Capitolo 13

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"Eccovi finalmente!"
Fede ci accoglie sulla soglia di casa sua.
Sembra di vivere in un palazzo.
Casa sua è una villa enorme, a due piani. Il piano di sotto comprende il salotto, la cucina e le camere dei suoi genitori e della sua sorellina, mentre il piano di sopra è completamente suo.
C'è la sua camera da letto, il bagno e un altro salotto con televisione al plasma, casse per musica e audio, un divano gigante e addirittura un'amaca in un angolo della stanza.
È un castello, non una casa.
I suoi genitori sono i proprietari di una gioielleria, ci credo che hanno una casa del genere.
Fede ci accompagna dai ragazzi che sono già al piano di sopra.
Bene, siamo le ultime. Il ritardo delle star.
Appoggiamo i giubbotti in camera sua e ci sediamo con gli altri ragazzi sul divano. Axel mi raggiunge e si sposta vicino a me. Mi alza e mi fa sedere selle sue gambe.
Mi squadra dalla testa ai piedi e alla fine fa uno dei suoi sorrisetti.
Avvicina le labbra al mio orecchio e mi sussurra un "Sei bellissima".
Arrossisco di botto.
Amo e odio allo stesso tempo l'effetto che mi fa. Lo amo perché mi fa provare emozioni che nessuno mi ha fatto mai provare. Lo odio perché mi fa sentire completamente vulnerabile e dipendente da lui.
"Allora, i miei non ci sono per stasera, le pizze stanno arrivando e ora vado a mettere su un po' di musica. Non fate troppo casino però, almeno non senza di me" dice prima di andare in una specie di solaio alla fine della scalinata per mettere su un po' di musica.
Fa partire una playlist in cui la prima canzone è Let me love you.
Tutti ci alziamo dal divano e iniziamo a ballare, io compresa anche se più che ballare io mi muovo in modo casuale e alquanto sgraziato.
La danza non fa proprio per me, non ho il senso del ritmo, tendo solo a seguire la musica e il mio corpo va da solo.
Axel mi raggiunge e mi prende i fianchi mentre balliamo.
Mi sento in imbarazzo, non ho mai ballato con un ragazzo.
Sopratutto con un ragazzo per cui provo un'attrazione fisica e mentale fuori dal comune.
Lo guardo meglio, squadrandolo dalla testa ai piedi.
Ha dei jeans baggy neri e una maglietta nera, aderente abbastanza da mettergli in risalto i muscoli delle braccia e del petto.
Al collo la solita catenina argento e al dito l'anello di metallo.
Nonostante la luce soffusa, riesco a vedere i suoi occhi verdi che passano dai miei alle mie labbra.
Vorrei baciarlo, strappargli i vestiti di dosso, cedermi completamente a lui.
Cerca di contenerti Emma, almeno in casa di un tuo amico!
Ma è più forte di me.
Avvicino le mie labbra alle sue mentre lui mi tira a se in modo che i nostri corpi si tocchino.
Sento come se stessi prendendo fuoco, un calore mi pervade, il battito del mio cuore accelera come se stessi correndo.
È incredibile come lui mi faccia provare tutto questo, mi accende.
Gli passo le mani tra i capelli e lo sento sorridere sulle mie labbra.
So bene quanto questo gesto lo faccia impazzire.
Mi avvicina ancora di più a se per farmi aderire completamente al suo corpo.
Siamo talmente vicini che la mia vita tocca il suo bacino, sento perfettamente la durezza della sua erezione e questo non fa che aumentare i miei pensieri e la mia voglia di lui.
"Interrompo qualcosa?"
Una voce maschile appare improvvisamente alle nostre spalle.
Mi giro e vedo J , fermo ad osservarci.
"Veramente si" fa Axel acido.
Non capisco questo odio reciproco tra questi due, anche se si, J effettivamente aveva interrotto i miei pensieri sconci sul mio ragazzo, ma forse meglio così.
"Oh ciao J, no non interrompi nulla"
dico io falsa, fulminando Axel con lo sguardo per il tono che gli ha rivolto.
"Okay, come vuoi" mi risponde lasciandomi andare e mettendosi  a sedere sul divano.
Gli parlerò dopo, non può tenermi il muso per così poco.
"Scusa Emma, volevo solo parlarti"
"In verità anche io"
Ci spostiamo dalla confusione e scendiamo nel salotto al piano di sotto.
Prima di scendere rivolgo un ultima occhiata ad Axel che ha gli occhi fissi su di me.
Il suo sguardo è un misto di preoccupazione e rabbia. Si preoccupa inutilmente per Jacob, siamo solo amici.
Entriamo in salotto e ci sediamo sul divano, Jacob mi squadra come se non mi conoscesse da tutta la vita.
"Stai molto bene vestita così"
Sembra quasi imbarazzato mentre me lo dice.
"Grazie, allora io volevo chiederti un po' di cose"
"Dimmi"
Sospiro prima di cominciare a parlare.
"Perché sei così distante da me ultimamente? Ti ho fatto qualcosa?"
Lui sorride.
"Certo che no, tu non mi hai fatto nulla"
"E allora perché a malapena mi saluti quando mi vedi? Siamo amici, e ci sto male.."
Lui sospira, poi riprende.
"Scusami, non voglio farti stare male è solo che non mi piace la tua relazione con Axel"
"Perché no?"
Lui non risponde
"Jacob parlami. Cosa ti sta succedendo in questi giorni? Non sei mai stato contro le poche se pur presenti relazioni che ho avuto, perché ora dovrebbe essere diverso?"
Lui prova a parlare, ma viene interrotto dal campanello che suona.
Mi alzo e vado ad aprire.
Il tipo delle pizze è davanti a me e mi consegna 8 scatole di pizze che emanano un profumino delizioso. Mi fa firmare un foglio e se ne va.
"Torniamo su dai" mi dice lui.
Bene, la mia conversazione con J non verrà mai conclusa.
Almeno ho scoperto che il problema non sono direttamente io, anche se non mi tranquillizza il fatto che al mio migliore amico non piaccia la mia relazione, pensavo sarebbe stato felice per me.
Torniamo di sopra con le pizze in mano mentre le casse sparano a tutto volume In the name of love.
Axel è ancora seduto sul divano dove lo ho lasciato prima di scendere con J di sotto e tiene gli occhi fissi sul cellulare.
Chissà con chi parla...
Consegno le ultime pizze e lo raggiungo.
Lui mi guarda ma non accenna alcuna espressione, non sopporta l'idea di me e Jacob insieme.
Mi piace il fatto che sia geloso, ma sa bene che mi dà fastidio quando si arrabbia per la mia amicizia con J.
È solo un'amicizia, nulla più.
Se ci fosse stato di più sarebbe iniziato molto tempo fa.
"Sei ancora arrabbiato con me?"
Non mi risponde e gira la testa dall'altra parte.
"Axel dai!" dico con una voce da bambina.
Lui si gira e mi guarda. I suoi occhi incontrano i miei e mi vengono i brividi.
Il suo sguardo è teso, il verde dei suoi occhi mi lacera l'anima.
Mi siedo su di lui, che per fortuna non cerca di spostarmi.
Mi allaccia le braccia intorno alla vita e mi stringe a se.
"Non sei più arrabbiato?"
"Non mi sono mai davvero arrabbiato stupida, è solo che non so tenere a bada la gelosia tutto qui, devo imparare..." mi dice girando poi la testa di lato. Gli porto le dita sotto al mento per costringerlo a guardarmi.
"Lo sai benissimo che voglio te" gli sussurro.
"Lo so bimba, e mi dispiace. So che sembra che non mi fidi di te, ma non è così. Ho paura di perderti...non sono bravo a far vedere che ci tengo"
Sono spiazzata da quelle parole.
"Non mi perderai"
"Ho paura di fare delle cazzate con te"
dice nascondendo la testa nell'incavo della mia spalla.
"Non le farai"
"Ti fidi di me?"
Fissa i suoi occhi nei miei aspettando una conferma.
La verità è che non so se posso fidarmi.
So che in passato ha giocato con molte ragazze e non voglio essere tra quelle.
Ma voglio che stia tranquillo, almeno finché non lo sarò anche io al 100%.
"Si, mi fido di te"
"Non sei come le altre, non sei un gioco per me. Lo sai?"
È come se mi avesse letto nel pensiero.
Avvicino le sue labbra alle mie.
"Si lo so" dico poco prima di unirle.
Mi stringe più forte a se.
"Ti amo" mi sussurra tra un bacio e l'altro.
E io ci credo.
Ci credo davvero.

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