Lo sfidante

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Sentì quell'ululato in lontananza. Aveva perfettamente capito che stava per succedere qualcosa di brutto, andò di fretta dall'Alpha che le urlò nervosamente di stare in camera. L'Alpha sbatté le porte dietro di sé e andò.

Taylor non era l'unica obbligata a rimanere in casa, tutta la Comunità era nella stessa situazione. Ogni licantropo teneva sotto controllo ogni angolo, nessun umano doveva trovarsi fuori casa. L'Alpha andò a confrontare il Beta nemico.

Dalla finestra, Taylor riusciva a vedere a malapena lo sfidante e venne sorpresa dal Beta del branco. 'Mi hai spaventato!'

'Non dovresti stare a guardare, non é un gran bello spettacolo.'

'Perché?' domandò Taylor 'Chi é quello?'

'Quello é... un Beta. Come me. Ma lui appartiene ad un altro branco e temo che sia qui per sfidare l'Alpha. Mossa stupida...'

'Esistono altri branchi di licantropi?'

'Tecnicamente si. Sono tutti licantropi selvaggi... aggressivi, spietati, uccidono perché lo vogliono; poi ci sono i licantropi della Signora, loro sono cani da guardia fedeli ai vampiri. Noi siamo un genere di branco raro.'

Taylor guardò fuori dalla finestra e chiese 'Cosa succede se... il Beta vince?'

'Diventa Alpha, saremo costretti a seguirlo. Non preoccuparti, non succederà.' rispose il Beta.

Intanto l'Alpha e il suo nemico si stavano studiando e cercavano punti deboli. Il Beta tenne sotto controllo il braccio corazzato in argento dell'Alpha, non era letale ma provocava un gran dolore paragonabile al contatto con il ferro rovente.

'Paura di un ornamento?' lo schernì l'Alpha.

'Toglitelo. Combatti da vero licantropo!'

'É un peccato che io non mi consideri un licantropo. Io sono IL LICANTROPO!' ruggì lui. Il Beta lo attaccò e fu estremamente facile per l'Alpha schivarlo. La forza del Beta era nettamente inferiore, non poteva presentare alcuna minaccia e veniva trattato come un giocattolo.

L'Alpha lo atterrò e poggiò l'argento sul volto del nemico. Il Beta si dimenò e urlò ma non riuscì a liberarsi finché l'Alpha non glielo permise. 'Maledetto! Come hai osato?!'

Per l'Alpha era solo un cucciolo in cerca di attenzioni 'Non te lo dirò una seconda volta. Dì alla tua padrona che né i vampiri né nessun altro sono i benvenuti qui. Questo territorio é mio, gli umani al suo interno mi appartengono. Un dito su di loro e vengo a strappare la testa della stessa Celendine.'. Detto questo si voltò e camminò vittorioso verso la chiesa.

Un attimo di distrazione e il Beta attaccò nuovamente. L'Alpha lo colpì al volto e con le unghia della mano destra perforò il suo stomaco, con l'altra mano gli perforò un polmone, tirò fuori la destra e lo trafisse alla gola. 'Vorrà dire che manderai questo messaggio da morto. Per me non fa alcuna differenza.'

Quando il Beta morì, l'Alpha richiamò un licantropo e gli ordinò di portarlo al sentiero Nord e di incidere un nome sul torso del cadavere. Il licantropo fece come ordinato e poco più tardi alcuni vampiri lo trovarono. Leggendo il nome inciso si spaventarono e lo portarono dal Conte, lui guardò il cadavere e lo portò a Celendine. 'Mia Signora... porto cattive notizie...'

Celendine guardò il licantropo morto e sorrise 'Direi che siano ottime.'

'Ma... il suo Beta ha perso. É morto.'

'Però ha vinto il mio Alpha ed é ciò che volevo.' Celendine si avvicinò al cadavere e lesse il nome inciso con un malvagio e perverso sorriso 'Si, come pensavo. Non mi ha dimenticata, ha persino scritto il mio nome! Lo sa, lui sa che lo rivoglio! Di più... voglio che mi scriva ancora! Questo cadavere sarà la nostra lettera.'. La vampira afferrò il licantropo per la testa e sussurrò 'Sarai i miei occhi e le mie orecchie. Torna dal mio Alpha.'

Il suo territorio di caccia #wattys2018 [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora