e trovo mamma in salotto ad aspettarmi.
"Com'è andata la serata con Jacob?" mi chiede.
"Oh...molto bella, tutto bene. Però sono un po' stanca, andrò a dormire, buonanotte" dico salendo le scale.
Entro in camera mia e chiudo la porta.
Mi butto sul letto a pancia in su, mi copro il viso con le mani e ricomincio a piangere.
Provo a richiamare Axel, a lasciargli dei massaggi ma non ricevo mai risposta.
Solo silenzio.
Cosa ho fatto di male?

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