Puzzle

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"Harding può spiegare alla sua compagna cosa stiamo dicendo?" Alessandro annuì alzandosi dalla sedia e venne verso di me, si mise seduto.
"Ehm ... Beh ... Ecco" lo guardai malissimo e sbuffai infastidita.
"E tu dovresti spiegare a me una cosa? Ma non sai nemmeno cosa cazzo significhi parlare con una ragazza" lui abbassò lo sguardo.
"È solo che ... Mi metti a disagio"
"Io?" Chiesi ridacchiando, lui annuì alzando le spalle.
"Forse perché ti piaccio?" Chiesi ridacchiando, lui mi guardò male.
"Non mi piacciono le troie" e cominciò a spiegarmi la roba di Spagnolo senza guardarmi negli occhi.
Rimasi allibita alle sue parole e non riuscii nemmeno a chiedere spiegazioni.

Appena finì la lezione, mi alzai e guardai lo sfigato.
"Prendo il tuo libro per gli appunti"
"P ... Per ... F... Favore ... Non farci nulla" ridacchiai mettendomelo in cartella.
"Mi chiami troia e poi hai paura nel darmi il tuo libro?"
"Già" rispose alzando le spalle.
"Voglio solo studiarci" risposi facendoli l'occhiolino e me ne andai.

"Ehi piccola, ti accompagno a casa"
Annuii stampando un bacio al mio ragazzo, mi prese per mano e salimmo in auto.
Vidi Alessandro essere sbattuto a terra da alcuni ragazzi, scoppiai a ridere e anche Thomas.
Uscimmo dall'auto e andammo verso lo SPETTACOLO.
"Sfigato! Dicci qualcosa dai!" Urlò un tipo sbattendolo sul cofano della macchina, lui non fece niente.
Non si difendeva nemmeno, era un coglione del cavolo.
Vidi che al collo aveva una catenina d'oro, così mi avvicinai e lui mi guardò spaventato.
Gli strappai la catenina.
"Ridammela!" Urlò, scoppiammo tutti a ridere.
"Scordatelo" risposi mettendomela in tasca.
"Ti prego" scossi la testa e lo spinsi guardandolo negli occhi.
"'Mi hai chiamata Troia e ora me la paghi" sussurrai al suo orecchio.
"Per favore .."
"No Sfigato, forse te la darò quando farai passate tutti all'esame" lui abbassò lo sguardo annuendo.
"Io ... " gli tirai uno schiaffo e tutti applaudirono.
"Tu fai ciò che ti dico Sfigato" risposi guardandolo negli occhi, Thomas ridacchiò dandomi un bacio a stampo e mi prese per mano.

Arrivammo davanti a casa mia.
"A domani piccola" annuii baciandolo e scesi dalla macchina.

Erano le 22.00 di sera e avevo appena finito di studiare gli appunti di Alessandro.
Non riuscivo a capire il perché mi desse tanto noia il fatto che mi avesse chiamata Troia.
Presi la catenina e c'era scritto un nome ... Abigail ❤️

Sbuffai infastidita, odiavo non capire le cose.
Mi misi il giacchetto e uscii di casa.
Vidi la signora dell'altro giorno e così le sorrisi avvicinandomi.
"Buonasera signora" lei mi sorrise e mi regalò un braccialetto con mano tremante.
"Sono felice di rivederti tesoro" le sorrisi annuendo e ci mettemmo sedute su una panchina lì accanto.
"Lei è di queste parti?" Chiesi accendendomi una sigaretta.
"No, sono venuta per mio nipote"
"Capisco, quanti anni ha?" Chiesi.
"Ne ha 19 compiuti da poco" rispose orgogliosa di suo nipote.
"Io ne ho 18" ammisi ridacchiando.
Lei mi sorrise.
"Perché è qui quindi?"
"Mia figlia ha avuto un incidente stradale" delle lacrime rigarono il volto della signora.
"Quindi i miei due nipotini hanno bisogno di me" rispose piano la signora.
"Il padre?" Chiesi confusa.
"Beh ... Non va molto d'accordo con mio nipote"
"Perché mai!" Chiesi piano.
"Problemi di quando mio nipote aveva 16-17 anni. Era un ragazzaccio" ridacchiai e sorrise.
"Ma era un bravissimo ragazzo, fumava e beveva però" alzai le spalle.
"Lo faccio pure io" ammisi.
"Lo vedo" rispose sorridendomi.
"Ma non sono una brava ragazza"
"Lo sei invece, si vede"
"Da cosa lo vede?" Lei mi appoggiò una mano sul cuore.
"Da questo" le sorrisi.
"LEO! TORNA QUI!" Urlò LO SFIGATO.
Si fermò in mezzo alla strada e fissò me e la signora accanto.
Ci venne davanti.
"Ciao Ale" esclamò la signora.
"Nonna che ci fai qui?" Chiese piano, lo guardai sconvolta.
Era sua nonna!
Oh porca puttana!
Alessandro era un ragazzaccio?!
"Ho trovato questa bellissima ragazza" Alessandro mi fissò.
"Scusami per mia nonna, tende ad essere invadente" sorrisi alzando le spalle.
"No macché, è gentilissima" ammisi, la signora mi sorrise.
"Voi vi conoscete?" Domandò la signora, annuimmo.
"Andiamo in classe insieme" spiegò Alessandro prendendola per mano.
"Ora andiamo a casa nonna, sarai molto stanca" la signora annuì e mi sorrise, così la salutai con un sorriso.

Arrivai in casa mia e andai in cucina.
Presi un dolcetto e lo mangiai andandomene in camera.
Alessandro era come un Puzzle, un puzzle che avevo voglia di scoprire.

Mi addormentai.

You Are My Opposite, But I Love YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora